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Post elezioni, il Pd di Faenza: "Occorre ripartire con umiltà"

"E' perfino inutile ribadirlo - esordiscono i dem -. Si è trattato di una sconfitta pesantissima, senza dubbio il momento più difficile nella storia del Partito Democratico"

Sabato si è riunita la segreteria del Partito Democratico di Faenza per una prima parziale riflessione sul voto di domenica scorsa. "E' perfino inutile ribadirlo - esordiscono i dem -. Si è trattato di una sconfitta pesantissima, senza dubbio il momento più difficile nella storia del Partito Democratico. Un quadro sconfortante solo in parte attenuato dalla rielezione al senato di Stefano Collina, alla camera di Marco Di Maio, e dall'essersi confermati a Faenza primo partito. Rivolgiamo perciò un grande e non formale ringraziamento a tutti gli elettori che hanno sostenuto il Pd in un clima così difficile. A Stefano e a Marco, insieme ad Alberto Pagani eletto a Ravenna, vanno invece i migliori auguri di buon lavoro".

"Paure, insicurezze, disaffezione e rabbia hanno inciso radicalmente in questi anni nella vita delle persone e nella società - proseguono i dem -. Il Partito Democratico che pure aveva rappresentato una speranza per oltre il 40% degli elettori alle Europee del 2014 non è stato in grado di riguadagnarsi la stessa fiducia, persa man mano per strada. Ovviamente dovremo capire il perché. Ciò che appare certo fin da ora è che denunciare l'irresponsabilità di alcune forze politiche che hanno speculato e fatto leva su questo clima, non solo non è servito, ma ci ha fatto apparire lontani dai problemi veri delle persone.  Ora ci attendono scenari inediti. Per il nostro Paese e, ovviamente, per il Partito Democratico. Il Pd è nato da una profonda spinta ideale, capace di unire menti e cuori. E' l'occasione, da oggi in poi, di dimostrare di essere ancora all'altezza di quella ambizione che in tanti sembrano aver dimenticato, sprecando energie in inutili e dannose contrapposizioni interne".

"Occorre ripartire con umiltà, consapevoli che è terminato il tempo sia delle rendite di posizione sia delle rivendicazioni di anacronistiche forme identitarie del passato. L'ascolto e il confronto devono tornare ad essere il nostro Dna, dentro e fuori dal Pd -conclude l'analisi-. La posta in gioco è troppo alta per rischiare di sprecare le migliori energie e le tante competenze che il Pd possiede, come dimostrato dai governi di questi anni a livello nazionale e dal lavoro positivo delle amministrazioni locali sul territorio. E' tempo della responsabilità. Come tutte le ripartenze, perfino un tempo propizio se dimostreremo la voglia di rimetterci in gioco".

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