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Raduno dedicato al gerarca fascista Muti: "Le istituzioni pubbliche lo scongiurino"

Un'interrogazione presentata giovedì al ministro degli Interni Alfano da parte dai deputati ravennati Giovanni Paglia di SEL (primo firmatario), Andrea Maestri del Gruppo Misto e Alberto Pagani del PD, sul consueto raduno dedicato alla memoria del gerarca Ettore Muti

Un'interrogazione presentata giovedì al ministro degli Interni Alfano da parte dai deputati ravennati Giovanni Paglia di SEL (primo firmatario), Andrea Maestri del Gruppo Misto e Alberto Pagani del PD, sul consueto raduno dedicato alla memoria del gerarca Ettore Muti,  che si dovrebbe tenere al Cimitero Monumentale di Ravenna durante l'ultima settimana di agosto. "Crediamo sia il tempo che le istituzioni pubbliche, dal Governo in giù, prendano provvedimenti che scongiurino l'ennesimo raduno di nostalgici del fascismo, all'interno di un luogo che è di tutti i ravennati nonché per rispetto della sensibilità di quei cittadini che hanno lì i propri cari sepolti, caduti in guerra proprio per combattere la dittatura nazi-fascista", spiegano i firmatari.

Ormai da diversi anni durante l’ultima domenica di agosto, si tiene un raduno presso il Cimitero Monumentale di Ravenna con lo scopo di commemorare l’uccisione del gerarca fascista Ettore Muti avvenuta tra il 23 e il 24 agosto 1943. Ettore Muti è stato uno dei capi del movimento fascista nel Ravennate nonché segretario del nazionale del Partito Nazionale Fascista (PNF) al momento dell’entrata dell’Italia nella Seconda Guerra Mondiale.

"Il raduno succitato - asseriscono i deputati - in molte occasioni passate si è tramutato in luogo per proclami, orazioni dai contenuti propri o prossimi a quelli di matrice fascista, nonché spazio propizio per l'esposizione di stendardi o labari o bandiere e per l'ostentazione di saluti romani, fez, camice nere; episodi sempre riportati dalla stampa locale, nei blog e nei siti della destra. La legge n.645/52 punisce chiunque con parole, gesti o in qualunque altro modo compie pubblicamente manifestazioni usuali al disciolto partito fascista. La legge n.205/93 punisce chi pubblicamente esalta esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche. Nonostante l’associazione organizzatrice del raduno, Associazione Nazionale Arditi d’Italia (ANAI) tramite le Federazioni ravennate e bolognese, abbia nel corso degli anni tenuto a specificare che il raduno si configurasse come cerimonia apolitica, i fatti si sono incaricati di smentire questo auspicio. I cimiteri sono luoghi di raccoglimento per tutta la cittadinanza e sarebbe buona norma che non vi avessero luogo manifestazioni di alcun genere atte a turbare la memoria e la sensibilità di coloro che vi hanno i propri cari sepolti, in tal caso quelli che caddero in battaglia, combattendo contro quei simboli e quell'ideologia; quelli che perirono in vario modo per causa della guerra imposta da quel regime e ne sopportarono le conseguenze; quelli che provenienti da altri Stati caddero qui per concorrere a sconfiggere la dittatura nazi-fascista e a riportare la libertà e la democrazia in Italia".

 I deputati chiedono "se non sia il caso di intervenire preventivamente attraverso i più adeguati provvedimenti di cui dispongono le autorità pubbliche per impedire la prosecuzione di questi accadimenti in quanto irriguardosi dei principi costituzionali e trasgressivi di norme di legge e regolamentari".

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