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Martedì, 16 Aprile 2024
Politica

Porto, Di Marco ricomincia da tre e attacca Comune e Confindustria

Il presidente di Autorita' Portuale di Ravenna, Galliano Di Marco, e' un fiume in piena nella conferenza stampa di fine anno

Tre soluzioni per il futuro del porto e gli affondi contro Confindustria e amministrazione comunale. Il presidente di Autorita' Portuale di Ravenna, Galliano Di Marco, e' un fiume in piena nella conferenza stampa di fine anno. Non va a braccio come al solito, ma si affida a un documento di otto pagine "scritto con il cuore e con il sangue". D'altronde da un lato si sono decisamente deteriorati i rapporti con la giunta Matteucci, assente all'appuntamento di oggi che invece registra la presenza di diversi esponenti dell'opposizione, compreso il parlamentare romagnolo della Lega Nord, Gianluca Pini. Colpa della rimodulazione del Progettone con la realizzazione di due casse di colmata a mare. Dall'altro rimane la conflittualita' con gli industriali ravennati e il loro presidente Guido Ottolenghi, cristallizzata lo scorso venerdi' alla presentazione dello studio Nomisma.

"Un vero e proprio spot per le casse a mare", sottolinea Di Marco, illustrando le tre soluzioni presentate al tavolo tecnico istituito al ministero dei Trasporti. Compresi i progetti per gli impianti di trattamento provvisorio e definitivo. La soluzione "madre" con escavo a 13,5 metri, banchine, casse a mare e aree logistica 1 e 2 per accogliere i fanghi. Costo 283 milioni di euro di cui 47 per il nuovo terminal container che slitta nei tempi. La soluzione "figlia", con solo casse a mare e 12,50 metri. Spesa da 172 milioni gia' tutti a disposizione. Infine la "figliastra", senza casse a mare, ma a terra in logistica 1 e 2 e nelle aree S3 da espropriare a una ventina di privati. Costo 229 milioni.

I tre progetti, spiega Di Marco, sono stati "valutati molto positivamente" dal tavolo tecnico del ministero, con il coordinatore Ivano Russo a chiedere agli enti locali "di non dire solo no ma presentare alternative". Entro il prossimo febbraio si dovra' fare la scelta, mentre entro luglio-agosto Ap dovra' presentare il nuovo progetto definitivo per non perdere i 240 milioni di euro di investimento, 60 di avanzo, 60 dal Cipe e 120 da Bei. Di Marco spera di esserci anche se il suo mandato scade il 3 marzo. Comunque non forzera' la mano ma chiede che tutti i soggetti coinvolti "operino in termini eticamente responsabili. Non posso pensare che le istituzioni locali possano rinnegare le scelte operate gia' nel 2007 e il lavoro fatto assieme ad Ap".

Di Marco si accalora, si toglie la giacca e stigmatizza che la "piu' grande delusione e' l'assenza di un governo locale", associata dall'"investitura" al presidente Ottolenghi del "ruolo di governo". Di Marco rivendica anche quanto realizzato negli ultimi anni, a partire dai dragaggi, fatti "dovunque era possibile". Il progetto degli espropri, prosegue, voleva dare "gambe ad Ap, che ha solo banchine ed e' inaccettabile". Intanto dal 2012 i traffici sono aumentati del 10% e il porto di Marinara, "un cadavere quando sono arrivato", ha fatto incassare 1,2 milioni di euro.

Sul Progettone il presidente ammette qualche errore ma pesa sia che "un'opera di interesse strategico e' stata considerata subordinata all'effettivo interesse e convenienza di soggetti privati", sia la prassi di obbligare Ap a pagare "elevati canoni di affitto" per le aree destinare a casse di colmata. Prassi contro la quale si schiera anche il ministero. In particolare si tratta di Sapir e Cmc. Con la prima e' in corso tra l'altro un contenzioso per avere indietro gli affitti dell'area Trattaroli.

Da ultimo Di Marco ribadisce che le casse a mare non hanno conseguenze nocive sull'ambiente e sarebbero utile per il turismo. In Brasile Rio de Janeiro ci ha costruito sopra il museo firmato Calatrava. Dunque, conclude, "riesce difficile comprendere appieno la chiusura a priori del Comune". Di Marco vuole tenere duro ma al momento una conferma appare improbabile. Intanto pero' incassa l'endorsement dell'opposizione per prolungargli il mandato fino alle amministrative, se non oltre. Lui e' pronto anche al rinnovo nonostante le accuse di avete rotto l'armonia del cluster portuale. Di certo alla presentazione dello studio Nomisma si e' "vergognato per gli industriali. Hanno cercato di destabilizzarci, ma siamo ancora qua e ci rimarremo almeno fino alla mezzanotte del 2 marzo".

(fonte Dire)

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