Spesa pubblica, Spadoni (Udc) cita Orazio: "C'è una giusta misura nelle cose”
"E’ stata aperta un’ampia riflessione, seppur al momento senza aver prodotto alcun risultato concreto, sull’esigenza di rivedere l’impianto delle provincie con il precipuo fine di razionalizzare la pletora di enti, organismi e soggetti intermedi senza legittimazione democratica, con il chiaro obiettivo di contenere la spesa pubblica"
"E’ stata aperta un’ampia riflessione, seppur al momento senza aver prodotto alcun risultato concreto, sull’esigenza di rivedere l’impianto delle provincie con il precipuo fine di razionalizzare la pletora di enti, organismi e soggetti intermedi senza legittimazione democratica, con il chiaro obiettivo di contenere la spesa pubblica. Personalmente ritengo utile una riorganizzazione complessiva con la necessaria opera di governante attraverso un modello di area vasta in grado di creare economie di scala e per una migliore gestione del territorio in grado di contenere la spesa corrente. Spesa che, nonostante il Patto di stabilità e i forti tagli dei trasferimenti nazionali e regionali, continua ad aumentare quasi a rendere vano lo strumento del controllo di gestione. Sull’argomento in oggetto, appaiono interessanti di dati dei costi concernenti alla rappresentanza nelle tre provincie “idealmente” vocate all’ area vasta. Ravenna si classifica al peggior posto con i suoi 29 mila euro di spese, mentre la vicina Forlì-Cesena con molto meno della metà: vale a dire quasi 13.000.000 euro, e tra le due citate emerge l’ente di Rimini il quale limita le spese a poco più di settemila euro. La singolarità della nostra provincia ravennate, stando ai dati, è quella di avere impegnato tali risorse per la voce “ gemellaggi,” tuttavia, proprio alla luce di queste affermazioni, appare doveroso esprimere una valutazione con una personale chiave di lettura. E’ fuori dubbio che l’ente di Piazza dei Caduti deve contenere la spesa, limitare le sovrapposizioni e gli sprechi, evitare il cumulo di inefficienze e puntare sulla semplificazione e sullo snellimento della farraginosa macchina, tuttavia appare parzialmente corretto asserire che su 29 mila euro di uscite alla voce rappresentanza la metà è andata a favore dei gemellaggi. E’ vero che dai vari impegni di spesa dirigenziali sono frequentemente imputate risorse a favore di missioni o viaggi con mandati specifici per favorire le relazioni commerciali e socio culturali con numerose realtà straniere, ma ciò premesso, va altresì fatta una precisazione in ordine a tali iniziative che, a conti fatti, hanno anche un rovescio della medaglia. In particolare se analizziamo la situazione della Provincia di Ravenna, il proprio esiguo bilancio si regge in buona parte da risorse comunitarie: fondi, strumenti di finanziamento, partecipazione a programmi e obiettivi specifici europei, e altri segmenti economici ottenuti in larga misura grazie alla buona capacità progettuale e di relazione del personale e in particolare del suo dirigente. Se tali relazioni non si traducono in un mero viaggio di rappresentanza, ma viceversa, generano rapporti stabili e proficui con il raggiungimento di obiettivi concreti anche in termini di reperimento di risorse per tutelare, valorizzare e promuovere il nostro patrimonio e la nostra economia, meritano le dovute considerazioni e il giusto distinguo. E’ bene, in ogni modo, valutare la progettualità degli interventi, analizzare i costi e i benefici, monitorare ogni attività con un occhio prudenziale, avendo sempre presente le sagge affermazioni del poeta latino Orazio, “.…c’è una giusta misura nelle cose”".