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Spadoni (Udc): "Manovra Salva-Italia, ma serve una morale"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

Ogni giorno siamo negativamente bombardati dalle notizie riguardanti  i politici accusati di corruzione, riciclaggio, truffa e altri reati molto pesanti. La politica, per fortuna, non  è solo questo, ed è  giunto il momento di fare una profonda riflessione per arrivare a un totale cambio di rotta essenzialmente su due versanti: quello etico – morale da una parte, dall’altra l’adozione di nuovi metodi rigorosi  circa i criteri di selezione degli amministratori.  Un nuovo approccio, insomma,  riferito alla responsabilità amministrativa  e contabile inerente alle nomine, alle consulenze e agli incarichi di ogni tipo, nonché alle gare di fornitura. Prima di tutto va evidenziato  come occorra un riordino istituzionale con l’eliminazione della ricca pletora di organismi in gran parte priva di legittimazione democratica, per concorrere ad abbassare i costi della politica ancor troppo elevati. Ma ritornando alle considerazioni iniziali,   mi pare ineludibile l’adozione di un codice etico per garantire trasparenza e correttezza amministrativa e contabile nella gestione  della cosa pubblica e nel rapporto con i fornitori. La sottoscrizione del codice etico da parte di chi amministra e di chi eroga e fornisce beni e servizi, manifesta il chiaro intendimento di conformare i comportamenti a principi morali finalizzati a migliorare il sistema pubblico e a renderlo più trasparente. Oltretutto tale strumento etico, con riferimento alle forniture e alle prestazioni di beni e servizi, potrebbe concorrere ad assicurare lo sviluppo dell’ economia locale.  E’ indispensabile, infatti, fare chiarezza nel percorso degli acquisti, nella predisposizione dei capitolati, nell’attuazione delle gare e nelle relative procedure di aggiudicazione delle forniture. Maggiori controlli, regole chiare e trasparenti, espulsioni di soggetti, amministratori e imprese che commettono reati: questi sono i presupposti per assicurare economicità ed una  sana gestione, avendo sempre presenti i  requisiti di prudenza e ponderatezza cui deve ispirarsi l’azione dei pubblici poteri. 
Parallelamente servono criteri nuovi e imparziali riferiti alle nomine presso gli enti e le società partecipate o controllate dagli enti pubblici.  Vanno definite linee d’indirizzo generali e norme più cogenti,  trasparenti e qualificanti. A cominciare da requisiti come la  chiara fama, la competenza, l’esperienza, l’integrità e l’ineccepibilità morale, oltre al possesso di titoli e di specializzazioni. Occorrerebbe,  inoltre,  rafforzare e garantire i principi di indipendenza e imparzialità.
Mi pare che questi aspetti assumano un fondamentale rilievo in un momento così delicato e difficile della vita amministrativa e politica dei  nostri enti locali.

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