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Sciopero generale della scuola: nel ravennate adesione al 74%

Sciopero record in provincia di Ravenna: 3.829 lavoratrici e lavoratori della scuola, il 5 maggio, hanno incrociato le braccia e sono circa 20 i plessi che non hanno aperto i cancelli scolastici.

Sciopero record in provincia di Ravenna: 3.829 lavoratrici e lavoratori della scuola, il 5 maggio, hanno incrociato le braccia e sono circa 20 i plessi che non hanno aperto i cancelli scolastici. “Non assisteremo inermi alla disfatta della scuola pubblica italiana - dice Marcella D'Angelo segretaria generale Flc Cgil di Ravenna -. Abbiamo dimostrato a questo Governo di esserci e continueremo a protestare fino a quando il primo ministro italiano e il ministro della pubblica istruzione, non ascolteranno quello che abbiamo da dire".

"Troppo facile e comodo nascondere il vero piano della “Buona scuola” dietro i numeri: 100.701 assunzioni che vengono utilizzate solo ed esclusivamente come propaganda elettorale e per ottenere consensi dall'opinione pubblica - continua D'Angelo -. E appare altrettanto facile e comodo, strumentalizzare, per vendere un quotidiano in più, la vicenda sciopero sul ddl, inventandosi titoli fuorvianti e bugiardi. Ma la Ravenna della “scuola Buona” non ci sta e in maniera composta, ma determinata ieri a gran voce ha detto no con questi numeri: 935 scioperanti nel Lughese, 1912 nel Ravennate, 982 nel Faentino, su un totale di 5218 lavoratrici e lavoratori della scuola. Che il Governo, in particolare il ministro Giannini, chieda scusa: “squadristi” non è termine che appartiene alle lavoratrici e ai lavoratori di questa nostra scuola e di questa nostra città”.

Le insidie che il disegno di legge nasconde sono innumerevoli e non si possono ridurre demagogicamente soltanto a slogan preconfezionati. “Lo sciopero di ieri - conclude D'angelo - possiamo definirlo uno sciopero sociale perché a protestare con i lavoratori della scuola, c'erano gli studenti, le famiglie, i genitori, i nonni. Cittadini consapevoli che non si sono fatti travolgere dall'onda ammaliante delle parole, ma che hanno davvero letto ogni singolo articolo del disegno di legge e che l'hanno recepito in tutta la sua devastante verità. La scuola non ha bisogno di diktat, è invece luogo principale di condivisione e cooperazione proprio per questo, non può prescindere dalla massima trasparenza e obiettività, deve essere inclusiva e deve essere per tutti, non elitaria e classista e deve dare gambe alla Costituzione. Lo sciopero di ieri è solo l'inizio e i lavoratori della scuola di Ravenna hanno stilato le pagelle: Renzi respinto, Giannini respinta”.

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