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Anche Ravenna celebra la giornata contro le mutilazioni genitali femminili

In seguito al fenomeno migratorio, il fenomeno interessa anche l’Europa dove le statistiche parlano di circa 60.000 vittime e 20.000 bambine a rischio di queste pratiche

Venerdì si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale contro l'infibulazione e le mutilazioni genitali femminili. Le Nazioni Unite hanno scelto tale giornata nel 2003 per diffondere una sempre maggiore consapevolezza su questa pratica tradizionale che a tutt’oggi viola i diritti umani di donne e bambine in tutto il mondo. Le mutilazioni genitali femminili (MGF) infatti sono state messe al bando dalle Nazioni Unite quali violazione dei diritti umani e abuso irreversibile dell’integrità fisica di donne e bambine.

Continuano a essere praticate in oltre 28 paesi africani e in alcuni paesi asiatici. In seguito al fenomeno migratorio, il fenomeno interessa anche l’Europa dove le statistiche parlano di circa 60.000 vittime e 20.000 bambine a rischio di queste pratiche. Di qui la necessità di affrontare il problema nella realtà italiana, con il coinvolgimento delle comunità dei migranti e l’elaborazione, insieme al personale sanitario, di strategie di tutela, prevenzione e contrasto. “Da un anno a Ravenna – afferma l’assessora alla sanità e politiche sociali Giovanna Piaia - stiamo promuovendo nel territorio, in collaborazione con la Regione e attraverso un finanziamento nazionale, una attività diffusa di sensibilizzazione che ha utilizzato le modalità organizzative proposte dalle Associazioni locali e da operatori sociosanitari che hanno esperienza e relazione con le donne migranti".

"Le mutilazioni genitali femminili, essendo radicate come norma sociale in alcune etnie, ci impongono di riflettere su come diffondere una maggiore educazione al rispetto del corpo femminile e alla conoscenza delle nostre norme giuridiche, tali da determinare scelte soggettive motivate e convinte di rifiuto da parte di le pratica e di chi le subisce - continua Piaia -. Nel processo migratorio si aprono delle chance di abbandono della pratica che devono essere sostenute dalla comunità educativa e sanitaria dei nostri Servizi. Per questo abbiamo scelto un approccio multidisciplinare e di reciproco scambio di cultura che si è realizzato in molte forme di incontro. Nelle prossime settimane, in data da confermare alla Casa delle Donne si svolterà anche un incontro pubblico con Ilaria Simonelli sociologa della salute e degli stili di vita."

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