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Approvato il regolamento per la vigilanza nelle Case Famiglia

"Con il Regolamento si è cercato di mettere le regole di fondo e di dare chiarezza ai requisiti che risultano insufficienti rispetto alla normativa regionale di riferimento", ha affermato l'assessore

Il consiglio comunale ha approvato il regolamento per la vigilanza nelle strutture residenziali per anziani con un numero di ospiti fino a un massimo di sei, denominate Case Famiglia e Appartamenti Protetti per anziani. Hanno votato a favore 19 consiglieri, dei gruppi Pd, Idv, Movimento 5 Stelle e gruppo misto (consigliere Maurizio La Rosa). Si sono astenuti 4 consiglieri, dei gruppi Lega Nord, Forza Italia, Ncd e Lista per Ravenna. La delibera è stata illustrata da Giovanna Piaia, assessora alle Politiche sociali.

In premessa Piaia ha voluto “ringraziare tutti coloro che hanno lavorato alla redazione del regolamento: per il Comune il servizio attività produttive, in capo alla dottoressa Patrizia Alberici, e l’unità organizzativa politiche sociali e pianificazione socio sanitaria, in capo alla dottoressa Roberta Serri; per l’Ausl il servizio assistenza anziani, che fa riferimento al dottor Maurizio Piolanti, il dipartimento sanità pubblica, guidato dalla dottoressa Valeria Contarini, e il responsabile dell’edilizia sociale, igiene, sicurezza lavoro e impianti Daniele Fabbri”.

Piaia ha ricordato che “nel territorio del comune di Ravenna le case famiglia sono 61: si tratta di una tipologia di strutture per la quale la legge non prevede una richiesta di autorizzazione al funzionamento ma una semplice comunicazione di avvio di attività entro i 60 giorni, considerando il servizio di bassa intensità assistenziale. Il loro numero sembra destinato ad aumentare in quanto sta aumentando molto la domanda di servizi di assistenza residenziale, in primo luogo per un fattore di tipo socio demografico. Le persone con più di 70 anni sono infatti aumentate di 1.600 unità dal 2009 al 2014, mentre, in prospettiva, le persone che oggi hanno più di 60 anni e vivono da sole rappresentano il 50% delle famiglie mono nucleari".

"Le case famiglia/appartamenti protetti si inseriscono nella rete integrata dei servizi sociali residenziali di supporto alle famiglie per l'ospitalità dei propri anziani e sono assimilate, con il presente regolamento, alle strutture autorizzate al funzionamento di cui al vigente Regolamento di assistenza economica e sociale - ha aggiunto -. Sulla base di questa premessa si fonda il Regolamento per la vigilanza nelle strutture residenziali per anziani con un numero di ospiti fino a un massimo di sei, denominate Case Famiglia e Appartamenti Protetti per anziani, che ha carattere sperimentale di un anno al fine di verificare e valutare l'efficacia delle disposizioni e di apportare gli eventuali miglioramenti che si rendessero necessari, anche in relazione alle risultanze che emergeranno a seguito dei controlli effettuati dagli Enti preposti".

"Con il Regolamento si è cercato di mettere le regole di fondo e di dare chiarezza ai requisiti che risultano insufficienti rispetto alla normativa regionale di riferimento - ha proseguito l'assessore -. Infatti lo snello iter previsto per l’avvio della loro attività ha creato un forte incremento di strutture con criticità, da monitorare con attenzione per salvaguardare la funzione di accoglienza e assistenza. Gli obiettivi che ci poniamo sono da un lato valorizzare l’aspetto imprenditoriale connesso a queste attività, dall’altro portare a valore le funzioni prestate, essere più determinanti nei processi di governo e sorveglianza, fornire ai gestori una relazione più stretta con l’Unità di Valutazione Geriatrica che interviene nella fase di inserimento dell'ospite, nell'eventuale aggravamento o in fase ispettiva se si ravvede inappropriatezza della condizione di salute e non autosufficienza, per prevenire anomalie o deviazioni rispetto a una corretta assistenza. La crescita di qualità richiesta sulle caratteristiche dell'habitat, delle condizioni di sicurezza e accessibilità e nella gestione anche personalizzata dei bisogni saranno indicatori più chiari per l'avvio dell' impresa e renderanno più professionali le prestazioni. Gli operatori dovranno essere adeguatamente formati e contratti di lavoro e organizzazione del servizio dovranno essere dimostrati e accertabili con trasparenza”.

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