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Provincia, Spadoni (Udc): "Incertezza su 230 dipendenti. Che fine faranno?"

"A pochi mesi dalla chiusura delle province elette direttamente dai cittadini, sostituite per legge dai rappresentanti dei comuni, stupisce assistere a una diffusa superficialità delle istituzioni soprattutto per quanto concerne il futuro dei dipendenti"

"A pochi mesi dalla chiusura delle province elette direttamente dai cittadini, sostituite per legge dai rappresentanti dei comuni, stupisce assistere a una diffusa superficialità delle istituzioni soprattutto per quanto concerne il futuro dei dipendenti. Oggi l’ente di piazza dei Caduti conta circa 398 dipendenti e la Regione pare intenzionata ad assorbirne un centinaio e altri settanta dovrebbero passare all’agenzia regionale del lavoro". Gianfranco Spadoni, consigliere provinciale Udc Ravenna, si pone il problema.

"E sin qui si registra un’ apparente tranquillità se non fosse per gli altri 230 dipendenti sui quali regna l’assoluta incertezza occupazionale né s’intravvedono soluzioni di alcun tipo.  La grottesca situazione originata da un assurdo, indefinito e superficiale provvedimento legislativo è destinata a  ripercuotersi pesantemente proprio su coloro che sino a oggi hanno tenuto in piedi le province, costretti a subire un pesante trattamento fuori da ogni logica e, oltretutto, nell’assoluta estraneità, come nel caso locale", continua il consigliere. 

Spadoni chiede al presidente della Provincia "nella sua qualità di legale rappresentante dell’ente  e di datore di lavoro dei 230 dipendenti metaforicamente classificabili “tra color che sono sospesi “ come nel canto II° della Divina Commedia, quali azioni concrete abbia esperito per tentare possibili sistemazioni  a tutela del posto dei lavoratori. Si chiede inoltre al vicepresidente cui sono state delegate in data  28 luglio 2015 varie funzioni di competenza tra cui gli affari generali e istituzionali, il personale e   l’organizzazione, quali attività concrete egli intenda attuare per tentare soluzioni tese a garantire la stabile occupazione dei dipendenti dell’ente. Personale  sino ad ora completamente escluso  da ogni tipo di comunicazione istituzionale riguardante la propria attività professionale in funzione del  suo futuro.  Stupisce, infine, il giusto interessamento del Consiglio provinciale  a difesa del posto di lavoro dei dipendenti delle varie aziende in crisi del territorio, attraverso l’approvazione di specifici ordini del giorno, quando passa quasi inosservata la situazione interna all’ ente.  Al riguardo, si chiede anche una risposta scritta", conclude.  

         


 

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