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Un 'Trauma Center' come al Bufalini anche al Santa Maria delle Croci: la proposta di Lista per Ravenna

"Non sarebbe certo in competizione con l’Hub di Cesena, ma potrebbe ridurre l’alto numero dei traumatizzati trasportati colà in elicottero, assistendone una parte direttamente a Ravenna"

In Italia il trauma grave, dovuto ad incidenti stradali, cadute rovinose, ustioni, ferite da armi da fuoco, collisioni con apparecchiature, ecc., rappresenta la terza causa di morte, la prima per i giovani. Il primo picco di mortalità avviene dopo alcuni secondi o pochi minuti dal trauma, quando le lesioni non sono compatibili con la vita. Il secondo avviene in un periodo che può andare da pochi minuti ad alcune ore, avendo la persona subìto danni potenzialmente letali, come lesioni emorragiche o neurologiche, controllabili con un trattamento tempestivo e mirato. È su questi casi che i trauma center, costituiti presso complessi ospedalieri, svolgono un ruolo fondamentale non solo di salva vita, ma di riduzione delle complicanze che possono produrre invalidità o disabilità.

In Emilia-Romagna, i trauma center di primo livello, cosiddetti Hub SIAT (Sistemi Integrati dell’ Assistenza ai Traumi), sono negli ospedali Maggiore di Parma, Maggiore di Bologna e Bufalini di Cesena. A quest’ultimo fanno riferimento le province della Romagna. "Il Distretto aziendale Usl del territorio ravennate è afflitto da un’alta incidentalità, statisticamente la maggiore sul territorio romagnolo - spiegano Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna, e Gianfranco Spadoni, vicepresidente del Consiglio di Ravenna Sud - Fonti cospicue di infortuni e sinistri ne sono, da un lato, i rilevanti insediamenti industriali (chimici, metalmeccanici, ecc.) e portuali, dall’altro, una viabilità primaria assolutamente inadeguata. Malgrado ciò, il Santa Maria delle Croci non ospita un centro traumatologico che possa definirsi trauma center di secondo o almeno terzo livello. Non sarebbe certo in competizione con l’Hub di Cesena, ma potrebbe ridurre l’alto numero dei traumatizzati trasportati colà in elicottero, assistendone una parte direttamente a Ravenna, secondo un protocollo delle competenze da definirsi. Allo scopo, occorrerebbe potenziare il nosocomio ravennate con alcuni professionisti a più vasto raggio di specializzazione e/o con attrezzature stabilizzatrici, risorse per la rianimazione di emergenza, terapia intensiva. Praticamente a chilometro zero rispetto ad un trasporto al Bufalini non certo effettuabile in pochi minuti e a volte frenato o impedito dal maltempo, si ridurrebbe al minimo il tempo di presa in carico dei pazienti almeno come pronto intervento, con maggiori e più estese possibilità di riuscita del soccorso".

"Il 7 marzo scorso, grazie ad un investimento di sette milioni, si è aperto il cantiere per ampliare il Pronto soccorso di Ravenna, del quale verrà realizzata una nuova ala da 800 metri quadrati, unitamente all’adeguamento, come spazio ospedaliero, dei 500 metri quadrati dell’attuale “camera calda” dove arrivano le ambulanze - precisano Ancisi e Spadoni presentando una proposta di mozione - Si prefigura perciò un aumento dei pazienti che stazionano in osservazione al Pronto soccorso troppo a lungo, come negativamente sperimentato durante la pandemia tuttora in corso, invece di una loro rapida destinazione nei reparti di degenza. In un centro traumatologico verrebbero coinvolti professionisti come rianimatori, ortopedici, neuroradiologi e chirurghi generali, vascolari, toracici ed urologi, nonché oftalmologi ed otorini, tutti già presenti a Ravenna, ma depotenziati rispetto alle loro possibilità. Coinvolgerli nel progetto potrebbe fare la differenza in generale, ma soprattutto nelle situazioni di intrasportabilità dei pazienti o di un loro trasporto ad elevatissimo rischio o nell’impossibilità logistica per Cesena di fronteggiare un sovraccarico di afflussi. Si presenta dunque l’occasione imperdibile di costituire a Ravenna un centro traumatologico di pronto intervento, a supporto e sgravio dell’Hub di Cesena. Del resto, il sistema sanitario dell’Emilia-Romagna prevede uno stretto collegamento tra vari ospedali di un medesimo ambito territoriale anche attraverso la disponibilità di esperti per consulenze e interventi di maggiore specializzazione. In tal modo, un centro traumatologico al Santa Maria delle Croci fornirebbe solo vantaggi e assicurazioni ai cittadini ravennati, con la possibilità immediata di eventuali trasferimenti all’Hub di eccellenza di Cesena in caso di aggravamento degli esiti da trauma". Nella proposta di mozione si invita il sindaco a farsi "latore verso la direzione dell’Ausl della Romagna e la Giunta regionale emiliano-romagnola della richiesta di analizzare la fattibilità dell’istituzione di un centro traumatologico presso l’ospedale Santa Maria delle Croci a supporto dell’Hub di Cesena, procedendo poi di conseguenza".

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