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Eventi di Natale, Ancisi: "Un quarto di milione per il turismo visionario"

"Il turismo visionato a Ravenna per Natale costa dunque almeno un quarto di milione. Ho esposto dati e fatti incontrovertibili", attacca Ancisi

"A fronte del grande successo natalizio di Ravenna turistica che l’assessore al turismo gorgheggia, far luce su “Ravenna in luce” (prosaicamente video-mapping) è un atto dovuto". Lo dice il capogruppo in consiglio comunale di Lista per Ravenna Alvaro Ancisi, specificando che non si discute "il valore estetico e l’attrattività", ma si valuta "la proporzione tra il denaro pubblico così investito e i benefici della conclamata “operazione di promozione turistica”: di fatto l’unica, null’altro il Comune avendo destinato al riguardo. Va infatti rivelato che gli altri 10 mila euro spesi nella contingenza, andati alle associazioni del commercio e dell’artigianato per “I Capanni di Natale in piazza del Popolo” e “La Fiera di Natale in Viale Farini” (prosaicamente chioschi), sono stati giustamente attinti dai fondi delle “Attività Economiche” per lo “svolgimento di attività di animazione”. Basta non confondere gli allestimenti e le sagre, capaci di portare su due piazze e un viale cittadini autoctoni, immigrati o escursionisti, con gli inesistenti progetti di valorizzazione economico-turistica delle eccellenze ravennati: storiche, monumentali, artistiche e ambientali".

I COSTI DIRETTI

Ancisi snocciola i dati: "Gli impegni diretti di spesa registrati a bilancio sono stati di 199.559,68 euro. Per gli allestimenti tecnici 13,721 euro, noleggio attrezzature e fornitura servizi 85.034 euro, promozione pubblicitaria (pannelli, totem, pollicini, 10mila cartoline) 6.612 euro, servizi diversi 14.649 euro, direzione artistica e tecnica 79.544 euro. Noto appena come l’acquisto di virtù dell’ingegno umano (artistico o tecnico) incida sul totale per il 40%. Ogni famiglia o impresa che spenda i propri soldi ci rifletterebbe. Chi amministra i soldi pubblici dovrebbe invece chiedersi se sia corretto destinarne una parte importante sempre alla stessa persona, senza concorrenza con altre, a mo’ di vitalizio. Né si capisce perché il Comune paghi ogni volta delle “proprietà intellettuali” non meglio quantificate per prodotti caratteristici della sua città, tanto indispensabili da essere utilizzati ogni anno, senza averle nel frattempo acquisite. All’unica selezione pubblica effettuata, quella sui noleggi e i relativi servizi, che impegna la spesa più grossa, ha partecipato una sola ditta tra le cinque prescelte chissà come: ha dunque legittimamente corso da solo il vincitore, nel filone delle gare cosiddette “con fotografia”, su cui la nostra amministrazione comunale ha il record mondiale".

I COSTI INDIRETTI

"Siccome si parla di economia, che vuol dire reddito, posti di lavoro e capacità di spesa,, il costo del video-mapping andrebbe però valutato in termini economici, cioè di costo complessivo del prodotto - osserva Ancisi -. Se il video-mapping fosse sottoposto al “Controllo di gestione” del Comune stesso di Ravenna, ai costi diretti sarebbero aggiunti - così come per ogni impresa, commerciale, industriale, di servizi,  che i prodotti non li dà gratis - anche quelli che gravano indirettamente sul bilancio, in questo caso della spesa pubblica: nella fattispecie, il costo del personale del servizio Turismo, che ci ha lavorato molto e a lungo, il fitto figurativo per i locali impegnati, le stampe della tipografia interna, le spese generali (telefoni, spese postali, trasporti, utenze, materiali, mezzi e attrezzature varie): dire 30mila euro è stare bassi".

BROCHURE IN DISCARICA - E ancora: "Non si è però considerato il progetto dell’ente pubblico “Destinazione Romagna”, di cui Ravenna fa parte, rivolto a promuovere la stagione turistica natalizia della nostra intera sub-regione. Il quale, per quanto chiamato “Capodanno in Romagna” (a scanso di razzismo religioso), comprende tutti gli eventi organizzati da dicembre a metà gennaio. Oltre all’allestimento di un sito dedicato (https://www.capodannoinromagna.it/) e alle spese pubblicitarie effettuate sui media nazionali, sono state stampate 500mila copie di una brochure da 24 pagine, in cui, tra gli 85 eventi in cartellone, Ravenna occupa un quarto della pagina 17 con le sole Biennale del Mosaico contemporaneo, ormai agonizzante essendo aperta dal 7 ottobre, e le “Visioni di eterno” su “Battistero degli Ariani, Piazzetta degli Ariani, Palazzetto Veneziano, Piazza del Popolo”: che però sono solo due video-mapping scritti due volte. Sono stati dunque ignorati gli altri due, i più osannati, sul “Palazzo Rasponi Murat di piazza Kennedy” e sulla “Basilica di San Giovanni Evangelista-Giardini Speyer”, per il quale ultimo il Comune è riuscito perfino ad estorcere 10 mila euro alla Camera di Commercio A dir poco, sui costi di Destinazione Romagna, la promozione del video-mapping ha comunque inciso almeno per 20mila euro. Il turismo visionato a Ravenna per Natale costa dunque almeno un quarto di milione. Ho esposto dati e fatti incontrovertibili. Ognuno valuti da sé, senza farsela raccontare, su dove - tra “l’operazione di promozione turistica” incensata dall’assessore e lo schiaffo alla miseria - assestare il proprio giudizio".

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