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Ostello Dante, Mingozzi (Pri): "Non condivido le idee del Collettivo autonomo"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

Non conosco gli aderenti al Collettivo autonomo ravennate, ma li ringrazio ugualmente per il contributo offerto, tramite Ravenna in Comune, sul destino dell'Ostello Dante. Non condivido le loro idee per il riutilizzo dell'edificio chiuso da anni, del resto il Collettivo non condivide le mie, ma almeno cerchiamo di capirci. Ogni grande o media città europea è dotata di un ostello in grado di offrire servizi, pernottamenti e soggiorni a basso costo per giovani e studenti di tutto il mondo che spendono parte delle vacanze o del tempo-studio per conoscere l'Europa e le sue principali città e culture. Ravenna è tra queste, ma nell'anno di Dante non offre un'Ostello degno di questo nome, a mio avviso si può rimediare se il Comune si aggiudica il restante 20% della proprietà, ne decide il rilancio con partner affidabili e del settore. Ma parliamo di un'Ostello, non di uno spazio comunitario e sociale per esigenze e necessità del tutto legittime e da risolvere, ma che con le funzioni di un Ostello non hanno nulla a che fare. Il Dante è nato con quelle finalità e tale deve rimanere, per il buon nome di Ravenna nel mondo, per un'utenza libera e giovane che continua a crescere e si affida a strutture sicure e gestite con la dovuta professionalità, non un ibrido tra affittacamere, diurno per anziani o centro sociale, con tutto il rispetto.   

Giannantonio Mingozzi, Partito repubblicano italiano

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