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RavennAntica, l'assessore risponde alle proteste: "In 15 anni tanti restauri importanti"

Dopo le proteste della lista La Pigna, che ha contestato alla presidente di RavennAntica Elsa Signorino di aver creato una società "inutile per dar lavoro ai propri cortigiani", l'assessore risponde per far luce sulla situazione

Poco dopo la replica della Signorino, il movimento La Pigna ha risposto all'assessore. "La replica del trio Signorino-Gualtieri-Fioravanti è davvero inquietante. Comunicano ai  ravennati che hanno fatto deliberare al consiglio di amministrazione della fondazione RavennaAntica la costituzione di una srl con lo scopo di partecipare a una gara d’appalto, persa miseramente. Un qualsiasi amministratore capace avrebbe invece optato per un'associazione temporanea di imprese, da costituirsi una volta aggiudicato l'appalto. Ma d'altra parte, a differenza delle aziende private, a pagare i costi - e in questo caso anche le perdite - ci pensa il comune (leggasi i cittadini) e non certo i tre con le loro tasche. Amettono, addirittura, che hanno tenuto in vita la società RavennAntica srl per reperire lavori di restauro antico in paesi come Libia e Tunisia, quando questi erano, peraltro, in piena guerra civile. Una mossa imprenditoriale  davvero ineccepibile. Non paghi, poi, nonostante le continue perdite, decidono di tenere in vita la società con la speranza - e quindi non con la certezza - di acquisire una commessa in Francia. Progetto che, alla fine dei conti,  non ha garantito l’equilibrio di bilancio, per loro stessa ammissione".

"Al di là delle loro giustificazioni - insiste la coordinatrice Verlicchi - rimane il fatto che la RavennAntica srl, di cui Elsa Signorino era presidente, Gualtieri vice presidente e Fioravanti Consigliere, ed ora liquidatore, ha maturato perdite per oltre 170.000 euro di cui si è fatta interamente carico la fondazione RavennaAntica anche per volontà dei tre sopracitati. Gioverà ricordare, anche ai tre, che la fondazione riceve cospicue contribuzioni annuali dal coomune di Ravenna e dalla fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna. Quindi  é lecito dedurre che buona parte dei soldi ricevuti dal comune siano serviti a ripianare le perdite dovute ad una gestione a dir poco criticabile. A quanto pare, per i tre soggetti in questione non vale la regola che chi sbaglia paga".

"Ecco perché la nostra denuncia non si fermerà qui - conclude Verlicchi - I responsabili devono andarsene a casa, e se avessero solo un minimo di dignità rassegnerebbero le dimissioni. Utilizzare i soldi dei ravennati per i propri fallimenti gestionali è da irresponsabili".

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