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Porto, Guerra (Pri): "La decrescita felice è un'utopia. L’approfondimento del canale è prioritario"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

Con riferimento all’interessante appuntamento del Partito Repubblicano che più di altri ha il merito di organizzare degli incontri pubblici su alcuni dei temi più strategici per la città, riteniamo sia utile toccare un argomento di enorme importanza per lo sviluppo del Porto di Ravenna che è quello della gestione dei sedimenti derivanti dal dragaggio per l’approfondimento dei fondali del Canale Candiano.

I progetti sull’area portuale e le positive ricadute in termini imprenditoriali e lavorativi, la possibilità di utilizzare le risorse che erano già a disposizione dell’Autorità di Sistema Portuale, alle quali si aggiungono quelle del Pnrr, sono scenari che, come in un domino, si riconducono inevitabilmente alle strategie adottate per questi materiali.

Fra le strategie possibili, grande attenzione merita l’impianto per il trattamento dei materiali di risulta dei dragaggi per il quale sono in corso gli iter autorizzativi e di valutazione per l’impatto ambientale. Dovrebbe sorgere nell’area “ex Carni”, fra l’area portuale e la Piallassa Piomboni, un ambiente di particolare pregio naturalistico sul quale, incredibilmente, non si sono ancora ultimati i lavori di separazione dall’adiacente area industriale. Per essere certi del funzionamento continuativo di questo strategico insediamento, in grado di trattare 250mila metri cubi di sedimenti all’anno, gli aspetti da valutare preventivamente sono diversi e richiedono chiarezza e lungimiranza. Oltre al fatto che diventano improrogabili i lavori di separazione fra Piomboni e area portuale, alcune perplessità emergono anche sul consumo di acqua dolce atteso per il funzionamento dell’impianto, stimato in 3.300 metri cubi al giorno, e la paventata necessità di ricevere sedimenti anche da altri Porti italiani.

La città che trae dal Porto di Ravenna buona parte del proprio sviluppo economico e lavorativo è consapevole che la “decrescita felice” rappresenta una utopia che speriamo rimanga circoscritta ai movimenti che l’hanno proposta e non attecchisca in seno all’Amministrazione ravennate. L’approfondimento del Canale Candiano da 10,50 metri ad almeno 12,50 se non fino l’ambizioso 14,50 resta per la nostra città uno degli aspetti prioritari per uno sviluppo ed un rilancio economico e lavorativo. Ma proprio per questo motivo, l’Amministrazione che si insedierà a Palazzo Merlato, sia in maggioranza che in opposizione, dovrà disporre di persone che, limitatamente alle competenze in capo al Comune, siano in grado di vigilare e di governare i processi decisionali per una corretta gestione dei sedimenti prelevati dai fondali.

Nella consapevolezza che questo nuovo insediamento potrà contribuire ad avviare molti dei progetti portuali in essere, auspichiamo che le valutazioni ed i pareri rilasciati dagli enti preposti tengano in considerazione tutte le possibili implicazioni di carattere ambientale in modo che l’impianto sia messo in funzione per lavorare a lungo, evitando controverse e future polemiche che ne rallentino l’operatività. Situazioni alle quali Ravenna è stanca di assistere.

Paolo Guerra - Presidente Assoraro e candidato indipendente nel Pri

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