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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Festa della Liberazione, +Europa con la comunità ucraina: "Sarebbe giusto raccontare anche la loro resistenza"

Alla vigilia delle celebrazioni del 25 aprile interviene Nevio Salimbeni (+Europa): "Fuori tono le dichiarazioni della consulta Antifascista". E sugli ucraini: "Anche loro sono partigiani dopo l'invasione russa, si poteva trovare il modo di includerli"

Soffia il vento della polemica a Ravenna alla vigilia delle celebrazioni del 25 aprile. Nei giorni scorsi infatti la comunità ucraina ravennate aveva chiesto di essere inclusa nel programma cittadino della Festa della Liberazione. Richiesta che aveva immediatamente trovato opposizione in alcuni partiti di estrema sinistra, e anche nella consulta provinciale Antifascista, la quale aveva manifestato un netto dissenso a proposito di una convocazione straordinaria del consiglio comunale dedicato alla resistenza ucraina concomitante con la celebrazione ravennate della liberazione dell'Italia dal nazifascismo. Sul tema è intervenuto anche Nevio Salimbeni, coordinatore di Più Europa Ravenna, dichiaratosi “fervente antifascista” e indicando le celebrazioni del 25 aprile come “un momento di unione repubblicana di tutti gli italiani, con lo sguardo aperto alla lotta per la democrazia nel mondo”. Per questo l’esponente politico ha sottolineato il proprio dispiacere relativamente al fatto che “non si sia trovato un modo di ospitare un intervento della comunità ucraina durante le prossime celebrazioni; sarebbe stato giusto consentirgli di raccontare la loro resistenza che, certamente, è differente da quella italiana del 43/45, ma che parte dalla stessa volontà di libertà e di autodeterminazione che ha portato al rifiuto della prepotenza e dell’uso della forza come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, come recita anche la nostra Costituzione”.

Salimbeni ha rimarcato che sebbene la Prefettura abbia spiegato “correttamente le ragioni formali che hanno impedito questa possibilità - dal canto loro - le amministrazioni locali potevano però trovare occasioni collaterali, utili a rendere evidente l’appoggio della nostra comunità alla giusta lotta di resistenza dell’Ucraina”. Il referente di Più Europa Ravenna inoltre ha posto l’accento sull’intervento della consulta provinciale antifascista, ed in particolare sulle dichiarazioni legate al battaglione Azov, definendo l’intervento “seppur corretto sul versante delle responsabilità, fuori tono - e - che presta il fianco a motivazioni capziose rispetto a una richiesta della comunità ucraina ravennate che partiva proprio dall’accettazione dei valori della liberazione dal nazifascismo, perno della costruzione europea. Si rischia così un ribaltamento di prospettiva pericoloso che dimostra quanto la propaganda russa abbia fatto breccia e quanto l’anti americanismo per partito preso impedisca di vedere le cose con chiarezza”.

Salimbeni ha poi precisato che “in una situazione di guerra, con oltre il 20% del territorio illegalmente occupato da invasori che si macchiano continuamente di atroci crimini contro la popolazione, che bombardano ogni notte anche gli obiettivi civili, che distruggono tutto senza alcuna pietà, il problema sono alcune leggi discutibili in Ucraina? Non ho nessuna difficoltà a contestare singole leggi o un clima militare che riduce ovunque l’agibilità democratica ma, anche qui, siamo in grado di vedere il contesto? Se siamo in grado di farlo non c’è dubbio che tra l’imperialismo russo e la difesa di un paese che vuole restare libero e ha scelto l’Europa come riferimento – quindi democrazia, libero mercato, libertà di parola e di azione – non ci dovrebbero essere dubbi. E la giusta ricerca della pace non può essere separata da quella della giustizia, come la storia ci ha ampiamente insegnato, anche qui in Europa. Chiedere la fine dell’occupazione russa dell’Ucraina è una scelta di parte? No. È una scelta giusta! Ogni tanto, pur ragionando di complessità delle cose, bisogna essere partigiani. Come molti italiani dopo la vergogna dell’8 settembre. Come gli ucraini dopo il 24 febbraio 2022, quando ebbe inizio l’invasione russa. Noi il 25 aprile ci saremo - conclude Salimbeni - e faremo sventolare insieme le bandiere italiane, europee e ucraine perché la lotta per la libertà, ovunque abbia luogo, deve sempre trovare casa nel giorno della nostra Liberazione.”

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