Il segretario generale e il direttore generale del Comune hanno espresso parere contrario alla nostra richiesta del 30 agosto scorso per l’annullamento dell’elezione del vice-presidente del consiglio del Mare, avvenuta a favore di Giuseppe Fantini del Pdl. Ribadiamo la stima per la serietà di Fantini come persona, ma riteniamo che il parere del segretario e del direttore del Comune, per quanto lo si voglia far apparire formalmente tecnico, soffra di condizionamento politico. Abbiamo perciò ripetuto, per l’ultima volta, questa richiesta alla presidente del consiglio territoriale, Alice Maraldi, del PD, competente a decidere in proposito, indirizzandole il documento di cui riproduciamo il testo, articolato sulle due questioni fondamentali.

Secondo l’art. 33 del regolamento, l’elezione del vice-presidente sarebbe dovuta avvenire col “maggior numero di voti dei consiglieri presenti”. Siccome i consiglieri presenti erano 18 ed hanno tutti votato, il numero maggiore dei voti, per un calcolo semplicissimo, era 10. Segretario e direttore del Comune si sono dilungati a disquisire sulla differenza tra “maggioranza” e “maggior numero dei voti”, per arrivare a concludere che è stata regolare l’elezione di Fantini con soli 7 voti a favore. Per raggiungere questo scopo, sono state perfino manipolate le carte in tavola, e precisamente il verbale compilato dalla funzionaria del Comune presente alla seduta come verbalizzante. In tale verbale, trasmesso a tutti i consiglieri il giorno 7 agosto 2013, l’ultima riga della pagina 4 era: “Pertanto il Consiglio approva  a maggioranza la nomina alla carica di Vice-Presidente del consigliere Fantini”. Nella successiva seduta, assente l’opposizione perché la sua richiesta non figurava neppure iscritta all’ordine del giorno, i consiglieri presenti hanno invece approvato, alla chetichella, un verbale in cui l’ultima frase di pagina 4 era stata così modificata: “Pertanto il Consiglio approva, con la maggioranza dei voti espressi, la nomina alla carica di Vice-Presidente del consigliere Fantini”. Nemmeno questo trucco riesce a stravolgere la lingua italiana e la matematica, ma dimostra inequivocabilmente il filo diretto intercorso tra amministrazione politica e vertici tecnici del Comune di Ravenna, perché il parere tecnico di questi porta la data del 29 agosto, mentre l’alterazione del verbale in conformità all’indicazione ivi contenuta è avvenuta nella seduta del 22 agosto.

Resta, inequivocabile, l’altra e più grave violazione dell’art. 33 del regolamento, il cui terzo comma prescrive che “nella scelta del Presidente e del Vice Presidente deve essere garantita rispettivamente la rappresentanza dei gruppi di maggioranza e di quelli di opposizione”.  Questa norma esprime, con assoluta evidenza, che il vice-presidente deve essere alternativo al presidente. Come possa essere “alternativo” alla presidente del PD eletta dalla maggioranza dei consiglieri un consigliere del PDL che, insieme a tutto il suo gruppo, l’ha votata non può crederlo nessuno in buona fede. Aggiungiamo che il PDL ha votato, in tutti i  consigli territoriali, i 10 presidenti del PD, ottenendo da questo partito i voti necessari per sottrarre la vice-presidenza del Mare al candidato unitario dei gruppi Lista del Mare, Lista per Ravenna e Movimento 5 Stelle, che non hanno votato la presidente e che hanno più consiglieri del PDL. Alternativo il PDL alla presidente del PD? Impossibile sostenerlo.

I consiglieri territoriali del Mare: Pier Luigi Bucchi (LpRA), Paolo Cornacchione (M5S), Pasquale Minichini (LpRA), Luca Rosetti (Lista del Mare), Donatello Sampaoli (M5S)