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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Passa senza non poche polemiche il "Regolamento capanni"

E' stato approvato giovedì dal consiglio comunale di Ravenna il cosiddetto “Regolamento capanni” con 22 consiglieri favorevoli e 5 contrari.

E' stato approvato giovedì dal consiglio comunale di Ravenna il cosiddetto “Regolamento capanni” con 22 consiglieri favorevoli e 5 contrari. Durante i prossimi 60 giorni il regolamento sarà pubblicato all’Albo Pretorio per essere sottoposto a pareri di soggetti preposti e a osservazioni da parte di cittadini. Queste ultime saranno vagliate dagli uffici comunali e sottoposte alla discussione finale in Consiglio comunale contestualmente con l’approvazione del regolamento stesso.

"L’unica obiezione che siamo riusciti porre con successo contro l’iter di questa normativa è stato il rispetto del regolamento del Consiglio Comunale, secondo cui chi ha interesse diretto nelle questioni, o parentela con chi ne abbia, debba astenersi dalla partecipazione al voto", evidenziano Francesca Santarella e Fabrizio Martelli, del Movimento 5 Stelle.

"A niente è valso sottolineare le imbarazzanti contraddizioni del regolamento, che definisce i capanni strutture in legno ed in precario di stabilite dimensioni e poi permette che altre strutture, che sono tutt’altro che capanni ma vere e proprie ampie villette in muratura, possano continuare a permanere su aree protette e pubbliche - evidenziano i grillini -. Risulta in tal modo snaturata la definizione stessa di capanno, come struttura in precario derivante dall’antica maniera d’uso delle zone vallive ravennati, maniera, questa sì, assolutamente da tutelare e tramandare. Non un regolamento, quindi, ma trattamento dispari verso chi ha rispettato le regole e chi no, ed un condono a tutti gli effetti, di cui, tra l’altro, il Comune non avrebbe nessun legittimazione a predisporre, tantomeno in aree protette e vincolate come sono le nostre valli. Chiedere ripetutamente alla maggioranza che cosa sono per loro esattamente i “capanni” e ricevere solo imbarazzato silenzio la dice molto lunga. Dove poi, nel punto in cui si legittima l’esistenza di un capanno sostenendo che per essa basta o un titolo edilizio o una semplice concessione d’uso dell’area, sottraendo quindi al controllo specifico il manufatto, controllo edilizio e ambientale, su cui il Regolamento del Parco del Delta già da anni doveva essere sovrano, la dice altrettanto lunga".

Continuano Santarella e Martelli: "A nulla è valso ricordare che “la concessione è provvedimento amministrativo del Comune necessario al fine di regolamentare dal solo punto di vista patrimoniale l'utilizzo del terreno di proprietà comunale eventualmente occupato da capanni”, e che il concessionario non può portare modifiche allo stato dei capanni se non autorizzate dai competenti servizi comunali, ove, in caso di modifiche non autorizzate o concessionate, la convenzione viene immediatamente revocata al concessionario. Una condizione evidentemente assai poco soddisfatta e per nulla monitorata dagli organi preposti, che ha permesso, da quasi quarant’anni, ossia dall’entrata in vigore del primo regolamento del ’75 in cui si prescriveva che “Tutti i capanni esistenti dovranno uniformarsi alle prescrizioni del presente regolamento”, la permanenza di manufatti che tutto sono tranne che capanni e che costituiscono la larga maggioranza dei casi".

"Non per niente, si procede ad oltranza con la proroga delle concessioni, anche recentemente, grazie ad una determina dirigenziale del novembre 2012, e non, chissà perché, al rinnovo delle stesse. Abbiamo inoltrato mesi fa in Regione una serie di richieste che domandano chiarezza anche in questo senso - evidenziano ancora gli esponenti del Movimento 5 Stelle -. Il tutto per perpetrare la consolidata tradizione di vendita e trasmissione di questi ambitissimi manufatti, quando invece la concessione non può essere trasmessa in via ereditaria e, alla sua scadenza, dovrebbe venir assegnata mediante bando pubblico. Un giro di denari di certo non trascurabile.
In aula, invece, durante uno degli abbracci PD-L, PDL e stavolta anche Lega Nord, proficui per migliaia di ravennati consci (forse) di non aver rispettato le regole e prossimi al voto,  anziché rispondere a precise richieste di chiarimento e non adottare regolamenti quantomeno ambigui, niente di meglio che pennellare romantiche ed odorose abbuffate di braciole nelle bicocche sperdute tra le valli: la commozione diventa palpabile, noi veniamo accusati di insensibilità verso queste gloriose tradizioni (quasi che anche l’abuso sia una tradizione, dalle nostre parti) ed il “regolamento” viene bellamente approvato".

"Clamoroso, poi, anche per noi che siamo i sostenitori della rete libera e disponibile ovunque, che il regolamento preveda l’installazione di fibra ottica e quant’altro anche per i capanni, ove semplici connessioni a reti wireless sono sufficienti per le informazioni utili alla pratica, come meteo e andamento maree… meno “precario” di così", concludono.

Sulla questione è intervenuto anche il consigliere comunale della Lega, Paolo Guerra: "Il tema è complesso e l’assenza di un indirizzo da parte delle Amministrazioni che si sono succedute per oltre 20 anni, ha creato anomalie eclatanti, quando finalmente  è stato proposto un Regolamento che incentiva ad una iniziale riqualificazione da farsi entro tre anni, ritengo sia stato utile avallare questo documento anche in presenza di qualche lacuna. Penso sia approssimativo affrontare questo tema riferendosi alle anomalie più eclatanti come lo “chalet” sul Fiumi Uniti, senza pensare invece a quel 90% dei capanni autorizzati o quanto meno in possesso di un titolo di insistenza con carattere di storicità. Questi insediamenti e la fruizione delle zone umide fanno parte della storia e della tradizione tutta romagnola che, nel rispetto delle leggi, deve essere meglio indirizzata di quanto fatto in passato".

"Anche con gli emendamenti presentati al Regolamento, ho ribadito che per rimuovere le anomalie e le strutture fuori regola è necessario introdurre rapidamente il Piano di Recupero e il Regolamento sulle concessioni - continua il consigliere del Carroccio -. L’approvazione all’unanimità dei miei due ordini del giorno, offrono un certo equilibrio ed una prospettiva condivisibile. Il primo documento sottoscritto da tutto il Consiglio impegna l’Amministrazione a predisporre in tempi rapidi il Regolamento delle Concessioni, fondamentale per consentire ai capannisti di effettuare quegli interventi di ristrutturazione e di riqualificazione a fronte di un termine preciso ed una tariffazione chiara".

"Tema analogo e molto vicino alla questione della Bolkestein per gli stabilimenti balneari. Il secondo ordine del giorno approvato richiede una sensibilizzazione ed un potenzionamento del servizio di vigilanza nelle valli per evitare che nel  periodo in cui saranno avviate le riqualificazioni dei capanni non vengano abbandonati nell’ambiente materiali di risulta delle strutture. Resta da augurarsi che durante la predisposizione del Piano di Recupero l’Amministrazione possa introdurre le parti risultate mancanti nel Regolamento", conclude Guerra.
 

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