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Penuria di lavoratori stagionali, Ravenna Coraggiosa: "Basta lavoro senza diritti"

"Va contrastato il rischio che dopo il Coronavirus aumenti la precarietà e che la crisi giustifichi una ripartenza senza il rispetto delle regole"

Come da calendario, torna puntuale in questi giorni la diatriba sulla penuria di lavoratori stagionali nel settore turistico, alberghiero e dello svago. Dopo i sindacati, intervengono anche da Ravenna Coraggiosa: "Ci sentiamo di rinnovare l’appello a tenere alta l’attenzione rispetto alle distorsioni che si sono prodotte nel mercato sulle prestazioni stagionali di questi settori soprattutto oggi, sotto l’effetto combinato di vecchi vizi e degli esiti economici della pandemia. A rimetterci sono molto spesso i giovani, le ragazze e i ragazzi che, come da tradizione del nostro territorio, si trovano spesso ad entrare nel mondo del lavoro “per fare la stagione". La ricerca di prestazioni di lavoro sempre più flessibili, temporanee, saltuarie ha portato a una miriade di tipologie di rapporti accomunati da un tratto comune: sempre più lavoratori precari, a chiamata, malpagati e spesso senza le tutele assicurative, sanitarie e previdenziali. Va contrastato il rischio che dopo il Coronavirus aumenti la precarietà, e che la crisi giustifichi una ripartenza senza il rispetto delle regole, a cominciare dalle politiche di “vaccinazione aziendale” in discussione per gli operatori turistici che rischiano ancora una volta di allargare il divario tra chi è in regola e chi non lo è".

"Occorre responsabilità da parte di tutti, ma anche che gli enti preposti al controllo svolgano la loro funzione - continuano - La grande questione sociale e delle disuguaglianze si affronta con una nuova cultura fondata sulla consapevolezza che nessuno si arricchisce scaricando le difficoltà sui soggetti più deboli, cioè le lavoratrici e i lavoratori. Semmai serve riqualificare l’offerta e investire anche sui servizi, sulle professionalità e quindi sul personale e sulla formazione. Tutti abbiamo grandi aspettative e speranze per l’estate, ma la malattia cronica della precarietà di cui il Paese è affetto da molto tempo rischia ancora una volta di restare inguarita. Apprezziamo il lavoro di Cgil, Cisl e Uil che denunciano come dilaghino zone grigie, come in molti casi si perdano le maggiorazioni per lavoro straordinario diurno, notturno, festivo e domenicale. Come troppo spesso si dimentichi di riconoscere mensilmente agli stagionali i ratei di 13esima, 14esima, ferie e permessi. Come a fine stagione a molti sia escluso il riconoscimento del TFR. Come la paga oraria scende di 2-3 euro ma anche molto di più, di come spesso venga attribuito un livello più basso di quello contrattuale, generando un divario ulteriore".

Per questo Ravenna Coraggiosa rivolge un appello all’Osservatorio per il lavoro e la legalità, "costituito recentemente con nostra grande soddisfazione, affinché - coordinandosi con l’Ispettorato del lavoro, le autorità sanitarie, le forze dell’ordine e le organizzazioni sindacali - si concentri su queste situazioni critiche: individuandole puntualmente attraverso estesi controlli e adottando tutti i provvedimenti necessari per ricondurre alla legalità e al rispetto dei contratti, dei diritti dei lavoratori e delle regole sulla sicurezza del lavoro tutte le aziende che vogliono operare sul nostro territorio. Del resto, abbiamo già stigmatizzato il discutibile ruolo delle società di servizio per l’assunzione di stagionali, le “finte” cooperative e la possibilità per la criminalità organizzata di sfruttare questa fase di contrazione delle liquidità dovuta alla pandemia per aggredire nuovi settori e filiere. Lo facciamo noi, con forza, perché le segnalazioni di irregolarità diminuiscono. Le persone hanno paura, spesso si accontentano, sotto il peso della necessità e della situazione. E questa sarebbe una sconfitta per tutti".

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