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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Regolamento capanni, progetti di riqualificazione: sì alla proroga fino al 2017

Inoltre la variante introduce, rispetto ai tre anni dalla data di rilascio dei titoli abilitativi entro i quali devono essere realizzati i progetti di riqualificazione, la possibilità di una proroga motivata per un massimo di un anno

Il consiglio comunale ha adottato con voto unanime una variante all’articolo 9.2 del regolamento capanni da pesca e da caccia, presentata dal consigliere comunale Alvaro Ancisi (Lista per Ravenna) e sottoscritta anche da Silvia Savorelli (Pd). La variante proroga al 31 gennaio 2017 il termine di presentazione dei progetti di riqualificazione (inizialmente fissato al 31 luglio 2015), uno slittamento dovuto all’allungarsi dei tempi per l’approvazione del regolamento sulle concessioni, avvenuta subito dopo l’adozione di questa variante, sempre nella seduta di ieri. Inoltre la variante introduce, rispetto ai tre anni dalla data di rilascio dei titoli abilitativi entro i quali devono essere realizzati i progetti di riqualificazione, la possibilità di una proroga motivata per un massimo di un anno. Anche la giunta aveva presentato una delibera analoga, lavorando in parallelo, che è stata ritirata in quanto i contenuti erano appunto gli stessi.

La delibera è stata illustrata da Guido Guerrieri, assessore all’Ambiente, che ha sottolineato che “al termine cultura si può ricondurre l’insieme degli usi e dei costumi di una popolazione e quindi ritengo pienamente legittimo parlare di una cultura dei capanni, resa tangibile in questa stessa aula dalla presenza dei numerosi capannisti che hanno partecipato alla corposa discussione dedicata a questo regolamento nel corso di varie riunioni di commissione. Approviamo un atto molto atteso, che completa un percorso articolato in due fasi – prima il regolamento sui capanni, che ha introdotto la riqualificazione, e ora quello sulle concessioni – partito con la finalità di mettere ordine nelle nostre aree naturali e di creare le condizioni affinché tutti possano riportare i loro capanni in uno stato di decoro e sicurezza, come ci è stato chiesto dagli stessi frequentatori. Arriviamo in fondo con un fronte unito nel riconoscere il valore della cultura dei capanni e la strada da seguire; e questo mi sembra un risultato molto positivo. Il regolamento delle concessioni riguarda solo i capanni che si trovano in aree comunali. Lo metteremo a disposizione degli altri enti che hanno aree sulle quali sorgono capanni, nella convinzione e nell’auspicio che possano prendere spunto dal nostro lavoro”.

Gli elementi principali del regolamento - Il nuovo regolamento prevede una concessione transitoria (era stato indicato un periodo di 5 anni, diventati 6 in virtù del primo dei due emendamenti approvati) per permettere ai titolari di riqualificare i propri capanni; poi altri 9 di concessione vera e propria per chi avrà messo a norma il capanno; per chi non lo avrà fatto la concessione decadrà. Al termine si andrà ad una procedura di assegnazione ad evidenza pubblica. In prossimità della scadenza della concessione il concessionario dovrà produrre una perizia giurata attestante il valore del capanno, che dovrà essere avallata dai tecnici del Comune e sarà inserita nel bando per la successiva assegnazione dell’area, riconoscendo così al vecchio concessionario il valore del capanno. Il canone che si pagherà sulle concessioni sarà di 8 euro al metro quadro per le aree coperte e di 6 per quelle scoperte (inizialmente era stato previsto un canone unico di 8 euro al metro quadro; la nuova definizione dell’importo è avvenuta in virtù del secondo dei due emendamenti approvati).

PD - “Quello che abbiamo realizzato, prima con il regolamento relativo alla riqualificazione dei capanni e poi con quello sulle concessioni, è un percorso fondamentale per il miglioramento degli ambienti vallivi e per dare risposte concrete ai capannisti”, afferma il gruppo consigliare del Pd all’indomani dell’approvazione all’unanimità del regolamento per l’assegnazione di aree da destinare a capanni da pesca e da caccia.  “Si tratta – sottolineano in particolare i consiglieri Antonio Zampiga, Silvia Savorelli, Daniele Perini e Andrea Tarroni - di un percorso voluto dal gruppo Pd e dagli altri gruppi di maggioranza e portato avanti in stretta collaborazione con le altre forze presenti in consiglio, frutto di una concertazione durata un anno e mezzo per cercare la soluzione migliore all’annoso problema di come gestire i capanni".

"Riconosciamo - aggiungono - l’importanza del contributo di tutti, ma allo stesso tempo rivendichiamo di essere arrivati a questo punto perché siamo stati noi i primi a crederci fino in fondo, perché l’obiettivo che ci ponevamo non era quello di fare una sanatoria e nemmeno quello di andare contro i capannisti, ma era quello di vedere riqualificati i capanni, a tutela dell’ambiente e dei capannisti stessi, che ringraziamo per la passione con la quale hanno seguito questo percorso".

"Da ultimo, anche la variante al primo regolamento approvato, che porta al 31 gennaio 2017 la scadenza per la presentazione dei progetti di riqualificazione, l’abbiamo condivisa perché siamo convinti che ci debba essere un rapporto strettissimo tra i due regolamenti - concludono -. Chi interverrà sui capanni farà investimenti che potranno anche essere piuttosto significativi e per questo dovrà avere certezze del quadro nel quale si troverà a operare e dei tempi che avrà per ammortizzare la spesa”.

LEGA - "Ci sono voluti praticamente tre anni, e giovedì si è finalmente concluso il percorso per l’ottenimento di una nuova e certamente più coerente regolamentazione sui capanni e sui manufatti che si affacciano sugli specchi d’acqua e i corsi dei fiumi del Comune di Ravenna - afferma Paolo Guerra, capogruppo in consiglio comunale della Lega -. Questa tradizione tutta romagnola, che con un censimento del 1974 realizzato dal Prof. Bernardi dell’Università di Modena individuava circa 800 insediamenti dei quali ben 500 nel Comune di Ravenna potrà essere tramandata, sebbene con un numero decisamente inferiore di insediamenti. In questo passaggio amministrativo il Comune ha messo mano prima al Regolamento edilizio, sul quale il gruppo Lega Nord Romagna che rappresento in Consiglio si è astenuto, poi sul Regolamento delle concessioni, sul quale ho espresso voto favorevole".

"Al di là degli emendamenti che sono stati dibattuti giovedì, il Regolamento sulle concessioni votato in Consiglio aveva già recepito durante le commissioni le nostre richieste - chiosa l'esponente del Carroccio -. In primis sull’introduzione di un indennizzo sul capanno nel caso di passaggio della concessione che richiesi sin dall’inizio ed introdotto all’articolo 7. Quindi per un allungamento dei tempi di fruizione delle aree e per l’introduzione del criterio di premialità al fine di arginare la proposta iniziale dell’Amministrazione che prevedeva l’assegnazione delle aree attraverso la migliore offerta economica.  Al termine del dibattito consiliare abbiamo anche ottenuto, ma per onestà intellettuale concordato, in un insolito clima da 31 sfumature di rosso, la riduzione delle tariffe di concessione per le aree esterne e circostanti al capanno da 8 a 6 euro al metro quadrato".

Secondo Guerra, "restano quelle lacune che hanno portato alla mia astensione sul Regolamento edilizio e che ancora oggi non trovano una chiara risposta. Non aver riconosciuto alcuna tutela o criterio di storicità (iter lungo, ma possibile per alcune fonti normative) ai capanni sorti fra il 1967 e il 1975. Le risposte ancora evasive sull’area che si affaccia sulla piallassa del Piomboni, acquisita dal Comune nel 1979 permutando con Sapir altre proprietà, e con la quale l’Amministrazione acquisisce, con “gli annessi e i connessi”, anche gli 80 capanni sorti su un’area privata poi diventata comunale. Qualcuno avrà ben visto cosa c’era sopra prima di andare a firmare dal notaio". 

"Ma - conclude - per vedere quale sarà il miglioramento sull’impatto paesaggistico delle zone umide (e sottolineo paesaggistico) che la nuova regolamentazione dei capanni potrà comportare, attenderemo 5 anni di concessione transitoria, durante i quali dovranno essere svolti gli interventi di riqualificazione e, successivamente, altri 9 anni di concessione rilasciata praticamente agli stessi fruitori. Ma per tutti gli altri aspetti ambientali, legati alla cementificazione, all’industrializzazione, ai fenomeni di inquinamento, alla ricaduta dei fumi, all’ingressione marina e tanto altro ancora, occorre tenere alta la guardia ed auspico che i movimenti ambientalisti, che tanto hanno detto sui capanni come fossero la principale causa di inquinamento delle valli, si impegnino con anche in quelle direzioni".

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