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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Ancisi (LpR): "Il poltronificio di Romagna acque in acque agitate"

Interrogazione question time al sindaco da parte di Alvaro Ancisi, di Lista per Ravenna

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

Il Comune di Ravenna mi ha consegnato il 7 marzo scorso un plico indirizzatomi per posta prioritaria da persona non qualificata, contenente, tra l'altro, copia del verbale del Coordinamento dei soci di Romagna Acque riunitosi in data 30 novembre scorso, redatto dal funzionario verbalizzante. Romagna Acque è la società pubblica, interamente posseduta dagli enti pubblici locali, che produce e vende all'ingrosso l'acqua potabile di tutta la Romagna. Il proprietario di gran lunga principale è il Comune di Ravenna tramite Ravenna Holding, propria cassaforte finanziaria.

Carlo Pezzi, che ne è il presidente, ha partecipato alla seduta in questione, nella quale la discussione assai più lunga e controversa ha riguardato la decisione di incrementare i due vertici aziendali attuali, presidente (40 mila euro annui) e amministratore delegato (circa 70 mila), con l'assunzione di un terzo in veste di direttore generale. Non che ce ne fosse l'urgenza, giacché la società è dotata di tre dirigenti di ruolo (per circa 90, 113 e 107 mila euro cadauno), che coprono le tre grandi aree della gestione aziendale e ai quali un altro capo (con stipendio maggiore) non servirebbe, specialmente se di excursus politico. Già la nuova legge di riforma delle società pubbliche partecipate afferma che "l'organo amministrativo delle società a controllo pubblico è costituito, di norma, da un amministratore unico", e qui ce ne sono cinque. Ma vieta di procedere, fino al 30 giugno 2018, a nuove assunzioni in pianta stabile, se non ricorrendo a personale eccedente in altre società a controllo pubblico. Si è così deciso di assumere il nuovo direttore generale per un tempo determinato sontuoso, pari a 5 anni (altro che voucer).

Se ha più di 60 anni, potrà nel frattempo andare in pensione lussuosamente. Si è quindi disposto di provvedere alla "selezione" del fortunato "entro il mese di marzo 2017", mediante "adeguata procedura selettiva…ed adeguata forma di pubblicizzazione" e "con la massima trasparenza": virtuosità delle quali si è appena avuta un'apprezzata esperienza nel Comune di Ravenna, con la recente assunzione di 8 dirigenti per pari sontuosità quinquennale, avvenuta (secondo il sindaco) nel rispetto rigoroso di pari norme di legge Tuttavia la decisione è stata assunta solo "a maggioranza". Si è messo di traverso, astenendosi, l'assessore del Comune di Rimini Gianluca Brasini, che rappresentava anche l'omonima Provincia. Secondo lui, l'assunzione di un direttore generale non si giustifica finché non vengano "effettivamente concluse importanti operazioni societarie da tempo allo studio - quali ad esempio l'aggregazione in Romagna Acque degli asset idrici del bacino romagnolo - " che renderebbero "maggiormente opportune nuove figure apicali"; ma soprattutto egli ha posto problemi di opportunità, che si avrebbero "se con le procedure di selezione di tale figura dovesse essere individuato come Direttore Generale un soggetto che è attualmente membro del Consiglio di Amministrazione" (non dicendo però se avrebbe più di 60 anni). N

on mi addentro nei problemi esposti, che attengono sostanzialmente alla distribuzione del potere politico aziendale (le cosiddette "deleghe" del consiglio di amministrazione) dopo il "battiam battiam le mani arriva il direttor, battiam battiam le mani all'uomo di valor" (*). Sembra però stupefacente che, anche solo come eventuale, si sia potuto ipotizzare così in anticipo il vincitore della futura "adeguata procedura selettiva" tra la ristretta e ben circoscrivibile rosa dei membri del suddetto consiglio di amministrazione. A pensare male si fa peccato. Ma l'anonimo, quanto molto informato, mittente del plico indirizzato (chissà perché) al sottoscritto (chissà se anche alla Procura), si è spinto a scrivere, in un foglio a parte, con grandi lettere normografate, un breve messaggio contenente due nomi, dei quali - sembra dire - uno diventerebbe il direttore generale e l'altro prenderebbe il posto da lui lasciato libero nel consiglio di amministrazione.

Come prendere con una fava due piccioni, forse dello stesso maggiore allevamento politico della Romagna, forse anche di una sua medesima sede territoriale rispetto ad altra forse discorde. Respingo ogni volgare insinuazione, ritenendo però doveroso che il sindaco di Ravenna, grande maggior azionista di Romagna Acque, ne sia informato, così da dimostrarne la falsità. Essendo scaduto il 31 marzo il termine dell'ipotetica assunzione, nessuna comunicazione pubblica essendo conosciuta in merito, pare necessario chiedere al sindaco se intende chiarire l'accaduto in relazione alle conseguenze politiche/operative sull'azienda. Chiedo anche, per completezza, copia dell'organigramma e del regolamento interno di Romagna Acque come avrebbero dovuto essere modificati allo scopo e di ogni atto compiuto dalla società, direttamente o indirettamente, anche tramite altri soggetti, interni o esterni, circa la selezione avviata o in corso o conclusa. (*) Dal Festival di Sanremo 1954. (Secondo Giambattista Vico, il mondo si ripete incessantemente).

Alvaro Ancisi (capogruppo di Lista per Ravenna)

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