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"Accendi l'estate", la pubblicità hot che fa polemica

Associazioni femministe contro il Touchè, una nota discoteca di Marina di Ravenna. Ad alimentare le polemiche una pubblicità che vede una modella svestita

Associazioni femministe contro il Touchè, una nota discoteca di Marina di Ravenna. Ad alimentare le polemiche una pubblicità che vede una modella svestita. “Con l’inizio dell’estate – si legge in una nota del comitato promotore "Verso la casa delle donne" di Ravenna – ricompaiono le pubblicità che strumentalizzano il corpo delle donne e ne offendono la dignità, come dimostra l’immagine utilizzata recentemente dal locale”.

“Il femminicidio in Italia – scrive il comitato - ha assunto le dimensioni e l’orrore di una vera tragedia, già 55 donne sono state uccise dall’inizio dell’anno per mano di uomini, eppure nonostante ciò qualcuno continua a pensare che sia innocuo e persino divertente rappresentare le donne come semplici oggetti sessuali".

Sulla questione è intervenuto il coordinatore provinciale e consigliere comunale del Pdl a Ravenna, Alberto Ancarani, che parla di “comunicato talebano, oscurantista e ipocrita del cosiddetto Comitato per la costruzione di una casa delle donne a Ravenna, che prende di mira una locandina di un locale ove figura una bella ragazza svestita”.

Scrive l’esponente del Pdl: “Dobbiamo constatare che l’ ipocrisia e la malmostosità di tale consesso di menti non conosce limiti. La cosa grave è che il tema che pongono, quello del femminicidio e della sensibilizzazione sul tema della violenza troppo silenziosa – e troppo spesso silenziata dai media – nei confronti delle donne è di rilievo e tenere alta l’attenzione sull’argomento con le giuste modalità e secondo i giusti canoni sarebbe operazione benemerita”.

“Qui però ad essere sbagliati non sono solo il merito e il metodo, ma anche il titolo di chi – pensando di fare pubblicità a se stesso – la fa prima di tutto al locale che viene contestato – continua Ancarani -. Prima di tutto infatti sostenere che il femminicidio sia causato dalla pubblicità di un locale – questo in sostanza il concetto – è come sostenere che il locale istighi a delinquere ed è un’enormità tale da lasciare basiti. In secondo luogo perché il quantitativo di immagini discinte che ormai campeggiano in ogni rivista, addirittura nelle prime pagine dei newsmagazines, ben più provocanti di quella in essere è talmente elevato che la contestazione in essere appare solo ed esclusivamente strumentale”.

“Altrimenti – aggiunge l’esponente del Pdl - dovremmo pensare che il sempre più elevato uso di modelli maschi seminudi che campeggiano in TV sia un motivo per l’aumento degli omicidi fra uomini. Da ultimo, ma è il punto dirimente, dal pulpito di chi diceva “l’utero è mio e lo gestisco io” il dito puntato su un tema del genere è inaccettabile.  Solidarietà dunque al Touchè, ai ragazzi che vi lavorano e a quelli che lo frequentano.  Finchè ad attirarli è una bella ragazza, c’è solo da tirare un sospiro di sollievo”.

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