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Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica

Nuovo metanodotto di 26 km: "Le fonti rinnovabili sono ancora un miraggio"

Maiolini (Gruppo misto): "L’investimento per un nuovo metanodotto ci fa capire quanto sia ancora un miraggio l’idea che il metano e le trivellazioni siano considerate fonti di transizione energetica"

"L’investimento per un nuovo metanodotto, che la Snam si sta preparando a realizzare a Ravenna, ci fa capire quanto sia ancora un miraggio l’idea che il metano e le trivellazioni siano considerate fonti di transizione energetica". A parlare è Marco Maiolini, consigliere del Gruppo Misto. "La presentazione di martedì, nell’ambito della commissione per l’assetto del territorio, finalizzata al rilascio dell’autorizzazione alla costruzione e all’ esercizio del progetto di rifacimento del metanodotto Ravenna-mare/Ravenna-terra, che consiste nella realizzazione di una nuova conduttura di oltre 26 chilometri, con diametro 600, ha sancito molto chiaramente che si tratta di un investimento nell’ottica progettuale di lungo termine. Questo manufatto, infatti, come si evince dalla documentazione, verrà realizzato per sostituire l’attuale condotta e garantire il trasporto dei quantitativi di gas derivanti dalle numerose produzioni di gas naturale presenti al largo della costa adriatica, verso il mercato del basso Veneto e verso il nodo e lo stoccaggio di Minerbio".

"Per questo un così cospicuo investimento finalizzato al trasporto di una fonte fossile (anche se tra le meno inquinanti, lo riconosco) mi lascia perplesso e contrasta con l’intenzione che mi sembrava ormai largamente condivisa, volta ad una riduzione dei consumi di gas naturale a favore del graduale incremento dell'efficienza energetica degli edifici e alla penetrazione delle fonti rinnovabili in tutti i settori - continua il consigliere d'opposizione - Scendendo nello specifico, dobbiamo valutare gli impatti che un’opera come questa avrà sul nostro territorio: potenzialità archeologiche toccate dal progetto. La relazione archeologica allegata all'istanza presentata al ministero per lo sviluppo economico evidenzia la presenza nel tracciato di un’ampia zona a rischio di alta potenzialità archeologica, ovvero “aree con numerosi rinvenimenti o siti archeologici, situazione geomorfologica favorevole all’insediamento antico, presenza di toponimi significativi e persistenza di tracciati vari antichi”. Si parla della zona che da Lido Adriano, attraversando i fiumi uniti, percorre le campagne lungo la via Marabina, fino ad arrivare a Classe. Il fatto che il metanodotto passi a 30/40 metri dalla famosa “Torraccia” presente in quella zona ci deve far chiedere quale sia l’importanza che diamo al rischio della valutazione delle potenzialità archeologiche rispetto a un’opera. Uno scavo all’interno di una zona archeologica di rischio alto deve essere ben valutato e ponderato, e la discussione per il rilascio dell’autorizzazione da parte del Comune non può essere conseguenza di una valutazione poco approfondita. Da considerare anche che la relazione di valutazione del rischio archeologico è del 2017, quando il Comune di Ravenna non si era ancora dotato della carta delle potenzialità archeologica. Non sarebbe quindi opportuno rivedere tale relazione, anche alla luce del nuovo strumento urbanistico?".

Per quanto riguarda il rischio ambientale, continua Maiolini, "malgrado ci sia stato un parere di valutazione di impatto ambientale del Ministero dell’Ambiente positivo, il progetto esecutivo dell'opera dovrà essere assoggettato all’approvazione degli enti preposti, in quanto interferisce direttamente, o è prossimo ad alcune zone protette di Rete Natura 2000, quali la Pineta S. Vitale, la Piallassa Baiona e la Pineta di Classe, visto che il nuovo tracciato vi passerà a meno di 70 metri. L’intero progetto, poi, ricade in zona di potenziale allagamento, cui l'ente gestore è Arpae sac, e interferisce con aree sottoposte a rischio idrogeologico, con il sistema forestale boschivo parchi e pinete, e naturalmente con gli strumenti urbanistici di tutela che sono il psc, il rue e le carte dei vincoli. Sui vincoli imposti dal metanodotto e deprezzamento immobiliare, non possiamo sottovalutare il vincolo di servitù, e di deprezzamento immobiliare, che questo manufatto farà nascere. La “fascia di rispetto” può arrivare anche a 50 metri di larghezza dall'asse del tubo posato. L'area su cui questo vincolo insisterà è molto ampia e andrà a colpire zone attualmente libere. Se calcoliamo i 26 chilometri di lunghezza per una larghezza media di 40 metri arriviamo a più di 100 ettari di area vincolata, che peserà su moltissime proprietà e cittadini del comune di Ravenna. Questo corridoio amplia la quantità di aree già asservite ai corridoi tecnologici, presenti nel Comune di Ravenna. Capite bene che le servitù che saranno introdotte risulteranno un danno rilevante per i cittadini che hanno la sventura di essere interessati dal tracciato, e prima di imporle dovranno essere ben ponderate. In merito invece ai rischi connessi all'opera, è chiaro che vi son rischi collegati all'esecuzione dell'opera e rischi post lavori a opera conclusa. Il metanodotto, passerà sotto cinque corsi d’acqua, (fiumi uniti – fiume Ronco – fiume Montone – canale via cupa – canale canala) grazie alla tecnologia definita toc. Proprio il nostro Comune, purtroppo ha visto come le opere nei pressi dei corsi d’acqua, siano pericolose e non da sottovalutare. Prima di avviare i lavori su cinque bypass fluviali è quindi necessario valutare se il gioco vale la candela, come sarà importante non sottovalutare i sottopassi stradali sotto E 45, via Ravegnana, via Faentina, l’autostrada, la SS16 e via Canalazzo. Verranno toccate tutte le strade di maggior traffico intorno alla città e avere un tubo di gas sotto la carreggiata individua un grado di rischio non proprio indifferente".

Per concludere, aggiunge il consigliere, "un progetto di “rifacimento”, ovvero una linea che va a sostituire una linea esistente posizionata in altro tracciato, non porta nuovi collegamenti mancanti nella rete nazionale di trasporto del gas metano, e non va a colmare tratti mancanti. Nel caso quindi che quest’opera non fosse realizzata, non si metterebbe in discussione la gestione di importazioni o esportazioni, o il passaggio nazionale del gas, bensì risulterebbe necessaria la manutenzione dell’impianto esistente, e ci sarebbe una minor flessibilità di trasporto. Il nostro voto in consiglio comunale dovrà valutare “solo” la parte urbanistica inerente il nuovo tracciato del metanodotto, ma non è poca cosa perché spesso dimentichiamo come l’urbanistica sia importante per la vita delle persone, al pari della sanità o la scuola. Proprio per questo il mio voto in Consiglio Comunale sarà conseguenza delle considerazioni sopradescritte. Dare il via ad un’opera così impattante, senza valutare bene e mettere sul piatto della bilancia le criticità che il progetto porta con se, non è responsabile. Occorrono ulteriori chiarimenti e delucidazioni per ottenere una scelta più condivisa possibile".

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