Provincia unica, Spadoni: "Forzatura del Pd all’incontro con Errani"
"Spiace dover registrare questa forzatura, soprattutto se si considera che le sedi preposte, sono unicamente quelle degli organi eletti democraticamente dai cittadini con assemblee in cui c’è spazio per la dialettica tra maggioranza e opposizione"
"È un passo importante quello avvenuto giovedì in Regione per tracciare il nuovo assetto della macro provincia romagnola, soprattutto perché la riorganizzazione territoriale parte dal basso e vede le istituzioni locali come attori principali. Il Consiglio delle autonomie locali e la Regione, infatti, assumono questa funzione fondamentale per il riordino del governo del territorio, in attesa di una legge dello Sato cui farà seguito un provvedimento regionale per attribuire alle nuove province le materie di loro competenza e l’insieme di funzioni ad esse delegate. Se si vuole poi rendere efficace la forte terapia imposta dalla spending review, occorre un check up completo della situazione anche per quanto attiene la fitta ragnatela dei numerosi enti strumentali, società, agenzie, consorzi, e altri, attraverso l’ eliminazione di quel “sottobosco” che sottrae risorse importanti per la vita delle istituzioni. Una semplificazione del sistema, insomma, in grado di incentivare la dismissione delle quote di partecipazione della Provincia nelle società, enti, agenzie e partecipate, peraltro in buona parte non strategiche, per destinare quelle risorse a favore degli investimenti e dello sviluppo.
Tornando all’apertura della presente nota, un passo avanti è stato sicuramente compiuto, tuttavia non posso esimermi dal rimarcare l’inopportuna presenza del segretario provinciale del Pd ravennate alla corte del governatore regionale Errani, assieme alla delegazione istituzionale degli unici rappresentanti delle comunità locali legittimati a prender parte a tale iniziativa. Bon si è trattato del consiglio di amministrazione di una società per azioni cui prendono parte e contano i soci specie quelli di maggioranza, ma di un incontro istituzionale a tutti gli effetti, per aprire un confronto democratico quanto mai indispensabile.
Spiace dover registrare questa forzatura, soprattutto se si considera che le sedi preposte, sono unicamente quelle degli organi eletti democraticamente dai cittadini con assemblee in cui c’è spazio per la dialettica tra maggioranza e opposizione. In realtà, bisogna prendere atto, perché qualcosa è cambiato rispetto al passato: mentre una volta le decisioni avvenivano nelle sedi dei partiti, oggi hanno luogo direttamente nelle sedi istituzionali alla presenza dei rappresentanti politici, o meglio, come in questo caso, del segretario del maggior partito di governo locale. Leader politico, tra l’altro, che su questo tema non mi pare rispecchi per nulla la stessa linea della coalizione di centro sinistra in provincia. Occorre, dunque, fare un passo avanti distinguendo il ruolo della politica da quello delle istituzioni, i cui rappresentanti di queste ultime, peraltro, sono costretti a confrontarsi con l’ausilio di un tutor".