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Oil&gas, Fagnani (Ravenna in Campo): "Il gas è energia verde, non possiamo rifiutarci di produrlo"

"La politica dovrebbe indicare una via per la salvaguardia ambientale che non implichi un percorso di deindustrializzazione forzata", ha spiegato l'assessore e coordinatore della lista Ravenna In Campo

Martedì si è tenuto a Lido di Dante il dibattito sul tema delle trivelle e sull’impatto sul nostro territorio organizzato dalla lista Ravenna in Campo. Un incontro che già aveva attirato critiche da parte di Italia Nostra. Roberto Fagnani, Assessore ai Lavori Pubblici e coordinatore della lista Ravenna In Campo, ha introdotto il tema della serata: "Il Gas è energia verde, se non altro fino a quando verrà bruciato il carbone. Rifiutarsi di produrlo in Italia per importarlo dall’estero ci espone ad un aumento delle emissioni causate da inutili trasporti, ci espone a ritorsioni geopolitiche da parte dei paesi produttori, penalizza le nostre industrie con ripercussioni economiche sui lavoratori e verso l’indotto del commercio e della ristorazione. La politica dovrebbe indicare una via per la salvaguardia ambientale che non implichi un percorso di deindustrializzazione forzata".

Il sindacalista Emanuele Scerra, segretario Femca Cisl, ha difeso a sua volta il settore dell'oil&gas: "è un lavoro pregiato rispetto ad altri perché il settore vede la presenza di imprese grandi come dimensioni, aziende che offrono un ambiente di lavoro strutturato e improntato alla sicurezza". Scerra poi si è rammaricato che "l’ambiente sia diventato un settore divisore nell’opinione pubblica, quando invece dovrebbe unire perché i lavoratori del settore oil & gas sanno come difendere l’ambiente ed hanno gli strumenti e le risorse per farlo". Scerra conclude constatando come "il governo Conte sia riuscito, unico nella storia, a mettere d’accordo sindacati e aziende, tutti uniti contro una moratoria alle trivelle basata su un piano governativo (Pitesai, Piano per la Transizione Energetica Sostenibile) che ha pochi dati oggettivi e tanta demagogia".

L'ambientologo Antonio Lazzari si è detto "contrario agli schieramenti ideologici, che vedono nel tema dell’ambiente due fazioni contrapposte - e ha spiegato - che gli accordi presi con la Comunità Europea sono chiari e vedono una riduzione delle emissioni ben definita e che non può essere disattesa. Quindi la strada deve essere intrapresa, ma pur rimanendo in un percorso tecnico e non ideologico". Come esempio di approccio non costruttivo Lazzari cita da una parte "le chiusure ambientaliste a qualsiasi progetto industriale ma anche la forzatura che il governo ha fatto per inserire nel piano di ripresa  progetti legati al Metano Blu, pur sapendo che sarebbero stati bocciati dalla Comunità Europea, cosa che è puntualmente avvenuta".

Franco Nanni, Presidente Ravenna Offshore Contractor Association ha posto l'accento sui numeri, spiegando che "la transizione energetica può essere fatta solo con gradualità, se si considera che oggi circa il 65% dell’energia elettrica in Italia viene prodotta con combustibili fossili e non esiste praticamente alcuna produzione da eolico". Infine l'imprenditore del settore oil & gas Stefano Bellomi ha evidenziato "come il Pitesai abbia come fine ultimo la deindustrializzazione forzata del settore con conseguente perdita di posti di lavoro in questo settore di elevata competenza e grandi opportunità".

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