rotate-mobile
Politica

Nuovo direttore all’Auditorium Portuale, Minichini (LpRa): "Stessa musica stonata"

"Colgo l'occasione del discorso fatto il primo marzo scorso al Parlamento Europeo dall' amministratore delegato di un'azienda italiana, specializzata in dragaggi eco-sostenibili e riportato dalla stampa nazionale e internazionale"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

"Colgo l'occasione del discorso fatto il primo marzo scorso al Parlamento Europeo dall' amministratore delegato di un'azienda italiana, specializzata in dragaggi eco-sostenibili e riportato dalla stampa nazionale e internazionale. Ha dimostrato come oggi il dragaggio eco-sostenibile, non è più un sogno ma una realtà, in grado di togliere dall'impasse tutto il mondo della portualità. Finalmente i sedimenti portuali possono essere riutilizzati virtuosamente, garantendo da un lato il più elevato standard di tutela ambientale e dall'altro la drastica riduzione dei costi delle casse di colmata (non ci sono più). Veniamo allora al Porto di Ravenna, per il quale occorre visione, organizzazione, competenza, coraggio di cercare strade nuove. L' approfondimento dei fondali a 12,50 metri è visione di buon senso, da applicare subito, senza indugi, per rallentare, almeno nel breve, l'obsolescenza tecnico-economica del Porto. Mi soffermo per ora su quanto hanno detto e scritto insigni tecnici del settore, ovvero il problema dei dragaggi finora proposti, che è triplice. L'escavazione prevista provoca in fase di aspirazione una "nuvola sabbiosa" di dimensioni rilevanti, che disperde in acqua una parte degli inquinanti presenti nei sedimenti; questi attraverso maree e correnti viaggiano verso l'ambiente marino e le strutture economico-sociali del turismo balneare. Vi è dunque una invasività ambientale, in termini di intorbidimento delle acque del corpo idrico e generazione di plume, in quantità da verificare, ma certamente presente.

Il trasporto previsto avviene nel rapporto 1 a 4, fra sedimento e acqua marina. Inviamo 2 milioni di metri cubi di sedimenti verso le casse di colmata attraverso una tubazione, "trasportati" da 8 milioni di metri cubi di acqua marina, con cui si miscelano. Quest' acqua esce poi dallo scarico della cassa di colmata, verso il porto canale ed il mare, avendone assorbito una parte degli inquinanti presenti, che viaggiano verso l'ambiente marino e le strutture economico-sociali del turismo balneare; in quantità da verificare, ma certamente presente. La cassa di colmata prevista in se è stupida, miscela anche i sedimenti "puliti" con quelli "sporchi", rendendoli tutti da trattare, a costi faraonici; tanto non vi preoccupate, paga pantalone! Se poi i sedimenti di queste casse di colmata vengono "lavati" con l'impianto di soil washing, altri costi e si producono nuovi milioni di metri cubi di acqua marina da trattare. Dopo dieci anni di queste scelte tecniche, che qualcuno ha definito scellerate, le casse di colmata di via Trieste, sono ancora lì. Nulla di tutto questo avviene con una draga eco-compatibile di nuova generazione, ad esempio di classe Decomar. Per intenderci, quella illustrata al Parlamento Europeo e presentata durante il convegno del 12 febbraio 2016 a Marina di Ravenna. NO generazione di plume, NO casse di colmata, No utilizzo di acqua marina (o risibile). Restituisce i sedimenti asciutti in cumulo direttamente in banchina, pronti per essere immediatamente allontanati/venduti, già in gran parte in tabella virtuosa. Lo disse la Sottosegretaria Velo: «il territorio in cui vengono spalmati i sedimenti di risulta deve essere molto più ampio del Comune di Ravenna e macro regionale». Se la Regione Emilia Romagna ritiene strategica la Nostra portualità, nel presente e nel futuro dello sviluppo economico, la prima cosa da fare è "decretare" i sedimenti di risulta dai dragaggi portuali quale cava di prestito terrestre per tutte le opere pubbliche che abbisognino di inerti congrui, nel raggio economico di convenienza. Tutti i Comuni e Province interessati, dovranno essere coinvolti, darsi da fare, ma soprattutto affrontare i problemi eventualmente derivati, coinvolgendo il mondo privato degli autotrasportatori e cavatori, in modalità ecologicamente compatibile, che eviti, oltretutto, l'apertura di nuove cave tematiche".

Pasquale Minichini.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Nuovo direttore all’Auditorium Portuale, Minichini (LpRa): "Stessa musica stonata"

RavennaToday è in caricamento