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Pullman da Ravenna per la manifestazione Fiom a Roma

La Fiom-Cgil della provincia di Ravenna sta ultimando gli aspetti organizzativi per la partecipazione alla manifestazione nazionale di sabato a Roma

La Fiom-Cgil  della provincia di Ravenna sta ultimando gli aspetti organizzativi per la partecipazione alla manifestazione nazionale di sabato a Roma. Sono programmate partenze in pullman da Ravenna dal Cinemacity all’1,15, da Lugo da piazza XIII giugno all’1,00 e da Faenza dal piazzale Iemca all’1,15. Per partecipare è assolutamente necessario prenotarsi negli uffici della Fiom, oppure attraverso il sito della Cgil di Ravenna (www.cgilra.it) entro mercoledì 15 maggio.

"E’ una manifestazione - spiegano dal sindacato - aperta ai lavoratori di tutte le categorie, ai precari e ai disoccupati che sono sempre più numerosi. Una manifestazione rivolta ai giovani che sono il futuro del nostro paese e che in questo momento stanno pagando il prezzo più alto di questa crisi. Questa è una piattaforma sindacale che porta in piazza i problemi dei lavoratori che in questi anni non solo non hanno avuto soluzione, ma sono stati aggravati dalle scelte del governo Berlusconi prima e poi dal governo Monti.

“Vorrei ricordare che nel pieno della crisi – dice il segretario della Fiom provinciale, Milco Cassani -  Berlusconi dichiarava che i ristoranti erano pieni e che era una crisi più psicologica che reale. Peccato che nel frattempo le aziende e le attività commerciali abbassavano le serrande e i lavoratori perdevano il lavoro. Nello stesso tempo però, sarebbe sbagliato attribuire tutte le colpe al governo di centrodestra. Il governo tecnico successivo ha ridato un minimo di credibilità al paese. Ha però fallito sul piano delle riforme e allo stesso tempo tutti ricordano bene l'incremento del livello di tassazione, la riforma delle pensioni che ha penalizzato i lavoratori attuali, oltre a colpire pesantemente i più giovani che in pensione dovranno andare in futuro. Con la riforma del mercato del lavoro ha modificato poi l'articolo 18 per facilitare i licenziamenti. Infine la questione degli esodati tuttora irrisolta e il problema del finanziamento degli ammortizzatori in deroga, che nei prossimi mesi potrebbe trasformarsi in un grandissimo problema sociale”.

Continua Cassani: "In un paese dove i diritti sembrano diventati un problema, un ostacolo alla crescita, si deve partire proprio dal diritto al lavoro. Oggi questo paese è privo di una politica industriale adeguata alla straordinarietà del momento e, purtroppo, paghiamo anche il prezzo di una classe imprenditoriale nei settori strategici dell'industria, che non sempre avverte nel modo giusto il peso della responsabilità sociale. Chi scommette sul lavoro senza diritti scommette nell'impoverimento del paese. E' necessario un consistente piano di investimenti pubblici e privati per rendere le produzioni compatibili e sostenibili dal punto di vista ambientale. Nel frattempo bisogna difendere i posti di lavoro incentivando le aziende che riducono l'orario di lavoro con i contratti di solidarietà".

"C'è bisogno poi di norme sulla rappresentanza e la democrazia nei luoghi di lavoro, perchè senza queste, sono le aziende a scegliersi il sindacato con cui trattare, ne sono un esempio gli accordi separati nei meccanici - prosegue il sindacato -. L'accordo fatto da Cgil Cisl e Uil sulla rappresentanza certamente contiene aspetti positivi, anche se non risolutivi di tutti i problemi, che però è bene valutare a fine percorso, visto che il testo approvato da Cgil Cisl e Uil dovrà essere discusso anche con la Confindustria.

“Un accordo unitario per quanto importante non fa però l'unità del sindacato – commenta Milco Cassani -.  Anni di divisione non si sanano con un'intesa. In ogni caso credo ci si debba concentrare sulle cose che uniscono se fanno l'interesse dei lavoratori. Nella situazione attuale è sicuramente un passo in avanti. Penso anche che il risultato delle ultime elezioni e l'attuale situazione politica, abbia spinto le organizzazioni a rimettersi attorno ad un tavolo. Un segnale che se sarà supportato da fatti concreti troverà anche il consenso dei lavoratori. Se non andrà oltre l'opportunità del momento porterà ad un ulteriore indebolimento della rappresentanza”.

Cassani si sofferma anche sul nuovo governo: “La possibilità che riesca nelle intenzioni programmatiche dichiarate, non mi portano a essere particolarmente fiducioso Vorrei dire, però, che si sarebbe dovuto fare il possibile per evitare un governo come questo. Alcune riforme necessarie, accompagnate dalla gestione ordinaria del paese, le avrebbe dovute fare il precedente governo che era sostenuto dagli stessi partiti e che oggi stanno pagando un prezzo in termini di consenso. Questo non può essere un governo di legislatura, si intervenga in fretta sulle cose più urgenti e si vada al più presto al voto, per creare un governo che sia espressione del voto popolare”.

Cassani individua anche riflessi sul sindacato per effetto di questa situazione: “Difficile pensare che il prossimo congresso della nostra organizzazione non risenta di questa situazione. Personalmente ritengo che l'autonomia del sindacato dai partiti possa facilitare una discussione più centrata sul merito dei problemi e meno alle appartenenze politiche. Una grande organizzazione sindacale pur consapevole delle differenze, deve sapersi e volersi rapportare con tutte le forze politiche, nell'unico interesse che rappresentiamo che è quello dei lavoratori”.

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