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Letta annuncia le dimissioni, Pd in cerca di un nuovo segretario: tra i papabili Bonaccini e Elly Schlein

Ci sono anche il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini e la sua vice, Elly Schlein, tra i papabili nomi che potrebbero guidare il Partito Democratico

Ci sono anche il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini e la sua vice, Elly Schlein, tra i papabili nomi che potrebbero guidare il Partito Democratico dopo l'annuncio di Enrico Letta, attuale segretario dem, di non essere intenzionato a ricandidarsi dopo la sconfitta alle elezioni del 25 settembre. "Assicurerò la guida del partito nelle prossime settimane verso il congresso al quale non mi ripresento candidato, tocca ad una nuova generazione", ha detto Letta. Un percorso "ordinato" verso il congresso che si terrà a marzo 2023 (ma in realtà è iniziato ufficiosamente alle 23.01 di domenica). Letta considera raggiunto "l'obiettivo di tenere il Pd unito, ma non quello di fermare la destra". Addossa la colpa di quanto successo a Conte, ammette che il Pd tornerà a dialogare con il M5S, "ma saranno altri a dover gestire tutto ciò e il fatto che non sia io può agevolare".

Il successore di Letta chi sarà, dunque? Al momento sono due i candidati forti, ed entrambi provengono da quell'Emilia-Romagna che è rimasto l'unico vero grande bastione dem, grandi città a parte (e nemmeno tutte). A scaldare i motori per la futura guida del partito ci sarebbe, appunto, il presidente Bonaccini, il "favorito" forse, uno dei nomi di punta di base riformista, la corrente guidata dal ministro della Difesa. Lorenzo Guerini. Bonaccini non ha mai fatto mistero della sua ambizione, ma alla luce della sconfitta alle elezioni ha spiegato che il Pd adesso "non ha bisogno di ripartire dai nomi e dai cognomi: ognuno di noi farà la sua parte, ma non è oggi il momento di ripartire con una discussione" sui nomi. Prima dei nomi occorre discutere dei contenuti e "prima delle alleanze" capire "quale identità e quale profilo si vuole dare".

L'altra candidata è Elly Schlein, che però non è iscritta al Pd: 37 anni, ex europarlamentare, oggi vice-governatrice proprio di Bonaccini, candidata indipendente inserita in lista alle ultime politiche. Viene identificata da molti come un punto di riferimento per l'area più a sinistra e ha già avvisato che dopo il voto bisogna ricominciare a dialogare con il M5S. La vicepresidente di quella regione, l'Emilia Romagna, ultima e unica roccaforte democratica alla luce dei risultati di queste elezioni, potrebbe avere anche il sostegno di Letta che l'ha voluta coinvolgere già nella campagna elettorale. C’è chi la ritiene fra i pochi nomi spendibili per recuperare consensi a sinistra: è giovane, è donna. Un’"anti-Meloni" perfetta, sulla carta.

Più deboli sembrerebbero le eventuali candidature di Andrea Orlando, secondo il quale la "sconfitta è stata durissima" e questo vuol dire che "va ricostruita la sinistra per le nuove sfide che ci attendono, superando subalternità e divisioni", e di Beppe Provenzano. Il dibattito è solo all'inizio e tutti i principali sindaci chiedono che sia franco e approfondito. E chiedono di avere più spazio. Al Pd ora toccherà la famigerata "traversata nel deserto", ossia rassegnarsi a stare all'opposizione a lungo.

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