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Santini (PaP): "Basta morti sul lavoro, è ora di riprendere in mano la nostra vita"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

I dati pubblicati dall’ Ispettorato per il Lavoro, relativi al 2020, sono più che preoccupanti. L'Emilia-Romagna è la seconda regione italiana (dopo la Lombardia) secondo i loro controlli per lavoratori in “nero” (agricoltura 44%, Edilizia 40%, industria 31%, Terziario 25%), evasione fiscale e contributiva, mancato rispetto di norme relative a salute e sicurezza (media 50% nordest), illecite esternalizzazioni (media 26% nordest), riciclaggio fondi neri e forme di caporalato (media 19% nordest in agricoltura). Il 75% delle coop controllate avevano irregolarità e che dire delle finte coop trovate che hanno realizzato truffe previdenziali per 2.7 milioni di euro. L'Ispettorato per il Lavoro denuncia inoltre un calo costante dei suoi ispettori (- 1164 in 4 anni) e a questo aggiungiamo altri dati terribili (da sito Inail): nel 2020 1538 infortuni mortali sul lavoro (+27.6% su 2019) in anno Covid; a maggio 2021  434 infortuni mortali sul lavoro. Ma tutto questo non è un convegno di studi con numeri da studiare statisticamente... Questi numeri parlano della vita reale dei lavoratori e lavoratrici e delle loro famiglie, della precarizzazione dei giovani, dello sfruttamento selvaggio.   A cominciare da quella rubata al 63enne facchino della Cofari che giovedì ha perso la vita dentro Marcegaglia nello stesso modo di un suo collega nel 2014 (il processo svolto ha assolto tutti nel febbraio 2020), schiacciato da un coil di acciaio. Nella stessa giornata è deceduto un marittimo in una nave appena fuori dal nostro porto, per non parlare di miriadi di infortuni (cadute da tetti, ponteggi, etc) nei giorni scorsi. E questa è solo Ravenna. Come  Potere al Popolo da sempre denunciamo con forza ciò che sta avvenendo. Le varie crisi che si sono succedute, fino all'ultima dovuta alla pandemia, sono tutte a carico dei lavoratori con l'avallo di tutti i partiti (governo e finta opposizione), con la stessa impostazione neoliberista: Job acts, leggi compiacenti su appalti e subappalti, sblocco dei licenziamenti, tagli agli uffici abilitati ai controlli, inutili tavoli di crisi. Confindustria e associazioni di categoria chiamano, chi governa risponde. A Ravenna dovrebbe esistere un Protocollo di pianificazione per la sicurezza del lavoro nel porto (dal 2008 poi rinnovato fino ad oggi) e persino un Osservatorio per la legalità e sicurezza votato dal consiglio comunale nel 2018 rimasto poi li alle buone intenzioni. Che fine hanno fatto? Ma del resto, hai visto mai che se il territorio "rompe troppo le scatole" con i controlli la Marcegaglia chiuda e si sposti in altri luoghi più accondiscendenti? Basta con omicidi sul lavoro, non sono “disgrazie”. Basta con il caporalato fatto di imprenditori locali compiacenti e infiltrazioni mafiose. Basta con cooperative fasulle. Basta con cooperative anche storiche che scaricano sui lavoratori i turni e ritmi massacranti nel privato o le basse tariffe degli appalti pubblici. Basta con la precarietà e lo sfruttamento come unica risposta che questa società da ai giovani o a chi ha perso il lavoro. Basta con l'idea che se vuoi lavorare questa è l'unica strada, per cui accetta tutto e china la testa. E’ ora di riprendere in mano la nostra vita.

Gianfranco Santini, candidato Potere al Popolo a sindaco del Comune di Ravenna

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