Si discute di lavoro alla Festa di Articolo Uno: "C'è il rischio serio di una vera e propria rottura sociale"
Il presidente di Legacoop Romagna: "La pandemia è stato un colpo durissimo. Molti settori si sono fermati e solo gli ammortizzatori sociali e le misure a favore delle imprese hanno evitato il tracollo"
Si è svolto venerdì, alla Festa di Articolo Uno a Marina il Ravenna, il dibattito sul tema “Una nuova uguaglianza: restituire al lavoro reddito, dignità e diritti”, con la partecipazione di Marinella Melandri, segretaria generale della Cgil provinciale, e di Mario Mazzotti, Presidente di Legacoop Romagna, e come moderatore Alberto Rebucci di Articolo Uno di Ravenna.
Al centro del dibattito sono stati i temi del lavoro e della equità sociale. Marinella Melandri ha illustrato le ragioni della manifestazione promossa dalla Cgil per sabato a Roma in apertura del proprio Congresso Nazionale. "Oggi c'è il rischio serio di una vera e propria rottura sociale - ha detto -. Negli ultimi 30 anni il mondo del lavoro in Italia ha perso reddito, stabilità e qualità del lavoro. Il precariato e i lavori a tempo determinato sono diventati la regola. A questo si sono aggiunti i pesanti effetti della pandemia che ha provocato una riduzione dell' occupazione e l' espulsione dal mercato del lavoro delle fasce più deboli e meno tutelate, con una accentuazione delle disuguaglianze e di aree di povertà. E oggi gli effetti della guerra in Ucraina, con l'impennata dei prezzi del gas e del petrolio e in generale dell'inflazione stanno già creando seri problemi a milioni di famiglie di lavoratori e pensionati. E questo rischia di accentuarsi dopo l' autunno. Per questo la Cgil ha posto al centro della propria piattaforma il tema della questione salariale. Bisogna recuperare reddito per lavoratori e pensionati attraverso il rinnovo dei contratti e proteggendoli dall' inflazione. E c' è bisogno di redistribuire reddito attraverso un fisco giusto, davvero progressivo, e un sistema di welfare più forte ed efficace a partire da una sanità universalistica e dalla scuola. Inoltre occorre rivedere le norme sul mercato del lavoro per dare nuova stabilità, dignità e qualità al lavoro anche come condizione per rilanciare uno sviluppo economico e sociale di qualità nel nostro Paese".
Mario Mazzotti si è soffermato in particolare sullo stato dell' economia e delle imprese. "La pandemia è stato un colpo durissimo. Molti settori si sono fermati e solo gli ammortizzatori sociali e le misure a favore delle imprese hanno evitato il tracollo del sistema produttivo e dell' occupazione. Poi le scelte nuove della Ue con il superamento del patto di stabilità e i nuovi investimenti del Next Generation EU e dell'Italia avevano creato le condizioni per una consistente ripresa nel 2021 e in questa prima parte del 2022. Di questa ripresa hanno usufruito le imprese e anche il movimento cooperativo. Nel 2021 in genere i bilanci sono stati molto buoni e stavano innescando un processo positivo di crescita e investimenti. Ma ora lo scenario sta cambiando rapidamente, aggravato dalla guerra in Ucraina. Crescono enormemente i prezzi energetici, c'è una inflazione da costi, pare finita l'epoca della finanza a costi bassi, c'è il rischio di una nuova fase di recessione. Da qui un clima di incertezza che non aiuta investimenti, occupazione e stabilità del lavoro”.
Altri temi al centro del dibattito sono stati l'impegno per superare la discriminazione di genere nel lavoro che pesa sulle donne e per ridare valore e stabilità al lavoro dei giovani, il cui apporto è essenziale per il nostro Paese. Il dibattito ha messo in evidenza la necessità di dare nuovo ruolo alla politica e - come proposto di recente al congresso di Articolo Uno - di mettere in campo uno schieramento largo e nuovo di forze progressiste e di sinistra, che rimetta al centro lavoro e questione sociale e che si questa base sappia parlare alle fasce sociali più deboli, rafforzando la mobilitazione sociale per una nuova equità sociale e il loro legame con la democrazia nel nostro paese.