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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Ordinanza sulla qualità dell'aria, le considerazioni di Spadoni (Udc)

“I dati riferiti al progetto VIIAS, - Valutazione integrata dell’impatto dell’inquinamento sull’ambiente e la salute -  presentati al ministero della Sanità  sono molto preoccupati, ma in verità, ripropongono un tema noto"

“I dati riferiti al progetto VIIAS, - Valutazione integrata dell’impatto dell’inquinamento sull’ambiente e la salute -  presentati al ministero della Sanità  sono molto preoccupati, ma in verità, ripropongono un tema noto sul quale, nel corso degli anni, non è emersa alcuna terapia efficace da parte dell’istituzione pubblica”. A parlare è Gianfranco Spadoni, esponente Udc in Provincia a Ravenna.

“I vari studi prodotti dagli enti locali, come ad esempio, quello del Piano generale del traffico urbano del Comune di Ravenna o  lo stesso Piano Clima redatto dalla Regione e dalla Provincia di Ravenna, mettono in risalto i pericoli dell’inquinamento atmosferico e le statistiche con le quali si evidenziano  le principali cause, ma, poi alla diagnosi non segue alcun tipo di  terapia.  Fatta eccezione dell’annuale provvedimento della Regione esteso ai comuni per la limitazione del traffico urbano per contenere gli sforamenti delle polveri sottili e di altri pericolosi inquinanti, considerato ormai come un’iniziativa di mera sensibilizzazione senza produrre risultati di alcun rilievo, se non quello di introitare risorse messe a disposizione dall’Unione Europea”.

“Una mezza giornata la settimana d’interdizione al traffico delle auto, infatti, non rappresenta la risposta  adeguata per affrontare una questione di così elevato impatto per la salute umana. E’ assolutamente fondamentale agire sulla mobilità, specie sul trasporto pubblico, ma negli ultimi vent’anni non si sono registrati interventi di particolare rilievo. E gli stessi dati pubblicati  sul citato  Piano clima 2007-2020 sono la conferma di una  situazione molto grave che non può essere curata con il farmaco palliativo delle giornate ecologiche. Basti citare solo alcuni  esempi per comprendere la dimensione del problema:  il parco mezzi del trasporto pubblico locale è costituito da 202 mezzi, di cui solo 52 alimentati a metano e il resto sono ancora a gasolio; il trasporto privato rappresenta il 73,6% e gli spostamenti casa-lavoro con auto privata sono oltre il 78,2%.  Tra l’altro il  movimento in arrivo nella nostra  provincia per motivi di studio e lavoro con mezzi pubblici nel 1991 era 18,738, e  nel 2001 è sceso a 12,618 con una variazione negativa di  meno 32,7%, e addirittura i movimenti in partenza con auto privata assommano a oltre il 40%.  Prova provata di come il settore trasporti abbia un grosso peso e responsabilità per quanto riguarda le emissioni di PM10 con percentuali elevatissime. Il  citato documento regional-provinciale evidenzia, inoltre, come la qualità dell’aria sia migliorata sotto l’aspetto della presenza di monossido di carbonio e biossido di zolfo, ma  presenti  altre criticità molto serie, come, ad esempio, inquinanti quali il particolato PM10 e PM2.5, ozono, e biossido di azoto. Addirittura per quanto attiene  il PM10 nel corso del 2011 si è registrato un forte aumento delle concentrazioni, confermate per gli anni seguenti” continua Spadoni

“In altre parole, il trasporto pubblico mostra la sua inadeguatezza, non è competitivo e neppure  attrattivo, al punto di non riuscire a   sottrarre alla mobilità privata quote sempre maggiori di utenza. Oltretutto gli enti locali in tutti questi anni si sono  limitati alle giornate ecologiche o di semplice blocco parziale del traffico senza avere investito sul trasporto pubblico”conclude il consigliere provinciale Udc  
            

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