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Il consigliere Rubboli: "Ecco perché Federazione della Sinistra esce dalla maggioranza"

Posso tentare una ricostruzione personale dell'esperienza di consigliere comunale in questa legislatura. E' iniziata con la sottoscrizione da parte della Federazione della Sinistra (PRC e PDCI) del programma di centro-sinistra insieme a PD, SEL, PRI, PSI e IDV, pur con una nota a parte

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

Posso tentare una ricostruzione personale dell'esperienza di consigliere comunale in questa legislatura. E' iniziata con la sottoscrizione da parte della Federazione della Sinistra (PRC e PDCI) del programma di centro-sinistra insieme a PD, SEL, PRI, PSI e IDV, pur con una nota a parte in cui si affermava la contrarietà della FDS al finanziamento, a qualunque titolo, delle scuole private ed inoltre si proponeva di avviare entro fine legislatura un'esperienza di gestione diretta di un qualsiasi servizio alla persona in modo da poter avere un termine di paragone nei confronti delle gestioni tutte affidate alle coop sociali di fatto monopolizzate da interessi di parte, non certo di sinistra. Ebbene di quest'ultimo argomento si può dire solo che il sindaco ed il PD, nel migliore dei casi, se lo sono dimenticati e data la medesima fine che hanno fatto tutte le altre nostre istanze, devo dire che non vale neppure la pena di ricordarglielo. Il programma non era nemmeno malvagio essendo un insieme di buoni propositi e di obiettivi senz'altro condivisibili, come ad esempio quello di puntare alla raccolta dei rifiuti col sistema porta a porta, caduto anch'esso nel dimenticatoio anche se si prevede un sistema misto a partire dal 2017 (con altro sindaco ed altro consiglio comunale).

nizialmente la composizione del CC era la seguente: PD 15, PRI 1, FDS 1, IDV 1, SEL 1, FI 5, LISTA RA 3, 5S 3, LEGA 2 per un tot di 32 . Quindi la maggioranza essendo di 17 su 32 richiedeva necessariamente il voto del PD e di almeno due voti degli alleati, oppure almeno uno degli alleati più il voto del sindaco (vale come 33esimo). Tutto ciò ha indotto il PD ad un comportamento ottimale con gli alleati, proponendo loro riunioni di maggioranza quasi settimanali per esaminare i singoli provvedimenti. L'unico escluso è stato il PSI che non avendo eletto alcun consigliere è stato di fatto escluso nonostante il mio interessamento presso il sindaco. Intanto il PD aveva presentato un ricorso perchè la normativa afferma che in base ai risultati elettorali la maggioranza ha diritto al 60% dei seggi da consigliere, e siccome il 60% di 32 fa 19,2 e la commissione elettorale di Ravenna ne aveva assegnato solo 19, mancava uno 0,2 che invece era stato aggiunto alla minoranza che da 12,8 passava a 13 consiglieri. In pratica il PD rivendicava un seggio che era stato assegnato a FI. Il ricorso è stato vinto per cui il PD è salito a 16 consiglieri che, con il 17esimo voto del sindaco, ha reso superfluo il voto degli alleati per avere la maggioranza. Ciò ha portato ad una progressiva autosufficienza del PD  e ad una emarginazione dei consiglieri dei partiti alleati più critici, col risultato di sempre minor numero di riunioni collettive (salvo qualche lodevole caso ) e sempre più abboccamenti personali. Per cui è iniziata una deriva che ha condotto a provvedimenti, a mio avviso, sempre più incongrui con gli obiettivi di programma, come è ben rimarcato nel nostro comunicato stampa di uscita dalla maggioranza a cui si può aggiungere il voto contrario al Piano Generale del Traffico Urbano, al Parcheggio sopraelevato di via Guidarello (un favore alla Curia ed un orrore in zona di pregio architettonico), a diverse  varianti urbanistiche ed alcuni odg , al POC dell'Arenile, ai Bilanci 2014 e 2015 della Holding (stabiliscono la vendita di azioni Hera),  ed inoltre il voto di astensione al Bilancio Consuntivo 2014  e al Bilancio Previsionale 2015, un voto più che altro contingente ed interlocutorio per evitare di attribuire alla sola persona dell'assessore Morigi responsabilità non sue. Anzi lei stessa ha evitato di portare in Consiglio Comunale, delegando il sindaco, la delibera di variazione dello statuto di Hera ( aumento di valore di vecchie azioni per poterne vendere una parte senza perdere la maggioranza di Hera da parte dei comuni ) perchè in disaccordo con la giunta, con esito di voto contrario mio e di SEL.

C'è da aggiungere che ci era stato riconosciuto un posto importante nel cda della Holding che poi è stato perduto col passaggio del diretto interessato al PD così come era successo ad un nostro assessore provinciale nella legislatura precedente. Tutto ciò senza alcun provvedimento alternativo, senza un segnale di rinnovata fiducia  che ci gratificasse in qualche modo con un'importante  coinvolgimento e assegnazione di responsabilità nella comune amministrazione. Inoltre una nostra proposta disinteressata a favore di una società che aveva intenzione di investire in un importante complesso di tipo socio-sanitario sia di tipo RSA sia per malati cronici e/o terminali, un'occasione forse unica di sviluppo economico del settore a beneficio dell'intera comunità, è stata cassata pretestuosamente dal Servizio Urbanistico evidentemente a difesa di altrui interessi e troppo politicizzato per poter permettere all'assessore competente una autonomia decisionale, un segnale emblematico sulla gestione del potere reale nel nostro comune. Sulla sanità vorrei sottolineare i miei interventi critici di fronte ai vari Direttori Generali prima della AUSL di Ravenna (Carradori e Des Dorides) poi dinanzi ai DG dell'AUSL Unica di Romagna (Des Dorides e Tonini), in un consesso comunale di pochi interventi compiacenti, senza distinzione fra maggioranza ed opposizione, con la parziale eccezione del consigliere Foschini (NCD).

n sostanza ce n'è abbastanza per smentire categoricamente le affermazioni del PD e del sindaco quando giustificano la nostra uscita solo con motivazioni nazionali che pure esistono e sono di una gravità eccezionale, basti ricordare lo strappo alla Costituzione con la legge Fornero ed il blocco del contratto dei dipendenti pubblici. Azioni definite anticostituzionali dalla Consulta ma che hanno consentito ai governi sostenuti o diretti dal PD di tagliare miliardi di spesa,  volutamente ai danni dei cittadini interessati, senza che gli stessi possano ora essere risarciti se non in minima parte. Queste sono azioni che definirei di politica priva di ogni scrupolo di coscienza, degna della peggior destra conservatrice a difesa dei privilegi di parte, e nonostante ciò il debito pubblico continua a crescere nell'indifferenza colpevole di questa classe politica completamente squalificata. Infine, quando il segretario provinciale del PD, De Pascale, afferma che occorre "dire parole nuove su sviluppo sostenibile, salute, ambiente e sopratutto integrazione. Dobbiamo reinventare politiche pubbliche per incentivare la crescita e l'occupazione e trovare nuove soluzioni per la tutela e la gestione dei beni comuni" , mi sembra una perfetta ammissione del sostanziale fallimento di questa amministrazione, alla faccia della voluta e tendenziosa dichiarazione che la nostra uscita dalla maggioranza sia stata pretestuosa e priva di motivazioni locali.

Diego Rubboli (Consigliere comunale Federazione della Sinistra)
 

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