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Purificatori d'aria nelle scuole, Ferrero (FdI): "Non è con i divieti che si contrasta il Covid"

Il Consiglio comunale di Ravenna ha infatti approvato la mozione di Fratelli d'Italia per dotare le aule scolastiche di sistemi di sanificazione dell’aria

Un passo in avanti per l'arrivo dei purificatori d'aria nelle scuole di Ravenna. Il Consiglio comunale ha infatti approvato una mozione avanzata da Fratelli d'Italia per chiedere alla Regione di dotare gli ambienti scolastici di questi strumenti per il contrasto della pandemia da Coronavirus.

"Da sempre abbiamo sostenuto che quanto fatto fino ad ora non fosse sufficiente ed i dati che tutti i giorni ci vengono forniti ne sono una dimostrazione - afferma  Alberto Ferrero, capogruppo di Fratelli d'Italia in Consiglio comunale - Non è con i divieti che si contrasta una epidemia, ma rendendo più salubri gli ambienti in cui maggiormente ci si può contagiare. Purtroppo, anche a livello nazionale, si è stati un po’ sordi verso questo approccio, preferendo altri strumenti che, tuttavia, hanno dimostrato di non essere sufficienti".

"Fratelli d’Italia ha sempre sostento che andassero resi maggiormente salubri luoghi, quali le scuole, da cui provengono molti contagi, inoltre, i contagi nelle scuole hanno come effetto quello di portare alla didattica a distanza che ha indebolito l’offerta formativa e provocato disagi alle famiglie. Ora - conclude Ferrero - finalmente, anche il nostro comune, si farà parte attiva in regione affinché vengano predisposte delle risorse per dotare le aule delle proprie scuole di sistemi di sanificazione dell’aria, come hanno già fatto altri comuni della regione.

Di seguito la proposta depositata dai consiglieri di Fratelli d’Italia, insieme ai consiglieri del Partito Democratico Stefania Beccari e Marco Montanari, Luca Cortesi di Ravenna Coraggiosa, Giancarlo Schiano del Movimento 5 Stelle, Chiara Francesconi del Pri, Daniele Perini della Lista de Pascale Sindaco, Veronica Verlicchi de La Pigna e Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna.

“La pandemia da Covid-19 – dicono i consiglieri - ha posto in situazione di emergenza e di stress tutto il sistema sanitario tanto che il Governo ha ritenuto necessario prendere decisioni che hanno avuto un forte impatto sulla vita collettiva e hanno coinvolto in modo rilevante la scuola, con conseguenze educative e psicologiche importanti sugli studenti. La didattica a distanza ha fatto emergere nuove e latenti debolezze, vulnerabilità e disuguaglianze  del sistema scolastico. Il percorso di apprendimento degli studenti è risultato più frammentario e lacunoso e la DAD ha indebolito l’offerta formativa. Le dinamiche relazionali e sociali in tutte le fasce d’età si sono impoverite e questo ha accentuato il problema della dispersione scolastica".

"I fondi stanziati dal governo sono stati utilizzati nell’ambito dell’autonomia scolastica, in funzione delle proprie concrete esigenze ma le più recenti ondate epidemiche hanno colpito prevalentemente la popolazione scolastica - aggiungono i consiglieri - nonostante l’applicazione delle normative di distanziamento, di sanificazione degli ambienti e di protezione individuale. Anche il numero elevato di studenti per classe e spazi non sempre adeguati alle necessità sono un ulteriore fattore di rischio in un contesto pandemico. È quindi importante farsi parte attiva nella discussione politica per riflettere e superare i criteri e i parametri per la formazione delle classi. Ora va fatto ogni sforzo per mantenere la didattica in presenza e tale condizione è veicolata da strategie di medio e lungo termine per rendere salubre l’ambiente scolastico".

"Chiediamo all’amministrazione di farsi parte attiva in un intervento straordinario sulle scuole finalizzato a rendere più sicuri gli ambienti scolastici e di trasporto pubblico locale in termini di salubrità dell’aria, verificando anche la possibilità di installare opportuni sistemi di sanificazione atti al ricambio dell’aria laddove i sistemi fossero vetusti o assenti, previo riscontro tra costi e benefici. Chiediamo – concludono - di verificare se sia possibile attingere ai fondi del PNRR per colmare le carenze strutturali, qualitative e quantitative, dell’offerta di servizi di istruzione in tutto il ciclo formativo con progetti mirati a destinare risorse per la sicurezza, per la riqualificazione e l’ammodernamento dei luoghi del sapere, intesi anche come spazi destinati all’apprendimento, all’innovazione educativa, alla sperimentazione di nuovi linguaggi per la scuola che integrino l’approccio tecnico alla competenza del sapere pedagogico.”

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