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"Eni potrebbe far di più per Ravenna"

"i ultimamente ha annunciato investimenti ovunque, lasciando al palo Ravenna", afferma l'architetto

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

"Teoderico o Teoderico. Ravenna ha avuto qualcosa da Eni in questi anni, ma certamente ha dato e dà moltissimo, in termini economici e soprattutto ambientali. Credo che la partita non sia alla pari, proprio mentre sembra di notare un certo disinteresse, frenato al momento soltanto da fattori "contingenti". L'Eni ultimamente ha annunciato investimenti ovunque, lasciando al palo Ravenna. Mi riferisco ad esempio al piano per l'istallazione di oltre 220 MWp di nuova capacità, per energie rinnovabili in aree industriali dismesse. Fra le regioni coinvolte non c'è la Romagna, Ravenna; non interessa "Città sulla Via Emilia", perché perdere tempo con Cenerentola! Descalzi ha detto che l'operazione avviata dall'ENI, "mira a consolidare il ruolo della società nel mercato italiano delle energie rinnovabili e a rilanciare l'occupazione recuperando allo stesso tempo i siti industriali dismessi". Renzi, in occasione della recente approvazione del decreto sulle FER non FV, ha detto: "abbiamo Eni ed Enel… due grandi multinazionali che hanno ingegneria e innovazione tali da essere leader a livello mondiale… hanno l'opportunità di intervenire a livello territoriale nel nostro Paese".

Gli incentivi, insufficienti, 9 miliardi in 20 anni!!! saranno così ripartiti nel breve: Eolico on-shore: 85 milioni di euro per 860 MW; Eolico off-shore: 10 mln per 30 MW; Idroelettrico: 61 mln per 80 MW; Geotermico: 37 mln per 50 MW; Biomasse: 105 mln per 90 MW; Rifiuti: 10 mln per 50 MW; Solare termodinamico: 98 mln per 120 MW; Rifacimenti: 29 mln per 90 MW. RAVENNA ha un'area industriale dismessa (non solo), ex Sarom, strategica al fine di infrastrutturare il Porto, dopo le carraie che ci hanno lasciato i legionari romani in ritirata, nonché relativo ponte. Per esempio con una camionabile interna e secondo accesso al Porto, il raccordo breve a raso fra Dx e Sx Candiano, nonché accelerarne la bonifica. L' Eni ha deciso di alienarla, perché non strategica! L'area ha l'opportunità storica di partecipare a progetti importanti, che originano con l'installazione e seguono col Manifatturiero, per quanto riguarda Centri di Ricerca, Produzione di Tecnologie per Energie Rinnovabili, anche in joint-venture, trainando un nuovo sviluppo del Porto. Mi riferisco ad almeno 4 dei punti finanziati, senza considerare i sostegni comunitari. Che sia il caso oramai, di abbandonare il " consueto signorile distacco" della politica, del passato recente o meno?"

Daniele Vistoli, architetto

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