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Pronto soccorso, Spadoni (LpRa): "Riqualificare l'organizzazione e potenziale il personale"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

Lunedì scorso il direttore generale dell’Azienda Usl Tiziano Carradori, con tutto il proprio staff e col sindaco di Ravenna in veste di presidente della Conferenza sanitaria territoriale, ha presentato i nuovi progetti d’investimento che puntano a riqualificare e ad aumentare gli spazi dedicati al Pronto Soccorso. Sicuramente si tratta di una delle carenze più evidenti e più sofferte dalla cittadinanza, tant’è che non si contano, in questo ultimo decennio, le proteste, le segnalazioni e le lettere di disapprovazione e di disagio di tanti pazienti. Spesso Lista per Ravenna dà loro voce e sostegno, costretti come sono a lunghe privazioni del comfort, della privacy e di un’assistenza adeguata. Un problema annoso, assolutamente mai preso nella dovuta considerazione dai direttori generali via via succedutisi. Eppure questo reparto, gravato peraltro da un forte aumento degli accessi, e non solo per il Covid, rappresenta il primo impatto di ogni paziente con l’ospedale, emergenziale e di soccorso, diagnostico e terapeutico. Il nostro giudizio sui lavori di ampliamento della struttura, pur se gravemente tardivi, è dunque positivo. Non possiamo tuttavia omettere, com’è stato fatto finora da una comunicazione stampa troppo a senso unico, che la disponibilità di maggiori spazi, quando ci sarà, neppure a breve, non costituisce di per sé garanzia di una presa in carico riguardosa del paziente, valida per il suo diritto ad un trattamento dignitoso e a cure efficaci.

Perché ciò finalmente avvenga, occorre che il sovraffollamento e i tempi di permanenza  del Pronto Soccorso siano governati rispettando gli standard e gli indirizzi esecutivi fissati da tempo dalla Regione, in ragione dei quali l’organizzazione del lavoro deve innanzitutto garantire i percorsi predefiniti che impongono un’attenzione prioritaria non solo per i casi gravissimi, ma anche per le persone più anziane e per i portatori degli handicap più difficili. Vanno anche totalmente rivisti, rendendoli più efficienti e tempestivi, tutti i processi di supporto al reparto, che passano attraverso le consulenze specialistiche interne, le indagini di laboratorio e radiologiche, l’osservazione breve intensiva e la gestione dei posti letto. Il tutto attivando soluzioni operative capaci di superare le criticità senza travalicare i tempi massimi di permanenza: otto ore secondo il ministero della Sanità, sei ore per la Regione Emilia Romagna.

Oltre agli interventi strutturali ed organizzativi, va sanata una questione importante per il Pronto Soccorso almeno quanto i maggiori spazi, un comfort decoroso e i tempi di attesa nella normalità. Vale a dire l’adeguamento numerico dell’organico, che deve marciare di pari passo, non più come una variabile indipendente. Se non si ottimizzano le risorse umane, attraverso il parallelo potenziamento delle figure mediche, infermieristiche e assistenziali (come le oss), da destinare a questo reparto nell’ambito di un riequilibrio generale del personale ospedaliero e non solo, si rischia di realizzare un’opera strutturalmente e operativamente più adeguata, ma monca, incapace di offrire servizi e prestazioni migliorative di un passato manchevole. Anche questo aspetto, oggi anche più difficile da risolvere, è conseguenza di una lunga sottovalutazione. Dando atto della validità degli interventi strutturali che sono stati annunciati, la nostra esortazione più incalzante è quindi di mettervi mano risolutivamente, prima che si cronicizzi. 

Gianfranco Spadoni, vicepresidente di Lista per Ravenna

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