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Sanità, Ravenna in Comune: "Sistema attuale funziona solo per il privato, ma si fa finta di non vederlo"

"Che l’accentramento di tutta la sanità romagnola nell’Ausl più grande della regione produca disservizi è sotto gli occhi di tutti", aggiunge la lista civica

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

A fine anno il Sindaco propose una tregua elettorale a chi non lo sostiene: "confrontarsi su tutti i temi della città e lasciare fuori dalle elezioni l’emergenza". Gli rispose così il nostro Consigliere, Massimo Manzoli:  "Naturalmente sono d’accordo nel non strumentalizzare l’emergenza sanitaria ancora in corso. È, però, evidente che da sempre solleviamo questioni legate agli scarsi investimenti in sanità pubblica, mal funzionamento delle “case della salute” ancora non a pieno regime, alle carenze strutturali di gran parte dei settori in Ausl Romagna. Sono tutti temi su cui continueremo a discutere, criticare e proporre perché sono problemi esistenti (già sollevati in tempi non sospetti) che l’emergenza sanitaria ha semplicemente posto all’evidenza pubblica in maniera più netta".

Stiamo continuando a farlo anche perché, come Ravenna in Comune, lo sosteniamo da quando siamo nate e nati: la sanità deve essere pubblica e non integrata da convenzioni col privato. Queste possono avere una logica per traguardare un momento critico, non come modalità strutturata. Eppure l’asservimento al privato caratterizza la sanità Emiliano-Romagnola e ravennate. Lo stile è diverso da quello lombardo e da quello veneto ma si cade sempre lì: nel privato come parte del sistema su cui far convergere importanti risorse pubbliche tolte al pubblico. Che l’accentramento di tutta la sanità romagnola nell’Auslona più grande della regione produca disservizi è sotto gli occhi di tutte e tutti.

Ogni giorno leggiamo testimonianze che non riguardano “solo” il Pronto Soccorso che vive in quotidiana emergenza. L’altra emergenza che colpisce la cittadinanza riguarda l’impossibilità di prendere appuntamenti “nel pubblico” per i più normali accertamenti clinici. Tanto per citarne qualcuno, senza pretesa di completezza: ecografie, radiografie, colonscopie, bi-test, morfologiche... Anche che il modello attuale funzioni solo per i baroni della sanità privata è sotto gli occhi di tutte e tutti. Solo chi amministra la regione e la città fanno finta di non vederlo. Noi di Ravenna in Comune siamo l’unica lista che continua a denunciarlo.

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