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"Finito il tempo dei governi tecnici e delle politiche del solo rigore"

Un'affollatissima assemblea al CinemaCity di Ravenna ha accompagnato mercoledì mattina lo sciopero proclamato dalla Cgil con la Confederazione europea dei sindacati (Ces)

Un’affollatissima assemblea al CinemaCity di Ravenna ha accompagnato mercoledì mattina lo sciopero proclamato dalla Cgil con la Confederazione europea dei sindacati (Ces). “La mobilitazione segna l’avvio di un percorso – commenta il segretario generale della Cgil provinciale, Costantino Ricci –. In oltre 20 paesi europei, i sindacati hanno dato vita a iniziative che chiedono una radicale inversione di tendenza nelle politiche dei governi".

Sciopero della Cgil (foto di Massimo Argnani)

"Lo sciopero è riuscito e, nel nostro territorio, il successo dell’assemblea pubblica e l’adesione alla mobilitazione mostrano che le ragioni dei sindacati sono condivise; servono politiche a favore del welfare, a sostegno dell’occupazione, dello sviluppo e della conoscenza. Purtroppo però in Italia come in altre realtà le cose stanno andando diversamente. Noi diciamo che è finito il tempo dei governi tecnici e delle politiche del solo rigore. Chiediamo un’Europa al servizio della crescita sostenibile e di una nuova occupazione di qualità”, aggiunge Ricci.

Il corteo degli studenti (foto di Massimo Argnani)

Nel corso dell’assemblea sono intervenuti Costantino Ricci, il segretario di organizzazione regionale della Cgil Pietro Bellucci, il sindacalista tedesco dell’IGMetall Uwe Zabel (che ha sostituito l’annunciato Sandro Witt) e diversi delegati sindacali e lavoratori dei settori della scuola, della chimica, degli enti locali, dell’agroindustria e della metalmeccanica.

Ricci nel corso dell’assemblea ha ricevuto in dono dal collega tedesco dell’IGMetall, Uwe Zabel, la bandiera del sindacato tedesco a testimonianza della forte collaborazione che si intende mettere in campo: “Le parole di Uwe Zabel sono state di forte impatto – dice Ricci -. Ci ha illustrato una situazione tedesca ben diversa da quella che ci immaginiamo. Anche in Germania la crisi inizia a farsi sentire. I sindacati tedeschi temono che quanto stia avvenendo nei Paesi dell’Europa del Sud (Spagna, Italia, Grecia, Portogallo) rappresenti una sorta di laboratorio per l’affermazione progressiva, nel resto del continente, di politiche sempre più liberiste a scapito dei diritti dei lavoratori e della giustizia sociale”.

Ricci sottolinea che devono essere definite nuove politiche di welfare europeo, si devono costruire nuovi perimetri contrattuali e nel contempo realizzare strutture sindacali idonee, favorendo la costruzione di politiche di sviluppo e industriali sopranazionali. Le conclusioni dell’assemblea sono state affidate a Pietro Bellucci: “Lo sciopero europeo rappresenta una svolta e l’avvio di un percorso. In Italia si deve concludere al più presto l’esperienza dei governi tecnici che hanno portato solo rigore e non equità. La Cgil esprime un giudizio fortemente negativo sull’operato del governo Monti e ritiene indispensabile avviare una grande azione a livello europeo per ridare centralità al lavoro e alle politiche sociali”.

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