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Pronto soccorso, Verlicchi (La Pigna): "Di fronte al pericolo di collasso cosa fanno Ausl e sindaco?"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

I problemi del Pronto Soccorso del Santa Maria delle Croci, sono purtroppo noti da troppo tempo.  A nulla, in questi numerosi anni, sono valse le segnalazioni di tanti Ravennati e le rimostranze che anche il gruppo consiliare de La Pigna ha mosso nei confronti della direzione sanitaria di AUSL Romagna  in diverse occasioni.  Rimostranze puntualmente rimbalzate dalla stessa direzione sanitaria e dal sindaco di Ravenna (in quanto autorità sanitaria locale). 

Eppure le criticità sono da tempo sotto gli occhi di tutti. A partire dagli spazi ristretti, passando per la carenza di attrezzature (barelle, materiali vari) sino ad arrivare alla carenza di personale.  In queste settimane, forse causa le alte temperature, l’accesso dei codici rossi in Pronto Soccorso è aumentato a dismisura. Negli ultimi giorni poi, si sono verificate situazioni a dir poco drammatiche  con il Pronto Soccorso letteralmente invaso di pazienti in condizioni critiche e con solo 2 medici a disposizione. Ci viene anche segnalato che la mancanza di barelle ha costretto il personale sanitario a far accomodare i pazienti su supporti di fortuna. 

È una situazione drammatica figlia di diverse cause, prima fra tutte l’indifferenza di chi doveva gestire il problema e pur essendone perfettamente conscio non l’ha fatto. E non si può certo, come al solito, liquidare il problema addossando la responsabilità ai cosiddetti “accessi impropri”, ovvero i pazienti che si recano in Ps per problematiche risolvibili con il proprio medico di base. Per questi casi, va detto, la soluzione sta nel rinforzare la medicina del territorio (Medico di Medicina Generale, assistenza infermieristica  domiciliare, infermiere di famiglia) e nel potenziamento della Guardia Medica, oggi “declassata” ad uno scarica barile con il Pronto Soccorso. Dicevo, non si può certo cavarsela parlando di “accessi impropri”, poiché il flusso di pazienti che si registra, specialmente in questo periodo, viene classificato per lo più come “codice rosso”, ovvero pazienti in condizioni gravi o estremamente gravi. 

Recentemente, il direttore di AUSL Romagna Tiziano Carradori, ha chiesto al Governo aiuto per risolvere l’annosa questione della carenza di personale. Tuttavia, questa richiesta di aiuto si profila più come l’ennesimo specchietto per le allodole, dato che il Carradori ormai da decenni è ai vertici della sanità regionale (prima come direttore dell’allora USL Ravenna, poi come direttore generale  della sanità in Regione e oggi come direttore generale di AUSL Romagna). È lecito pensare che fosse assolutamente al corrente della carenza di personale ed in particolare di medici ed infermieri. Eppure di lui non si ricorda alcun gesto od intervento atto ad ottenere, ad esempio, la cancellazione del numero chiuso alla facoltà di medicina. 

Sta di fatto che oggi, il personale sanitario ad ogni turno viene sottoposto ad un forte stress fisico ed emotivo, condizione che rischia di abbassare la soglia della loro attenzione e non consente ai pazienti di ricevere le prestazioni sanitaria di cui necessitano in tempi accettabili. Chiedo allora al Dottor Carradori e al sindaco Michele de Pascale, quest’ultimo in qualità di Autorità Sanitaria locale e di Presidente della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria della Romagna, se di fronte al pericolo di collasso del nostro Pronto Soccorso intendono voltarsi ancora dall’altra parte e buttare fumo negli occhi ai ravennati con roboanti annunci di interventi che, alla fine, si traducono in ben poca cosa. Esprimamo la nostra solidarietà al personale medico e paramedico del Pronto Soccorso di Ravenna che con spirito di sacrificio e abnegazione  lavorano per attutire i disagi derivanti da anni di cattiva gestione. 

Veronica Verlicchi - La Pigna

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