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Nozze gay in Comune, scoppia la bufera. Arcigay 'boicotta' Forza Italia

Maurizio Bucci, Alberto Ancarani e Francesco Baldini del gruppo di Forza Italia in consiglio comunale a Ravenna, hanno firmato un'interpellanza contro la cerimonia in cui Carla Baroncelli e Barbara Domeinchini hanno rinnovato pubblicamente la loro unione

Maurizio Bucci, Alberto Ancarani e Francesco Baldini del gruppo di Forza Italia in consiglio comunale a Ravenna, hanno firmato un'interpellanza contro la cerimonia in cui Carla Baroncelli e Barbara Domeinchini hanno rinnovato pubblicamente la loro unione decennale in Comune a Ravenna, sabato pomeriggio. "Il tema di un eventuale riconoscimento di diritti per le coppie omosessuali è troppo complesso e gravido di conseguenze socio-politiche per essere ridotto ad una macchietta con tanto di spettacolo a beneficio dei fotografi e anzi tale fenomeno non contribuisce certo a un sereno dibattito sul tema", hanno scritto i consiglieri, chiedendo chiarimenti sui fondi pubblici per la cerimonia e ipotizzando un “danno erariale ai danni dei cittadini ravennati” .

La reazione arriva da Bruno Moroni, presidente Arcigay Frida Byron Ravenna: “Siamo stanche e stanchi degli attacchi provenienti da una piccola minoranza di negativisti (gli attivisti che si prodigano per la negazione dei diritti altrui) ogni volta che il nostro amore e i nostri sentimenti diventano visibili. - scrive - Proponiamo perciò di impiegare lo strumento più potente che tutti abbiamo a disposizione, ovvero il consumo critico, invitando i cittadini e le cittadine che sono per l'uguaglianza dei diritti secondo l'Art. 3 della Costituzione, ad unirsi nel boicottaggio dei locali di Bucci, ovvero il Cinema Mariani, l'Hotel Mosaico e le Terme di Punta Marina”.

Spiega Moroni: “Sospenderemo il boicottaggio solo quando verranno ritirate le parole scritte e saranno fatte pubbliche scuse a Barbara e Carla per aver offeso la loro stupenda e struggente cerimonia con le parole "macchietta con tanto di spettacolo" o quando ci verrà riconosciuto il diritto all'unione, invocato sia da sentenze della Corte di Cassazione che dalla Corte Costituzionale. Il messaggio è semplice: finché operi attivamente contro l'uguaglianza dei diritti, perdi il diritto di avere i nostri soldi e di tutte le persone che credono nell'art. 3 della Costituzione”.

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