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Stazione, Minichini (LpRa): "Non risolvono le criticità che traguardano il futuro"

"Nella spasmodica ricerca di una Ravenna che CambieRà, non ci si è accorti di essere rimasti parecchio indietro", afferma Minichini

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

"Dopo la laurea in ingegneria di Sindaco e Vicesindaco, in pectore, per le casse di colmata e sappiamo con che risultato, ci troviamo una candidata Sindaco con una fresca laurea in architettura, sempre in pectore, che progetta Stazioni e temo con gli stessi risultati. Mi preme sottolineare che si continua con la solita politica, di vedere una cosa alla volta. Senza capire che parlare di pianificazione urbanistica significa partire dalle criticità e dal fabbisogno globale, interrelato, della città.

Le criticità della Stazione Farini che traguardano il futuro, in particolare, sono il transito delle merci, ivi comprese quelle pericolose; se vogliamo un gioiello di Darsena di Città, la dovremo legare al centro storico e quindi mobilità privata di attraversamento inesistente; non c'è spazio per le rampe su cui caricare auto e mezzi pesanti sui carri ferroviari ribassati, che realizzano le Ro-La; non c' è spazio e non è opportuno farlo qui per i motivi di cui infra, per una piattaforma logistica di scambio fra mezzi a diversa percorrenza/tasso di inquinamento, per car-van sharing, pooling, ciclovie, ippovie, nonché perché il baricentro di mobilità, come noto da decenni, per Ravenna, sta nell' intersezione fra Via Faentina e la S.S.16 Adriatica, a ben 4km da qui.

Il fabbisogno prevede di incrementare e di molto il traffico ferroviario, in previsione del fatto che la mobilità su ferro e acqua, è il futuro; merci comprese, anzi in particolare. L'ipotesi presentata ha l'indubbio pregio, di non affrontare alcuna delle criticità evidenziate e di sostituire ad una barriera architettonica di soli binari anche quella aggiuntiva di una viabilità da svincolo autostradale. Tutti e due i progetti pubblici precedentemente presentati, arch. Vistoli e Ing. Antolini, se pur diversi, se non altro partivano risolvendo la criticità n° 1, le merci pericolose. Se si volevano fare dei belletti alla Stazione, cono gelato compreso, conveniva un concorso di architettura europeo, fra competenti, coinvolgendo l'ordine degli Architetti/Ingegneri di Ravenna, per la sua stesura.

Nella spasmodica ricerca di una Ravenna che CambieRà, non ci si è accorti di essere rimasti parecchio indietro e che è già stato progettato un MacroSistema Stazione complessivo, anche per le merci pericolose, che risolve tutti questi problemi, bypass breve di superficie compreso, reso pubblico da CNA, che non è proprio l'ultima Associazione Imprenditoriale di Ravenna, ottenendo anche un largo consenso. Molto più modestamente, vogliamo partire da lì o non CambieRà mai nulla. La Stazione Farini non si sposta, neanche di 100 o 800 metri, al massimo si incrementa di un terminal aggiuntivo; ma non si sposta. Lasciamo fare ai medici la sanità, l'allenatore della nazionale al designato, la pianificazione urbanistica agli architetti/ingegneri. Che bella Italia sarebbe, naturalmente se tutti comprendessero cosa si intende per pianificazione urbanistica".

Pasquale Minichini, candidato di Lista per Ravenna

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