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Turismo in flessione, Spadoni: "Il male cronico sono le infrastrutture"

"I dati ufficiali riferiti ai primi sei mesi confermavano un calo significativo di turisti con percentuali negative sia per gli arrivi sia per quanto attiene le presenze"

"I dati ufficiali riferiti ai primi sei mesi confermavano un calo significativo di turisti con percentuali negative sia per gli arrivi sia per quanto attiene le presenze. La città d’arte per eccellenza con il suo patrimonio esclusivo di lidi mostra ormai da parecchio tempo segnali preoccupanti non solo riconducibili al difficile  momento economico, ma in larga parte legati a una serie di questioni ormai croniche". E' quanto sottolinea Gianfranco Spadoni, consigliere provinciale dell'Udc.

"Se il primo semestre non è andato bene, il mese di luglio si è rivelato un vero disastro con meno 4,5% nelle presenze e ben – 8,13 per quanto riguarda gli arrivi:  percentuali  in qualche misura addolcite lievemente dalla crescita della permanenza media, con appena un + 0,6 - ha affermato Spadoni -. La cosa preoccupante, tra l’altro, non riguarda solo la bizantina città d’arte e la sua costa, ma l’intera provincia, dal litorale cervese al sistema  collinare, sino ad arrivare a un clamoroso segno negativo di oltre - 22% per città importanti come Faenza. Situazione grave e preoccupante, che evidenzia un forte e diffuso crollo dei classici  flussi turistici, tali da mettere addirittura in discussione l’intero sistema turistico gravemente compromesso". 

"Questo settore fondamentale per il territorio e trasversale rispetto agli altri settori economici  richiedeva da parecchio tempo nuove soluzioni per sostenere le imprese ormai al lumicino come redditività, e di conseguenza  con ripercussioni anche per i restanti comparti economici collegati - osserva Spadoni -. Serve, dunque, una regia complessiva più adeguata e dinamica in grado di migliorare l’integrazione, favorire l’ innovazione e ricercare nuovi mercati. D’altra parte il rilancio del comparto passa inevitabilmente anche attraverso scelte infrastrutturali, da troppi anni senza ossigeno, tema che rappresenta un forte limite per la tenuta dell’industria turistica".

"Sono mancati negli anni in cui vi era una forte disponibilità economica da parte degli enti locali, scelte e investimenti infrastrutturali di prospettiva e di ampio respiro: una clamorosa assenza di strategia programmatoria che nel tempo si è rivelata un bluff - continua l'esponente dell'Udc -. In questo senso l’immagine della situazione attuale si può riassumere come segue: i trasporti ferroviari sono assolutamente inadeguati, con alcuni convogli da dopoguerra; gli assi stradali di collegamento sono sottodimensionati per sopportare l’inteso traffico, e la strategica E45 è letteralmente disastrata, per non parlare della Romea in costanti condizioni di pericolo".

"Il sistema aeroportuale ormai abbandonato a se stesso, con Forlì prossimo alla chiusura e Rimini con bilanci molto negativi impone decisioni urgenti, conformi alle indicazioni contenute nel Piano aeroporti in realtà mai decollato. Per questo va potenziato  un accordo più concreto con Bologna, ormai di fatto divenuto lo scalo di riferimento futuro del territorio - continua Spadoni -. Il ruolo forte del turismo è ormai compromesso seriamente, tuttavia occorre rialzare il capo evitando la consueta demagogia e autoreferenzialità da parte degli enti locali fortemente corresponsabili di questa triste situazione".   

 

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