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Transizione energetica, Ferrero (FdI): "Occorre rilanciare l’utilizzo del gas nell’Alto Adriatico"

Approvata dal Consiglio comunale la mozione di Fratelli d'Italia: "Per la nostra città il rilancio di questa produzione sarebbe fondamentale, visto il legame pluridecennale che il nostro sistema economico ha con questo settore"

Martedì è stata approvata a Ravenna una mozione proposta da Fratelli d’Italia, arricchita con i contributi di varie forze politiche presenti in Consiglio comunale, ma criticata dal Movimento 5 stelle, con l’intento di agevolare la transizione energetica rilanciando l’utilizzo del gas nell’Alto Adriatico. "I due aspetti non sono in contraddizione - afferma Alberto Ferrero, capogruppo di Fratelli d'Italia in Consiglio comunale - al contrario sono strettamente legati, infatti, sapendo bene che viviamo in un periodo in cui la transizione energetica è diventata indispensabile è altrettanto vero che in termini prospettici è strettamente connessa ad una programmazione attendibile e prevedibile di una combinazione di fonti energetiche in grado di garantire la sicurezza dell’approvvigionamento energetico ed il mantenimento della competitività del nostro sistema economico". 

"In questo contesto il gas risulta essere fondamentale, soprattutto se l’Italia ne dispone di quantità importanti e quasi a chilometro zero. Per la nostra città il rilancio di questa produzione sarebbe fondamentale, visto il legame pluridecennale che il nostro sistema economico ha con questo settore, divenuto negli anni una eccellenza mondiale che, a seguito di scelte scriteriate, rischiamo di perdere. Ieri (martedì, ndr) il consiglio Comunale di Ravenna ha fatto un importante passo in questa direzione - conclude Ferrero - votando quasi all’unanimità la mozione, solo il Movimento 5 Stelle ha votato contro, peraltro sottoscritta da quasi tutte le forze presenti".

Ravenna Coraggiosa: "Ok la produzione nazionale di gas, ma no ai punti di estrazione troppo vicino alla costa"

Sul dibattito interviene anche Ravenna Coraggiosa: "Immersi nell’emergenza dei cambiamenti climatici che in queste ore si palesa con le alte temperature e una drammatica siccità, e nell’emergenza energetica che ci impone di ridurre nell'immediato la dipendenza dalla Russia, siamo consapevoli che nessuno può sottrarsi al dibattito su questi temi, su cui obiettivamente le sensibilità di partenza sono distanti. Come Ravenna Coraggiosa lo abbiamo fatto con nettezza, lavorando al documento proposto al Consiglio Comunale per modificarlo profondamente, mettendo al centro la necessità di accelerare la transizione ecologica verso l'efficienza energetica e le rinnovabili. Lo abbiamo fatto in questi mesi denunciando la inadeguatezza di una strategia nazionale sull’energia, nel segno della sostenibilità ambientale, dell'attuazione degli accordi di Parigi sul clima, della sicurezza energetica, della diversificazione degli approvvigionamenti. Anche ieri abbiamo proposto modifiche “pesanti”, accettate in un lavoro di sintesi tra le forze di maggioranza, per far sì che fosse chiaro che questo passaggio storico segnato dalla guerra alle porte dell’Europa non divenga motivo per ridurre l’impegno per la transizione ecologica o frenare sugli obiettivi alti di riduzione delle emissioni di gas serra cui siamo chiamati per la sopravvivenza del Pianeta". 

"La immediata necessità di sostituire e diversificare gli approvvigionamenti energetici - in particolare di gas metano provenienti dalla Russia - con interventi transitori, urgenti, ambientalmente verificati dalle autorità competenti, sostenibili, reversibili e temporanei, non deve infatti contraddire la strategia di fondo e l'obiettivo centrale di compiere un significativo passo avanti anche a Ravenna e in Emilia-Romagna, per migliorare l' efficienza energetica nei settori chiave dell’economia, dall'edilizia ai dei trasporti alle attività produttive. Questo per aumentare la quota (per ora nella nostra regione sotto il 10%) prodotta da energie rinnovabili - continua Ravenna Coraggiosa - in particolare solare termico, fotovoltaico, eolico, idrogeno verde, biogas, fonti che hanno tecnologie in rapida evoluzione e a costi sempre più competitivi. È opportuno  che l’Italia conservi una quota di produzione nazionale di gas, in primo luogo assicurando la manutenzione ordinaria e straordinaria delle attività estrattive esistenti e prevedendo, previe apposite valutazioni di impatto ambientale, la sostituzione di punti di prelievo in fase di esaurimento o non sostenibili con punti di estrazione oltre le 12 miglia, per superare gli errori del passato: insediare punti di estrazione troppo vicino alla costa – come Angela Angelina di fronte a Lido Adriano e Lido di Dante – si è dimostrato incompatibile con la tutela ambientale e la vivibilità della costa. E Angela Angelina offre più di una valida ragione ai detrattori della invece indispensabile capacità di estrarre il gas che serve alla sicurezza nazionale. Non per sperare di condizionare l’andamento dei prezzi internazionali ma per la sicurezza energetica". 

"Avanti dunque col progetto AGNES e la diffusione di impianti eolici e fotovoltaici in mare. Avanti con le comunità energetiche che sono anche una risposta alla povertà energetica e diminuiscono disuguaglianze. Avanti con un fondo annuale significativo che consenta in 10 anni di progettare e finanziare (anche con finanziamenti europei, nazionali e regionali) interventi di riqualificazione di edifici pubblici e case di edilizia economica popolare con il miglioramento dell'efficienza energetica, della sicurezza sismica e con l'inserimento di solare termico e fotovoltaico. Avanti col graduale calo della componente fossile nel mix energetico nazionale, riconoscendo che il metano italiano è complessivamente  meno inquinante di quello che importiamo, che finisce per finanziare sistemi autoritari ben lontani dai nostri ideali di democrazia e rispetto dei diritti umani e ambientali. Abbiamo cercato di introdurre nel documento, poi assunto dal Consilio Comunale, le ragioni di chi come noi crede che si debba evitare l’errore più grande: confondere l’emergenza odierna con la strategia di lungo periodo, che peraltro deve accelerare sin d’ora. L’invasione russa dell’Ucraina condizionerà i prossimi mesi e i prossimi anni. Ma questa non può essere la nostra strategia energetica, che invece deve essere di decarbonizzazione, di spinta sulle rinnovabili. Occorre lavorare con forza e determinazione per evitare quel rischio - conclude Ravenna Coraggiosa - per non lasciare spazio a velleitari ritorni al passato, per impedire la costruzione di un nuovo senso comune che mette la transizione in un angolo di fronte alle preoccupazioni della comunità, di famiglie e imprese".

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