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Riforma dei porti, il parlamentare Pagani (Pd) fa il punto sulla riorganizzazione

"Al momento il Parlamento e le Commissioni trasporti della Camera - di cui faccio parte – e del Senato non sono state formalmente coinvolte", esordisce il parlamentare ravennate Pagani

Sulle ipotesi di riorganizzazione delle Autorità Portuali interviene il deputato del Partito Democratico, Alberto Pagani, componente della Commissione trasporti della Camera. “Nel settore portuale, sia a livello nazionale che a livello locale, si è aperta una discussione su alcune ipotesi di riorganizzazione delle Autorità Portuali, che vengono attribuite al Ministro Lupi. Al momento il Parlamento e le Commissioni trasporti della Camera - di cui faccio parte – e del Senato non sono state formalmente coinvolte, e pertanto fino a oggi mi sono astenuto dal commentare queste indiscrezioni a dire il vero farneticanti. Il dibattito però prosegue e quindi è necessario chiarire alcuni punti”.

“Le ipotesi di riorganizzazione di cui si legge sulla stampa specialistica ipotizzano una mutazione radicale della stessa natura delle Autorità portuali, che verrebbero trasformate in ‘autorità di distretto’, dotate di poteri regolatori invasivi di competenze di altri enti o della funzione centrale dello Stato. Inoltre a tali autorità verrebbero attribuite al tempo stesso compiti e funzioni imprenditoriali, il cui contestuale esercizio è da tempo considerato in contrasto con i principi della UE. Questo è esattamente l’opposto degli obiettivi di prevedibilità e semplificazione di cui abbiamo bisogno per attrarre e consolidare investimenti, assolutamente necessari per la crescita, tanto più in un settore fondamentale come quello dei porti e della logistica”.

“È vero che i porti italiani attendono da tempo una modifica della legge 84/94, adottata vent’anni fa, che ne disciplina l'organizzazione e il funzionamento. Infatti, dopo gli inutili tentativi delle scorse legislature, uno fra i primi atti dell’attuale Parlamento è stato depositare un disegno di legge avente contenuto identico a quello già approvato dalla Camera nella precedente legislatura, e di avviarne la discussione. Da mesi il d.d.l. sta percorrendo il normale iter di approvazione, il Senato ha svolto ulteriori audizioni e ha quindi arricchito il testo di proposte costruttive e nel complesso migliorative di un articolato già largamente condiviso dalle istituzioni interessate, dagli operatori, e dagli stessi parlamentari che da tempo promuovono iniziative di riforma del settore”.

“Tra le proposte certamente migliorative vi è anche quella di realizzare un doppio coordinamento, sia tra le diverse amministrazioni operanti in un porto, sia tra le stesse Autorità portuali e gli altri enti e soggetti che gestiscono o amministrano infrastrutture logistiche. Questo per snellire e migliorare i processi decisionali interni ai porti e per elaborare nuove strategie di sviluppo, che non possono essere limitate al singolo porto, ma devono coinvolgere enti e soggetti esterni agli ambiti portuali. Naturalmente, tutto è perfettibile e migliorabile, anche nel diritto portuale e logistico, tenendo conto di esperienze di diritto comparato".

"Ma prima di proporre ulteriori iniziative relative alla disciplina portuale, è necessario che ne siano approfonditi tutti gli aspetti in modo adeguato, con diretto coinvolgimento delle varie componenti democratiche e istituzionali, oltreché di quelle imprenditoriali direttamente coinvolte, come avvenuto nelle varie audizioni che si sono svolte in sede parlamentare - conclude Pagani -. Invece di ‘buttare la palla in tribuna’ con ipotesi fantasiose e sbagliate, ritengo sia più serio e più utile portare a termine il lavoro parlamentare, adottando così alcuni aggiornamenti della legge 84/94, i cui contenuti sono stati da tempo condivisi”.

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