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Treni e pendolari, "ravennate a rischio investimenti"

Il ravennate non rischia "solo la mancanza dell’alta velocità, ma anche di vedere le nostre città non inserite fra le stazioni strategiche e addirittura estromesse dal benché minimo tipo di investimento" ferroviario

Il ravennate non rischia "solo la mancanza dell’alta velocità, ma anche di vedere le nostre città non inserite fra le stazioni strategiche e addirittura estromesse dal benché minimo tipo di investimento" ferroviario. E' l'allarme che lancia il consigliere provinciale dell'Udc, Gianfranco Spadoni, che torna sulle proteste del comitato pendolari RomBo e sulla situazione del servizio ferroviario provinciale, "abbandonato a se stesso e lasciato nel corso degli anni senza alcun investimento degno di nota".

"Al riguardo, dovendo fare un’analogia forse un po’ forzata, il tema ferroviario è simile a quello del porto di Ravenna - premette l'esponente dell'Udc -. Vale a dire, per lo scalo ravennate se non si provvede con determinazione all’approfondimento dei fondali come uno dei mezzi per aumentare la competitività, si rischia la retrocessione nei traffici commerciali. Allo stesso modo il sistema ferroviario richiede da molto tempo un miglioramento proprio per non compromettere la tenuta dell’economia oltre ad evitare non pochi disagi ai pendolari i cui spostamenti per motivi di lavoro e di studio o di turismo, sono diventati sempre più ardui".

"Nel caso del trasporto su rotaia, dunque, si può tranquillamente esprimere un giudizio negativo per le mancate scelte e gli investimenti pressoché impercettibili di questi ultimi vent’anni sul nostro bacino provinciale - evidenzia Spadoni -. Oltretutto, anche quando la questione delle risorse non era così drammatica come allo stato attuale, Ferrovie dello stato – Trenitalia e enti locali hanno commesso l’imperdonabile errore di non aver puntato su Ravenna, sui suoi lidi e sull’intera area provinciale; e Faenza ne è un esempio di questo perdurante disimpegno ormai sotto gli occhi di tutti".

"Provincia e Comuni, oltretutto, non hanno mai ritenuto questa modalità di trasferimento su rotaia una vera priorità per il territorio, ma allo stesso tempo non hanno nemmeno fatto leva sugli enti nazionali competenti al fine di recuperare le risorse per ammodernare i servizi o riuscire a cantierare qualche opera fondamentale - continua Spadoni -. Si tratta di una grave situazione di cui sono corresponsabili molti soggetti, a cominciare dalla società ferroviaria italiana, ma allo stesso tempo non è assolto nemmeno il sistema regionale i cui compiti d’istituto dovevano essere, appunto, la cura della propria rete su rotaia".

Quindi l'allarme: "La situazione attuale, purtroppo, non riguarda solo i mancati servizi da parte di eurostar ed elettrotreni ad alta velocità, che in ogni modo penalizzano le principali località come Ravenna, Faenza, Lugo e Cervia, ma addirittura gli stessi servizi di base del trasporto passeggeri non godono di una situazione ottimale sotto il profilo della funzionalità e dell’estensione dei servizi e dei collegamenti offerti. Il rischio, insomma, non è solo la mancanza dell’alta velocità, ma quello di vedere le nostre città non inserite fra le stazioni strategiche e addirittura estromesse dal benché minimo tipo di investimento".

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