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Rifondazione Comunista manifesta in piazza: "Difendiamo la sanità pubblica e chi ci lavora"

Sabato 19 dicembre, alle 10, i comunisti ravennati scenderanno in piazza del Popolo a difesa della sanità pubblica e di chi ci lavora

Sabato 19 dicembre, alle 10, i comunisti ravennati scenderanno in piazza del Popolo a difesa della sanità pubblica e di chi ci lavora. "È bastato uno sciopero generale, peraltro dalle motivazioni più che legittime, perché gli “eroi” della pandemia si trasformassero in avversari - spiegano i ravennati di Rifondazione Comunista - Già, perché in quest’Italietta della “mancia per tutti”, a lor signori e a tutti quelli che fanno del pagamento delle tasse un optional l’unica cosa che dà veramente fastidio è la rivendicazione del diritto. Non son bastate le oltre 60mila vittime della follia autonomistico secessionista della riforma del Titolo V della Costituzione; non sono bastate le ore massacranti di lavoro e le centinaia di morti tra il personale sanitario e medico. No, per questo Governo e per la sua (degna) opposizione parlamentare contano di più il commercio e le riaperture estive (ora si parla di quelle invernali) che hanno riportato le lancette della pandemia a febbraio del 2020. Noi comunisti, invece, stiamo con i lavoratori perché siamo convinti che è solo grazie al sacrificio e al senso etico e professionale degli operatori sanitari se - a febbraio come in autunno - nonostante gli oltre 65.000 morti, si è riusciti, come si dice qui da noi, “a tenere botta”".

Per questo sabato si svolgerà la manifestazione in piazza del Popolo, "per dire basta alla sanità regionalizzata del Titolo V di Amato e D’Alema; basta ai tagli dei finanziamenti governativi (37 miliardi in 9 anni) che, insieme ai tagli e alle scelte politiche delle regioni, hanno prodotto lo sfacelo della sanità publica a cui abbiamo assistito in questi mesi; basta, ancora, ai tagli dei servizi, dei posti letto, dei reparti e di interi ospedali; basta alle lunghe liste d’attesa e ai soldi dati a pioggia al “privato accreditato”; basta alle privatizzazioni delle prestazioni ad alto valore aggiunto; all’esternalizzazione dei servizi essenziali; alla mancata programmazione delle assunzioni; alla mancata attivazione della sanità di territorio dove si sarebbe dovuta praticare, invece, la prevenzione e l’assistenza sanitaria di base. Basta, insomma, alla sanità aziendallizzata che ha sgretolato il Servizio Sanitario Nazionale. Altro che i 9 miliardi (sui 209 del Recovery Fund) proposti dal Governo, in barba ai 68 ipotizzati dal Ministero della Salute la scorsa estate. Servono soldi, ne servono tanti ma, soprattutto, servono subito! I soldi ci sono: per garantire il diritto alla salute per tutti i cittadini (art. 32 Costituzione); per garantire i diritti dei lavoratori della sanità; per il loro giusto riconoscimento economico; per garantire la loro incolumità e salute nell’esercizio delle loro funzioni. I comunisti di Ravenna, insieme ai tanti altri che in queste ore in altre città sono scesi e scenderanno in piazza, si ribellano a questo ennesimo schiaffo annunciato dal Governo e chiamiano alla mobilitazione tutti i cittadini che hanno a cuore il bene del nostro sistema sanitario e del Paese".

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