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Personale 'anticovid' agli ingressi ospedalieri a 4,70 euro l'ora: "Il sindaco intervenga"

Sulle loro retribuzioni, bassissime, si è discusso molto nei mesi scorsi, con un incontro tra sindacati e azienda che si è rivelato un nulla di fatto

Sono oltre 200 in Romagna gli steward impegnati quotidianamente negli ospedali e nei presidi locali del sistema sanitario pubblico per garantire il rispetto delle norme di prevenzione anti-covid: oltre una sessantina sono a Rimini e altrettanti a Ravenna, una quarantina a Forlì e una cinquantina a Cesena. Ogni giorno presidiano 39 postazioni sanitarie nel riminese, 28 nel territorio di Forlì, 28 nel cesenate e 41 nel ravennate. Sulle loro retribuzioni, bassissime, si è discusso molto nei mesi scorsi, con un incontro tra sindacati e azienda che si è rivelato un nulla di fatto.

"Intercent-ER è l'agenzia regionale che funge da centrale di appalto e di acquisto di beni e servizi ad uso pubblico. Tra le 109 proprie convenzioni in essere figura, frazionata in sette maxi lotti, quella per i “Servizi di vigilanza armata, portierato e servizi di controllo”, attivata dopo gara d’appalto il 19 giugno scorso, per due anni, con le società RTI G.S.A. di Udine (capofila) e la cooperativa CO.L.SER di Parma. Sembra quasi per ironia che, nella legenda visibile sul sito internet dell’agenzia, questa convenzione figuri con il simbolo di “Iniziativa con requisiti di sostenibilità sociale”, almeno osservando cosa sia successo con il lotto n. 6 “Servizio di portierato e servizi ausiliari per le Amministrazioni delle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini” - spiega il capogruppo di Lista per Ravenna Alvaro Ancisi - Come scrive Marinella Melandri, segretaria generale della Cgil Ravenna, questa “convenzione, predisposta da Intercenter e utilizzata dall'Ausl significa avere lavoratori con funzione di portierato anche a 4,70 euro… Se la convenzione per appalti per le pubbliche amministrazioni produce quello che è successo a Ravenna c'è qualcosa che non va. Non può essere che un lavoratore a tempo pieno abbia un compenso simile al reddito di cittadinanza”".

Di qui la contesa sindacale, finora irrisolta, volta a portare questi compensi - oltretutto per un servizio di estrema delicatezza e responsabilità, che espone in prima persona al rischio di contagio da Covid e non solo - alla soglia un po’ meno indecorosa di 6,50 euro orari. "Alla convenzione può avere aderito, come ha fatto per esempio anche l’Agenzia per l’Ambiente Arpae, o tuttora può aderire, qualsiasi altra pubblica amministrazione della Romagna - continua il consigliere d'opposizione presentando un question time - Chiedo dunque al sindaco e presidente della provincia di Ravenna, in quanto tale anche presidente della Conferenza territoriale socio-sanitaria, organo di indirizzo politico-amministrativo dell’Ausl Romagna, se intende rappresentare in sede regionale, a nome dei Comuni della Romagna, l’inadeguatezza di un sistema di appalti pubblici che produce mal trattamenti dei lavoratori come questo, al limite dell’abuso; se abbiano aderito alla convenzione di cui sopra, riguardo al lotto “Servizio di portierato e servizi ausiliari”, anche attività di portierato o ausiliarie del Comune di Ravenna o di soggetti pubblici suoi partecipati; nel caso, se e come intenda operare per rimediarvi e, comunque, se ritiene di disporre che per nessuna esigenza del genere si ricorra a personale “somministrato”, tramite simili inter-mediazioni, come un pacco, non come persona con dignità di lavoratore o lavoratrice a tempo pieno".

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