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Romagna Acque, votato il budget 2017. Alberghini e Gardin: "Crescita sproporzionata delle tariffe"

"Il Partito Democratico - affermano Gardin e Alberghini - vota un badget 2017 e proiezioni per il 2018 e 2019 che, di fatto, graverà ancora una volta sulle tasche dei cittadini

Il consiglio comunale ravennate ha votato martedì pomeriggio il budget 2017 di Romagna Acque. "Un sodalizio controllato da Ravenna Holding (quindi, dal Comune di Ravenna) - attaccano il capogruppo comunale della Lega Nord, Samantha Gardin, e l’ex candidato a sindaco, Massimiliano Alberghini -. Una società che ha visto aumentare esponenzialmente le tariffe, in questi anni, dovuti in base a quanto indicato nel documento approvato, all’aumento dei costi all’ingrosso dell’acqua e per la copertura dei costi dell’impianto di potabilizzazione della Standiana e la chiusura dei conguagli degli anni pregressi"

"Mentre il Partito Democratico - affermano Gardin e Alberghini - vota un badget 2017 e proiezioni per il 2018 e 2019 che, di fatto, graverà ancora una volta sulle tasche dei cittadini. Dal momento che la Regione (per mezzo di Atersir) avvalla l’aumento delle tariffe dell’acqua potabile.» La proposta di Aeegsi, ente competente sui costi del servizio, aveva già previsto un aumento delle tariffe per il 2016 – 2019 per un 6,3%. L’aumento doveva essere graduale per portare ad una unificazione tariffaria sulle tre provincie della Romgana".

"Aumento di costi - secondo Gardin e Alberghini - che graverà, nuovamente anche per il 2017, sulle tasche dei cittadini. Nonostante la prosopopea sulla convergenza tariffaria e sull’omogeneizzazione delle tariffe (sulle tre province interessate), soltanto nel 2016 si è avuto un aumento medio del 5,92%. Romagna Acque avrà un aumento ulteriore sulle previsioni del 2,65% per il 2017. Questo significa  un preconsuntivo con 54,7 milioni di ricavo, per la società, nel 2016; di 55,7 milioni nel 2017 e di 59,2 milioni nel 2018".

Insomma, i costi per i cittadini aumenteranno in maniera spropositata - dicono i consiglieri dell’opposizione - secondo uno strano principio per cui, in casa Pd, quando un soggetto è più grande non si concretizzano economie di scala, ma un aumento abnorme le spese per i cittadini, che non possono rivolgersi a nessun’altro fornitore, essendosi creato con l’ambito territoriale unico, una posizione di monopolio".
 

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