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Spadoni (Udc): "Problemi seri per i ritardi di paganento ai fornitori della provincia"

""In questo periodo di crisi fra i numerosi temi di attualità, è particolarmente avvertito quello riguardante il blocco dei pagamenti da parte della pubblica amministrazione alle imprese che forniscono beni e servizi"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

"In questo periodo di crisi fra i numerosi temi di attualità, è particolarmente avvertito quello riguardante il blocco dei pagamenti da parte della pubblica amministrazione alle imprese che forniscono beni e servizi. Una questione non da poco i cui effetti producono un forte aggravamento della già difficile gestione economica della stragrande maggioranza delle imprese. A tal proposito, infatti, è ormai di dominio pubblico come le tasse, la burocrazia, la stretta creditizia e, non per ultimi, i ritardi nei pagamenti da parte della Pubblica amministrazione stiano creando un clima molto negativo che penalizza sotto vari profili gli operatori economici.  Purtroppo assistiamo ormai quotidianamente  a gesti  e a tragedie che si stanno consumando riferiti alle morti con un movente economico, spesso riconducibili a crediti non riscossi, in larga parte proprio dagli enti pubblici. Riguardo a questo è stata organizzata  per domani 18 aprile a Roma una marcia  promossa dall’associazione parenti vittime della crisi con il supporto  di Adiconsum e di Cisl, per richiamare l’attenzione su un problema molto grave e pesante sintetizzato dagli organizzatori con un titolo emblematico:  “contro la crisi che porta suicidi”.  Sull’ argomento va evidenziato, tra l’altro, come gli enti locali in questi ultimi anni siano chiusi dentro ad una morsa, letteralmente  schiacciati fra l’obbligo di garantire  il rispetto degli obiettivi del patto di stabilità e, dall’altra, dall’esigenza di adeguarsi alle direttive dell’Unione  Europea. Direttive  che impongono il pagamento nel termine indifferibile e non negoziabile di trenta giorni dall’emissione della fattura. Sul piano rigorosamente  amministrativo, oltretutto, il mancato pagamento ai fornitori genera una serie di contenziosi, di azioni legali, e di richieste di pagamento degli interessi passivi legittimamente maturati, e di altre situazioni estenuanti che aggravano ulteriormente la già difficile conduzione imprenditoriale.  Si tratta, quindi, di una situazione alquanto critica  che impone  una severa analisi e conseguenti azioni correttive  e risolutive sul piano contabile e  amministrativo, e scelte coerenti indilazionabili. Alla luce di quanto sopra, sarebbe interessante comprendere quale tipo di orientamento ha assunto, al riguardo,  la Giunta provinciale  specificamente sulla questione  della ritardata liquidazione delle fatture  ai fornitori. Secondo fonti autorevoli, peraltro, tale  inadempienza nei dovuti pagamenti da parte degli enti pubblici, potrebbe rappresentare un comportamento artatamente adottato per aggirare le regole del citato patto di stabilità. A tutto questo, si  aggiunge, inoltre,  la questione non chiara riferita agli interessi passivi in qualche modo ritenuta un debito senza il preventivo atto contabile e la  relativa copertura economica, nonché sprovvista di attestazione da parte dell’ente provinciale di “utilità del debito”.   Si chiede, inoltre, se codest’amministrazione ha attivato in questi mesi le necessarie relazioni politiche – istituzionali  con l’Unione delle province italiane – l’Upi -  e con il governatore della Regione Emilia Romagna nella sua veste di presidente della conferenza Stato – Regioni, per affrontare le delicate questioni di merito. In particolare l’obiettivo è quello di giungere a una definizione equa e condivisa, in grado di dare ossigeno alle contabilità  delle province sino a quando avranno una legittimazione elettiva e, nel caso in oggetto,  alle imprese in attesa di ricevere dall’ente il pagamento dei debiti contratti, appunto, con gli imprenditori.  Ci si chiede, infine, se la Giunta di piazza dei Caduti abbia valutato la possibilità di non  rispettare il Patto di stabilità, naturalmente nella consapevolezza di dovere accettare coerentemente  le conseguenze derivate da tale scelta, tra cui quella di rideterminare le indennità di funzione  e i gettoni di presenza".    

 

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