Transizione energetica, la richiesta del Consiglio comunale: "Si riprendano le estrazioni di gas in Adriatico"
In Consiglio comunale passa la mozione della maggioranza, anche se con il voto contrario del Movimento 5 stelle. Cameliani e Margotti (Pd): "Ravenna può mantenere l’ambizione di consolidarsi come capitale dell’energia"
Attraverso una mozione presentata in Consiglio comunale a Ravenna, Chiara Francesconi (PRI), Andrea Vasi (PRI), Daniele Perini (Lista de Pascale Sindaco), Francesca Impellizzeri (Ravenna Coraggiosa), Massimo Cameliani e Lorenzo Margotti (Partito Democratico) chiedono all’amministrazione di sostenere in tutte le sedi la richiesta di riprendere le estrazioni nazionali di gas metano. Istanza che è stata fatta propria sia da molte organizzazioni sindacali che dal mondo imprenditoriale. Una richiesta che passa dunque mediante il voto dalla maggioranza del Consiglio ravennate, con la sola eccezione del Movimento 5 Stelle, contrario alla mozione.
“In questo momento – dicono i consiglieri democratici Cameliani e Margotti - le risorse di gas metano dell'Adriatico assumono grande importanza vista la situazione di continui aumenti delle bollette e dei costi ormai insostenibili per le imprese e le economie familiari. Nuove fonti di energia rinnovabile, destinate a colmare le esigenze di famiglie e imprese e sulle quali è fondamentale continuare a investire per accelerare la transizione energetica, non potranno però essere disponibili nell’immediato. Le misure di supporto messe in campo dal Governo per alleviare i costi dell'energia non potranno durare a lungo, perciò il processo di transizione va sostenuto e rafforzato. È necessario predisporre in tempi celeri una politica energetica e industriale che tenga conto dei rischi della dipendenza energetica del nostro paese dall’estero e in particolare da stati autoritari".
"Negli strumenti in via di definizione, come il Pitesai, deve venire autorizzata la ripresa delle estrazioni nei pozzi dell'Adriatico riattivabili. Tenuto conto che nuove attività estrattive possono essere realizzate solo oltre le 12 miglia marine dalla costa e dopo essere state sottoposte a rigorose procedure di VIA, si devono anche prevedere nuove concessioni per consentire una disponibilità estrattiva di almeno cinquanta miliardi di metri cubi di gas metano propri dell'Italia che rischiano oggi di venire sfruttati da Paesi come la Croazia e da ulteriori realtà dell'altra sponda dell'Adriatico - proseguono i consiglieri del Pd - Questa nuova produzione italiana sarebbe esclusivamente finalizzata a ridurre i quantitativi di gas metano importati, con conseguente riduzione delle emissioni di CO2 fra il 20 e il 30%".
"Ravenna può essere protagonista di una transizione energetica ed ecologica che tenga insieme i principi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica. La nostra città, con la sua tradizione di conoscenze, di professionalità e di dialogo tra tutte le parti sociali, è già un punto di riferimento per quanto riguarda l’innovazione nel settore energetico. Ora avrebbe l’opportunità di avviare una nuova fase di guida nel settore come protagonista di una transizione verso la produzione del mix di gas naturale ed energie rinnovabili. Ravenna – concludono Margotti e Cameliani – può mantenere l’ambizione di consolidarsi come capitale dell’energia".
Il Pri
"Nell'apprezzare il voto favorevole di tutti i gruppi del Consiglio, salvo il consigliere 5 stelle – dichiarano gli esponenti del Pri - vogliamo ricordare che per la prima volta, nella massima istituzione rappresentativa della città, le risorse di gas metano dell'Adriatico e le imprese ravennati del comparto energetico vengono considerate strategiche per tutto il Paese, in un momento così difficile per gli approvvigionamenti, unitamente agli investimenti che servono alla transizione energetica ed alle rinnovabili nonché al sostegno a tutti i provvedimenti capaci di frenare l'aumento delle bollette per famiglie e imprese. Ci auguriamo che il senso di responsabilità e la consapevolezza che ha guidato il voto nel Municipio ravennate serva non solo a riprendere le estrazioni di gas nei nostri pozzi (sottraendolo finalmente a Paesi come la Croazia che ne approfitta) ma anche a rendere più agevole il percorso per ottenere il rigassificatore ed accelerare le procedure e le concessioni per gli impianti di eolico e solare; il Consiglio Comunale di Ravenna ha compiuto il proprio dovere ed ha affidato all'Amministrazione precisi impegni con il voto di una maggioranza straordinaria ed autorevole, convinti di poter contribuire anche a sconfiggere le impennate dei prezzi ed il rischio che carbone e legname divengano le sole alternative per l'energia necessaria al nostro Paese".
Movimento 5 stelle
“La mozione votata in Consiglio comunale va contro sia a quella che è l’indicazione del Governo sull’opportunità di creare nuove trivellazioni in cerca di gas sia alla necessità, ormai non più rimandabile, di abbandonare le fonti fossili a vantaggio di quelle rinnovabili. Per questo l’indicazione data da Ravenna, e confermata anche da alcune recenti interviste del sindaco De Pascale, è del tutto fuori luogo”. È quanto sostiene Silvia Piccinini, capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle, commentando l’approvazione della mozione.
“La crisi energetica che stiamo vivendo a causa del caro carburanti e dalla folle guerra in Ucraina deve essere un’opportunità per riuscire a creare un nuovo modello di sviluppo finalmente più sostenibile e non, al contrario, continuare ad investire in strumenti che guardano al passato e che mettono a rischio l’ambiente ed il territorio – spiega Piccinini – Per questo invece che chiedere più trivelle il Comune di Ravenna dovrebbe tener fede agli impegni assunti pubblicamente in campagna elettorale sul tema della transizione ecologica e puntare, per esempio, con decisione sulle comunità energetiche. Su questo punto c’era stata la disponibilità da parte del sindaco De Pascale a portare avanti uno studio di fattibilità, di cui oggi però non sentiamo più parlare. In Regione su questo tema si sta andando avanti molto velocemente sia con la discussione di un progetto di legge che ha da poco cominciato il suo iter in commissione e che verrà approvato a breve, sia con lo stanziamento di 12 milioni di euro attraverso i fondi del Por-Fesrper lo sviluppo delle comunità energetiche voluto proprio dal Movimento 5 Stelle. Ecco perché Ravenna deve farsi trovare pronta per non perdere questa importante opportunità”.
L'opposizione
In una nota congiunta i gruppi di opposizione Lega Salvini premier, Fratelli d'Italia, Viva Ravenna, Froza Italia Berlusconi per Ancarani-Primavera Ravenna, la Pigna-città-forese e lidi e Lista per Ravenna-polo civico popolare commentano: "Se ci fosse onestà intellettuale, dopo quanto avvenuto ieri, il M5S dovrebbe lasciare la maggioranza. Il consigliere Schiano ha infatti votato contro ad un documento sottoscritto da tutti gli altri gruppi di maggioranza. È evidente quindi che sulle trivellazioni il Movimento 5 Stelle abbia posizioni ideologiche non compatibili con quelle dell’Amministrazione. Durissima è stata infatti la risposta della consigliera Francesconi che ha sottolineato la posizione netta dell’amministrazione sul tema e ha rimarcato come le affermazioni del consigliere Schiano fossero del tutto fuori luogo. Ci chiediamo quindi, se forse, il M5S abbia deciso di rimanere in maggioranza solo per tutelare la seggiola su cui siede l’assessore Gallonetto, perché nei fatti sono evidenti le frizioni ormai insostenibili, non è infatti la prima volta che le due forze, Pri e Movimento, si trovano a scontrarsi in Consiglio".
Sinistra Italiana: "Le nuove estrazioni convengono davvero?"
"Non sorprende che la mozione per la ripresa delle estrazioni di gas in Adriatico presentata in Consiglio Comunale porti le firme di PRI, Lista de Pascale Sindaco e Partito Democratico: desta sconcerto piuttosto che venga sottoscritta anche da chi della transizione ecologica ha fatto uno dei pilastri della sua azione politica". Questo il comento di Sinistra Italiana dopo la mozione votata dal Consiglio comunale di Ravenna. "Viviamo certamente un momento di grande difficoltà, in cui stiamo scontando non solo una situazione geopolitica drammatica, ma anche le scelte sbagliate di decenni in tema di approvvigionamento energetico. Tuttavia, se vogliamo essere seri e responsabili verso la comunità, dobbiamo dire la verità, per intero".
"La verità - prosegue Sinistra Italiana - è che le estrazioni di gas metano a livello nazionale non sono diminuite perché si è voluto dar retta agli ambientalisti: sono diminuite semplicemente perché non erano più convenienti. Questo non lo dicono gli ambientalisti o la sinistra estrema: lo dice, tra gli altri, Roberto Bianchini, direttore dell'Osservatorio Climate Finance del Politecnico di Milano. E lo stesso presidente di Nomisma Energia Davide Tabarelli, non certo timido nel chiedere nuove prospezioni e nuove trivellazioni, ha ammesso che non ci sarebbero variazioni sensibili in bolletta. La riduzione della capacità estrattiva, insomma, ha avuto delle ragioni che risiedono anche e soprattutto negli svantaggi economici: il costo dell'estrazione del gas da un singolo giacimento aumenta nel tempo e a volte diventa economicamente svantaggioso. Inoltre gran parte del gas estratto davanti alle nostre coste sarebbe destinato alla vendita all’estero, assai più lucrosa per le compagnie, azzerando del tutto i benefici per la comunità, a cui invece resterebbero da pagare i costi in termini ambientali".
"Venendo agli scenari geopolitici, non c’è dubbio alcuno che limitare la nostra dipendenza energetica dall’estero è cosa buona e giusta: è intollerabile mettere in mano a regimi tutt’altro che democratici (e sarebbe interessante fare questa considerazione non solo per quanto riguarda la Russia di Putin, ma anche per la Libia e svariati regimi del golfo persico) un’arma di ricatto così potente. Questo Sinistra Italiana lo sostiene da sempre. Ma la strada maestra per ottenere l’indipendenza resta quella che era già trent’anni fa e passa da un piano intelligente di risparmio energetico equo, da un incentivo massiccio alle rinnovabili e, aggiungiamo, dal finanziamento alla ricerca scientifica. Magari destinandovi una parte delle cifre mostruose che ci apprestiamo a investire nell’industria bellica. Ormai sappiamo che inseguire le contingenze e gli interessi immediati è una strategia fallimentare - conclude Sinistra Italiana - ogniqualvolta ci arriva una bolletta esorbitante o facciamo il pieno di carburante dovremmo tenerlo a mente, senza contare i costi sociali immensi. Proseguire sulla stessa strada è sbagliato: farlo dicendo che le nuove estrazioni sono destinate a colmare le esigenze di famiglie e imprese è pure falso".
Maestri (Green Italia): "Non si può continuare a camminare sulla strada sbagliata"
"La mozione votata da tutta la maggioranza, con la sola eccezione del M5S, per la ripresa delle estrazioni di gas in Adriatico lascia interdetti ed allibiti. Il cambio di paradigma che chiamiamo “transizione ecologica” non può essere continuamente posticipato in nome di valutazioni ed interessi tesi alla conservazione di un modello non più sostenibile. I temi - reali ed impellenti - della dipendenza energetica e degli abnormi costi in bolletta per famiglie e imprese, non si affrontano continuando a camminare sulla strada sbagliata dello sfruttamento delle fonti fossili, inquinanti, non infinite e costose ma cambiando immediatamente strada". Questa la reazione di Andrea Maestri, membro di Green Italia.
"È tardi, perché già da qualche decennio avremmo dovuto attrezzarci con la conversione ecologica dell’economia, le fonti rinnovabili, le comunità energetiche. La difesa dei posti di lavoro e del prezioso know-how delle nostre imprese non si fa tenendo in vita con mozioni ideologiche e divisive un modello superato dalle crisi che stiamo attraversando - prosegue l'esponente di Green Italia - La nuova economia della transizione promette posti di lavoro a più alto contenuto di futuro e sostenibilità e mette in gioco la capacità di innovazione e ricerca dell’industria energetica. Per fare tutto questo serve un quadro nazionale proattivo e favorente (che ad oggi non c’è) ma anche la capacità delle comunità locali di affrancarsi dalle logiche passatiste e conservatrici e innovare per preservare ambiente e future generazioni. La mozione votata dal Consiglio Comunale parla di paura e non di speranza, parla di conservazione e non di ricerca e innovazione, parla di conformismo e sudditanza (della politica di fronte a certo potere economico) e non di coraggio".
"Non ci possiamo nascondere dietro a un dito: quando abbiamo dato il nostro sostegno ad una lista di sinistra radicale ma con aspirazioni di governo locale sapevamo che su temi come questo ci sarebbero state ragioni di conflitto con la parte più conservatrice della maggioranza. Credo vada dato atto alla componente consiliare di Ravenna Coraggiosa di avere cercato concretamente di migliorare il testo presentato dal PRI, introducendo elementi di rottura. Tuttavia, resta il testo di una mozione da valutare in modo complessivamente negativo. Da questo momento in avanti - conclude Maestri - si tratta di lavorare per cambiare radicalmente dall’interno le priorità e le modalità dell’azione di governo locale, su questo e altri temi, coinvolgendo le comunità prima di compiere scelte di indirizzo politico pesanti e importanti come questa, rafforzando la proposta politica ecologista attraverso un’alleanza con i cittadini e le associazioni “fuori dalle sedi istituzionali”, per condizionare le scelte “nelle” sedi istituzionali".