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Il consiglio comunale ricorda Sergio Guerra: "Metteva in tutto quel che faceva"

Francesca Santarella (Movimento 5 Stelle) a nome del proprio gruppo si è unita al ricordo di un uomo che, “quando ero adolescente, rappresentava per noi ragazze che giocavamo a pallavolo una speranze a e un mito. Auspico che il suo esempio rimanga sempre per quanto di positivo ha saputo fare per tutta la città”

Il consiglio comunale hanno commemorato la figura di Sergio Guerra, scomparso nella notte fra il 14 e il 15 settembre, all’età di 71 anni. “Lo ricordiamo in questa sede - ha affermato il presidente del consiglio comunale, Livia Molducci -  perché Sergio Guerra è stato consigliere comunale eletto nella lista della DC dal 1993 al 1997. Anni difficili per l’impegno in politica quelli del dopo Tangentopoli, ma egli accettò, generosamente, di candidarsi a Sindaco per la DC quando per la prima volta i cittadini poterono eleggere direttamente il Sindaco, e seppur in un periodo di sfiducia verso la politica, grazie a lui, il suo partito ottenne un risultato superiore alle aspettative. Sergio Guerra è stato, soprattutto, un grande sportivo: un grande pallavolista che è rimasto nel cuore di tutti gli appassionati di questo sport e di tutti i ravennati che si sono esaltati per le sue imprese sportive, sia come giocatore di pallavolo che come indimenticabile allenatore della squadra femminile della nostra città con la quale ha scritto pagine fondamentali della storia dello sport ravennate e italiano".

"Sergio Guerra è per tutti “L’ allenatore dell’Olimpia – Teodora”, la squadra femminile di pallavolo capace di conquistare sotto la sua guida 11 scudetti consecutivi, dal 1980 al 1991, due coppe dei Campioni (1988 e 1992) sei coppe Italia e un Mundialito, ed è il Commissario Tecnico della nazionale femminile che ha vinto un bronzo agli Europei nel 1989 - ha proseguito Molducci -. Era stimato nella nostra città per i risultati raggiunti dalla pallavolo ravennate e anche per l’attività imprenditoriale sviluppata nella Clinica privata di proprietà della sua famiglia. Chi l’ha conosciuto lo ricorda per la passione che metteva in tutto quel che faceva, per la generosa disponibilità e per l’intensità nei rapporti personali: le tante persone che hanno parlato di lui in questi giorni hanno tutte esaltato questi tratti con aneddoti e ricordi che ci consegnano un uomo che amava questa città e che ha riempito d’orgoglio chi abitava questa città nei giorni in cui il nome di Ravenna splendeva sul tetto d’Europa, grazie a lui e alle sue ragazze: che oggi sono orfane, come noi e la sua famiglia alla quale ci stringiamo, ricordando qui, nella casa della vita civile ravennate, il suo impegno in politica all'interno del Consiglio Comunale intrapreso all'apice della sua carriera sportiva, un impegno importante e qualificato, mai strumentale e teso a ricercare soluzioni condivise".

"Di questo suo impegno egli stesso ha detto in un’intervista resa in occasione del suo settantesimo compleanno, e riportata dai giornali in questi giorni, dicendo della sua frequentazione disincantata della politica, di un uomo che diceva quel che pensava, da uomo libero, che pur avendo fatto una apparizione fugace sul palcoscenico della politica ha avuto il merito, grande, di aver testimoniato in quei brevi giorni del suo impegno che la politica poteva essere una scelta fatta per puro spirito di servizio alla propria città, e chi lo ha conosciuto in quella veste lo ricorda come persona dalle spiccate doti umane che ha percorso la via del dialogo costruttivo e non strumentale” ha concluso.

Alvaro Ancisi (Lista per Ravenna) ha ricordato “un amico che mi ha provvisoriamente lasciato, con il quale ho sempre avuto un rapporto affettuoso e sincero, esteso a tutta la sua famiglia. Fui io, nel 1993, a proporre alla DC di candidarlo a sindaco. Erano le prime elezioni comunali in cui ogni lista avrebbe dovuto presentare un proprio candidato sindaco, da eleggere direttamente. La DC era in punto di morte, avvenuta l’anno dopo; e non si è mai visto a Ravenna un ravennate di successo salire sul cavallo perdente. Ma Sergio accettò di compiere questo atto di servizio. Era fatto così. Volendo dare una scossa ad un sistema di potere, già allora ultraventennale, che navigava a vista dopo l’affondamento dei Ferruzzi, pensò di darmi una mano, non da politico, come non è mai stato, ma da amico della città. Sul suo nome, una DC in cui gli scontri tra le correnti erano al massimo trovò immediatamente l’unità. Il risultato, sul 12%, fu superiore alle scarse aspettative. Ne uscì un gruppo consiliare, costituito da noi due e da Gianfranco Spadoni, che più unito e concorde non si poteva. Quei quattro anni significarono però la fine di un mondo. Disilluso dall’esperienza di un Palazzo sempre più distante dalla gente, condivise l’idea di dar vita ad una nuova esperienza politica di lista civica che superasse gli steccati di partito. Nacque così Lista per Ravenna, che scelse di sostenere dall’esterno. Ecco perché, alla vigilia forse di un nuovo salto epocale, che la scossa potrebbe finalmente dare alla nostra città, ci raccomandiamo ancora una volta a Sergio, che abbracciamo, insieme ai tuoi cari, nella preghiera”.

Francesca Santarella (Movimento 5 Stelle) a nome del proprio gruppo si è unita al ricordo di un uomo che, “quando ero adolescente, rappresentava per noi ragazze che giocavamo a pallavolo una speranze a e un mito. Auspico che il suo esempio rimanga sempre per quanto di positivo ha saputo fare per tutta la città”.

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