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Scuola, Ravenna in Comune: "Finanziare l'offerta pubblica per garantire libertà di scelta"

Nel consiglio comunale di martedì pomeriggio, "Ravenna in comune" ha posto un secco no sulla discussione della convenzione tra il comune e la Fism (Federazione italiana scuole materne cattoliche)

Nel consiglio comunale di martedì pomeriggio, "Ravenna in comune" ha  posto un secco no sulla discussione della convenzione tra il comune e la Fism (Federazione italiana scuole materne cattoliche). "Il comune di Ravenna prevede nella propria programmazione triennale un’ulteriore diminuzione del numero di sezioni di scuola dell’infanzia comunale e nel contempo rinnova e amplia la convenzione con Fism. Oggi le scuole materne cattoliche coprono circa il 30% dell’offerta e la cifra complessiva prevista nella convenzione triennale è di € 2.503.100,00. L’amministrazione comunale motiva da sempre la propria scelta dicendo che in diverse località del comune le scuole autonome paritarie cattoliche sono l’unico servizio esistente per garantire risposte alle famiglie con bambini dai 2 ai 6 anni: ma se si continua a diminuire l’offerta pubblica e a finanziare quella privata, sarà sempre così", commenta la consigliera Raffaella Sutter.

"Invece di chiudere, i servizi comunali dovrebbero essere ampliati per garantire libertà di scelta alle famiglie su come e dove educare i propri figli. Soprattutto nel forese le famiglie sono costrette a mandare i propri figli alle scuole Fism perché non esiste una scuola dell’infanzia comunale oppure non è sufficiente per rispondere al fabbisogno, oppure sono costretti ad accompagnarli in una scuola più lontana da casa se non vogliono iscriverli ad una scuola cattolica. Poi si sostiene che le scuole Fism erogano servizi in orari più flessibili che vengono incontro ai bisogni delle famiglie, soprattutto a quelle con più problemi: perché non sperimenta il comune servizi con orari più flessibili e più orientati ai bisogne delle famiglie, reinvestendo parte dei fondi che oggi destina alla Fism? L’amministrazione comunale con questa convenzione legittima, ancor più di quanto fatto in precedenza, il sistema integrato pubblico-privato paritario cattolico con una convenzione che introduce compensazioni delle minori entrate derivanti da sconti applicati alle famiglie disagiate, con gli stessi parametri adottati per le rette nella scuole comunali, e introduce anche contributi per le scuole Fism di dimensioni ridotte a sostegno della qualificazione e del miglioramento del contesto educativo. È evidente che il comune deve promuovere la qualità pedagogica dell’intero sistema educativo, ma sarebbero possibili alternative a quelle di un sistema integrato che mette sullo stesso identico piano scuole comunali e scuole private se pur paritarie: ad esesmpio tramite l’erogazione di voucher alle famiglie, in base al reddito, per chi non possa/non voglia frequentare una scuola comunale, analogamente a quanto si fa a Ravenna oggi per il sistema dei nidi dell’infanzia", continua Sutter.

"Ravenna in Comune è per un sistema educativo che garantisca la laicità della scuola a cominciare dalla scuola dell’infanzia e la libertà di scelta delle famiglie. In una città in cui la laicizzazione è diffusa, in cui i matrimoni civili sono il doppio di quelli religiosi, in cui sempre meno sono gli alunni iscritti all’ora di religione, come si può non garantire la possibilità di scegliere ovunque e per tutti una scuola non religiosa? E non si può né si deve chiedere alle scuole cattoliche di snaturare la propria vocazione, né la propria autonomia educativa. Sono il comune e lo Stato a dover essere garanti della laicità. Tanto si è discusso a Ravenna (anche in consiglio comunale) del tema dell’educazione sessuale e affettiva nelle scuole, del famoso “gender” e della libertà educativa delle famiglie. Pensiamo forse che una scuola materna Fism possa o debba avere sul tema lo stesso paradigma culturale di una scuola dell’infanzia comunale? I modelli possibili sono due: o le scuole sono pubbliche e laiche per tutti oppure si garantiscono pluralismo di scelte educative e religiose e libertà di scelta delle famiglie. Il modello attuale, che la rinnovata convenzione con le scuole materne cattoliche ripropone, non è né l’uno né l’altro, ma è una forma di sussidiarietà che non garantisce da una parte la laicità dell’educazione e dall’altra neanche l’autonomia delle scuole confessionali. Per questi motivi Ravenna in Comune vota contro alla delibera di convenzionamento tra Comune e Fism".

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